Il cuore di un ex adolescente piange: com’è possibile che lui, il Messia, l’inarrivabile, il cucciolone dal grilletto caldo… lui, che per noi si è ucciso e non è nemanco resuscitato tre giorni dopo… lui, che per odio del muzic biznezz si aprì da qui a lì (aveva forse aiutato essere fatto di eroina come una pigna)… com’è possibile che venga sfruttato in maniera tanto bieca, proprio per la sua sola immagine, come una gigantesca maglietta virtuale che verrà venduta in tutto il mondo ancora una volta? Ah, me lasso!
Il cuore di uno che si avvia ai trenta e prova a lasciarsi alle spalle gli anni novanta, invece, si domanda solo: cos’è cambiato negli ultimi anni in materia di diritti per i Nirvana? Da Motorstorm ai giochi musicali, da altri videogiochi di guida alla comparsata in pelle virtuale e poligoni ossei di Cobain in Guitar Hero 5. Prima nulla, poi tutto. Il semplice successo (che va scemando?) dei vari Guitar Hero & Co. non è sufficiente a spiegare il fenomeno, considerata la molteplice presenza di brani del fu-gruppo di Aberdeen/Seattle un po’ ovunque.