Ci sono stato a Liverpool, solo una volta e dieci anni dopo, ma ci sono stato. Nelle poche ore libere a disposizione mi sono fatto un giro nella zona pop del porto o qualcosa del genere, dopo essermi fatto offrire un Beatles-tour in formato ultra ridotto dal generoso tassista e aver speso il resto del tempo tra gli uffici della già traballante Bizarre Creations e un hotel in centro.
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Non ho ancora trovato un posto per le raccolte di riviste di videogiochi, dopo l’ultimo (si spera in senso letterale) trasloco. Non ne sono rimaste tantissime, anzi: una parte significativa è stata donata qualche anno fa, un’altra è finita nell’inceneritore (si spera in senso letterale) molto prima, altre ancora attendono di essere elargite al soppalco della Kenobisboch & Associati quanto prima. Però Nintendo la Rivista Ufficiale, Game Power, Zeta, Electronic Gaming Monthly me le tengo. Anche se sono in mezzo ai piedi nella camera dell’inquilino e quindi ci sbatto contro le caviglie ogni tanto. Da un incontro fortuito simile nasce il bel racconto di oggi.
La serie sarebbe: “ma davvero l’ho recensito?”, se non fosse che so per certo di aver dato il via a una rubrica “ma davvero ho scritto questa roba?” anni fa, su questo blog, prima che venisse spazzato via tutto. E in sostanza si tratterebbe sempre della stessa pappa: non ricordavo di aver giocato e scritto di quel gioco lì… a tal punto che potrei, in effetti, averne scritto senza averci giocato. Anche ai (miei) tempi di Game Power si traduceva, che vi credete, con la deliziosa prosa british di Games Master a fare da materiale di partenza. In realtà mi è successo solo una manciata di volte, tutto sommato e in percentuale sono ben di più gli articoli realizzati ex novo appositamente, ma il rischio di non ricordarsi di Hardcore 4×4 (PlayStation, Gremlin) perché effettivamente potrei non averci mai giocato, esiste. Anche se in quel caso credo di averci giocato.