Avevo promesso a me stesso che, al terzo sollecito, avrei placidamente saldato il canone Rai. No, in realtà avevo detto “al secondo sollecito”, ma poi mi sono fatto prendere la mano. Sull’assurdità di una simile struttura televisiva e di relativa tassazione avranno speso parole pesanti, importanti e soprattutto informate una quantità di persone più alto locate. Con buone ragione. Io sottolineo solo che non ho scelto di usufruire del servizio Rai, che non concepisco una presenza di interruzioni pubblicitarie solo marginalmente inferiore a quella delle cosiddette televisioni commerciali (a fronte però di circa 100 Euro di abbonamento) e quindi non vedo perché mai si debba mettere in piedi la pantomima del canone, soprattutto se spacciato come abbonamento, per l’appunto. E’ una tassa. Comunque sia, non è questo l’argomento, questo è lo spunto.
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