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Il Natale del 1993

Caro, vecchio, Brian Adams! La raccolta dei grandi successi del tizio, arrivata sotto l’albero nel 1993, è stata utile almeno due volte: per soddisfare quella voglia di risentire il pezzo della pubblicità del Chivas Regal (“Heaven”) e per insegnarmi il significato e l’utilizzo della formula scelta per il titolo, “So Far So Good”.

Fino al 1993, era andato tutto molto bene con i videogiochi del Natale. Quell’anno, la situazione non sarebbe cambiata. C’era però da registrare un generale cambio di ritmo, impresso in origine dalla caduta delle barriere regionali già protagonista del Natale del 1992. Il 25 dicembre del 1993 era stato preceduto da un’ampia parentesi, a settembre. L’uscita di Street Fighter II Special Champion Edition, il gioco più atteso della storia dei giochi attesi (da queste parti), aveva in parte intaccato lo strapotere della festa comandata.

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Il Natale del 1991

Di questi tempi, trent’anni fa, avevo trent’anni in meno e tre giochi in più. Come le vacanze di Natale del 1991, non ne hanno fatte più. Ci sono state altre annate di qualità eccellente e sono abbastanza sicuro che ce ne saranno altre pregiatissime, ma in maniera differente. Ecco, se la metrica fosse un’opinione, ci starebbe bene iniziare riadattando il ritornello de “Le vacanze dell’83” dei Baustelle, a quell’inizio di anni ’90. Però non ci entra nemmeno a smartellare forte, quindi missione abortita.

Il Natale del 1991 è quello del Mega Drive, frutto di dodici mesi di richieste disperate e accompagnato da un countdown simile a una tortura auto-inflitta. Mi ero segnato i giorni mancanti alla Celebre Discesa di Gesù sul diario di scuola (l’agenda rossa di Cuore, forse non del tutto tagliata su misura per uno di prima media) e ogni ventiquattro ore passavano ben più lentamente di questi trent’anni di distanza. Però è successo. Per una questione di ineluttabilità, a scanso di chiamate finali dell’Altissimo, è successo.

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