La conferenza Microsoft all’E3 2009 è la classica conferenza Microsoft da E3. L’iter è stato rispettato quasi “alla lettera”, con meno dati, ma la solita procedura, peraltro irrinunciabile per motivi congeniti. Se Nintendo può concedersi il lusso (o meglio, poteva, quando voleva, concedersi il lusso) di concentrare le attenzioni su di un numero limitato di progetti, forte dei suoi studi interni, Microsoft ha sempre dovuto puntare sulla quantità. Il che non vuol dire che non ci sia qualità, ma semplicemente che da sempre la butta sul muscolo pompato: abbiamo questo, e questo, e questo, e questo, e questo, e questo. E pure questo. Però il “media briefing 09” è andato bene, decisamente meglio rispetto agli ultimi due anni, con più titoli interessanti, un paio di giochi prevedibili ma comunque presentati per la prima volta a Los Angeles e la solita espansione verso nuove risorse da “media center” del salotto. Crackdown 2 ha perso i colori, da quel che pare di vedere nel trailer, Forza Motorsport 3 è sempre un bestione tecnologico (di cui però mi frega meno di nulla), Halo ODST bo’ e di Halo Reach non c’è nulla. Modern Warfare 2 sembra allontanarsi dal canone dell’FPS-nella-guerra, per portare la guerra un po’ ovunque, ampliando le sezioni action e rendendo forse più dinamica la vicenda e il ritmo di gioco (ergo: meno “banale”). Alan Wake… Alan Wake no, nulla. Silent Hill fatto bene, ma non quello che ci si aspetta da un gioco che si nasconde per anni (d’altronde, quasi mai un gioco che si nasconde per anni riesce a rispettare le attese che ha, volente o nolente, creato). Poi i colpi più importanti: Metal Gear Solid: Rising è il coronamento di dieci anni di preghiere in ginocchio dei delegati Microsoft di fronte a Kojima. Va bene così, giusto e immancabile per Konami, che non può permettersi di chiudere la porta a dei soldi gratis (quelli di una versione in più da vendere di un gioco che di sicuro venderà come pochi). Poi Natal, il nuovo non-sistema di controllo, il fatto Eye Toy che funzion. O che pare funzionare. Perché non sia un aggeggino carino e interessante e nulla di più c’è ancora molto da capire, in ordine di importanza: software allegato, software disponibile all’uscita, prezzo, uscita prevista. Inoltre: con il Wii ha poco a che fare. Il telecomando Wii non nasce solo dalla necessità di eliminare una barriera, quella dei controller complicati e anti-intuitivi, ma anche dalla voglia di mettere nelle mani dei giocatori un sistema che permettesse un’interazione immediata e intuitiva (ripetizione), basata su di un metodo d’interazione conosciuto e semplice da leggere, interpretare, utilizzare. Chiunque ha tenuto in mano il telecomando della TV. Quasi chiunque utilizza un mouse e il relativo puntatore. Praticamente tutti possono concepire l’idea che da un telecomando possa partire un “raggio” che gestisce una freccia (indicatore su schermo). Natal prevede un’interazione nuova, interessante, ma innaturale per chiunque: muovere gli elementi su schermo (parlo di menu e finestre, non dei giochi) inclinando e agitando le mani può essere semplicissimo, ma non è naturale né immediato. Non fa parte dell’esperienza comune. Spero funzioni, spero esistano giochi o applicazioni interessanti, dubito che riesca a diventare qualcosa di davvero significativo (sul lungo termine) per Xbox 360. L’avrei visto meglio con qualcosa da stringere in mano e legato al lancio di un ipotetica nuova console tra due o tre anni. Ma vedremo.
Il voto? 8, meglio delle aspettative. Tanti giochi, una line up sicuramente ricca (e oltretutto non si son visti un sacco di giochi, da quelli Ubisoft a quelli EA, entrambi attesi alle conferenze in corso), accordi intelligenti (Facebook, Sky) e la voglia di non lasciare terreno alla rivale (Sony). Ma niente per cui mi sia strappato i capelli.
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