Quello che il mondo sta dicendo di un disco di cui: a) non ho ancora capito cosa pensare [oppure] b) non ho voglia di scrivere [oppure] c) è troppo difficile scriverne in modo intelligente e utile. Insomma, son le Frankenreview di Kotaku.com. Solamente dedicate ai dischi, anzi a un disco: “Love 2” degli Air. Che non ho nemmeno comprato, dato che il vinile in giro non si vede e internet non mi è più simpatico come un tempo. Dà sempre il Saccottino ad altri ormai, abbiamo ufficialmente litigato e in classe non facciamo più le attività assieme. Comunquessia: “Love 2” secondo AllMusic, Pitchfork, Rolling Stone e altri.
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Something’s in the Air
Vanno per i quaranta, i due degli Air: Amour, Imagination, Rêve. Nicolas Godin e Monsieur Duckel hanno finito di lavorare al quinto album della loro carriera da poco diventata ultradecennale e non è questo il tempo di tirare i remi in barca. In attesa che qualcuno di più attrezzato metta a disposizione dell’UniversoMondo “Love 2”, ci si può sbizzarrire cercando di intuire dove andranno a parare.
Per amor del fastidio, non dovrebbe rivelarsi un’impresa poi titanica: gli ultimi due album dei parigini (e dintorni) non si sono spostati poi un granché rispetto al punto di partenza, che è poi stato un recupero più accogliente, pre-riscaldato, pop e morbido à la “Moon Safari”
L’amore 2° gli Air
“Due anni e mezzo (per me), posson bastare”: “Pocket Symphony” veniva pubblicato nel marzo 2007, il nuovo “Love 2” conoscerà le gioie di iTunes il prossimo 6 ottobre. Quinto disco per i francesini, che festeggiano undici anni di carriera tutto sommato più che apprezzabile, ma al tempo stesso di quelle che partono col botto, per poi scendere. Magari scendere appena un pochino, lievemente, mantenendo una discreta media, ma sempre di scendere si tratta. Ma tempo al tempo, magari “Love 2” sarà il degno evolutore di “Moon Safari”, vai a sapere. Per intanto se ne arriva con una copertina piuttosto sfortunata, che fa il paio con quella ancora peggiore di “Junior” dei Royksopp e, volendo, con gli stessi air di “Walkie Talkie”. Per concludere in bellezza, dopo il “salto”, la solita ingenerosa valutazione dei titoli delle canzoni. Tha-dhan!