In un mondo più giusto esisterebbero i vasettoni di gelato al Pistacchio. Un bel barattolone Sammontana, o un barattolino super lusso Häagen-Dazs, tutti dedicati al pistacchio. Invece nulla. Un’approfondita ricerca di mercato ha già stabilito che il gelato al pistacchio piace: piace all’uomo della strada come all’affarista stritolato dalla crisi dei crunch-saving (giusto?), piace perché “è un gusto che sa di Sicilia, di caldo sole mediterraneo, di aspre alture isolane. Ha il sapore inconfondibile di un frutto secco che nasce soltanto una volta ogni due anni. Cremoso e avvolgente, sa stupire con l’intensità del suo sapore e la naturalità del suo colore” (lo dicono loro). Eppure nulla da fare: così come la gente continua ad andare ai concerti di Vasco Rossi e della Pausini, l’industria gelatiera persiste nel suo orbo dirigersi verso il baratro, ignorando la verde leccornia. E dire che il gelato al pistacchio ha già fatto il suo bel miracolo: ha dato un senso all’esistenza del Centro Commerciale Carosello, già Carrefour, fu Euromercato di Carugate. E’ tra i negozi del mall quasi-milanese che trova spazio una gelateria che di pistacchio ne sa un bel po’, tanto da confezionare un bel gelato al pistacchio cremoso e ad alto tasso di slurposità. Così, scoperto perché esiste il Carrefour, ora non rimane che capire l’esigenza di avere le zanzare su questo pianeta. Riflessione profonda, da gustarsi pensando a quanto dicevano i due di “Wayne’s World”: “un bel gelato stracciapalle e pistacacchio, grazie!”.
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