Freddy Mercury stava morendo e loro davano gli ultimi ritocchi a una campagna di lancio epocale. Talmente d’epoca, che era proprio un altro mondo: quella di allora era una Sega migliore. La esse maiuscola serva a uccidere sul nascere qualsiasi mediocre battutina e a rimarcare la qualità che contraddistingueva il marchio nel 1992. Perché è nel novembre del 1992, a pochi giorni dalla scomparsa terrena del baffone di Zanzibar, che Sonic Team e i responsabili marketing dell’etichetta blu danno alle stampe (prima) e in distribuzione pan-mondiale (poi) Sonic the Hedgehog 2. Se mai Sega aveva avuto tra le mani un nome importante e un progetto da non sbagliare, era stato proprio Sonic 2. Prima del porcospino, niente, nessuno e nulla aveva rappresentato tanto nelle librerie intellettuali del gruppo giapponese. Sega non sbagliò.
Con zillioni di dollari, yen (e altre sessanta valute) spesi, tutto il mondo che videogiocava sapeva cosa sarebbe successo da lì a breve. E tutto il mondo che videogiocava avrebbe anche avuto la possibilità di pucciarsi nuovamente nel mondo di Naka senza attesa alcuna: Sonic the Hedgehog 2 arriva nei negozi dei tre mercati (Asia, Nord America, Europa) pressoché in contemporanea. Miraggi per l’epoca, miracoli se si pensa ai dubbi e ai continui tentennamenti della Sega distrutta da se stessa negli anni.
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