Seconda puntata per “Flash Forward”, quello che Fox ha già generosamente definito “l’evento televisivo dell’anno”. C’è qualcuno con un cuore grande grande da quelle parti: simili proclami avevano già accompagnato il battage pubblicitario che ha preceduto il debutto di quella roboante minchioneria di “The Listener”, poi del ridicolo “Mental” e infine del noiosetto “Lie to Me”.
Dopo meno di due ore di “Flash Forward” posso già rendere comune la mia visione del futuro: tra una settimana non starò di certo guardando le puntate di ‘sta roba. Ché il filo narrativo principale non sembra nemmeno così male, per quanto già raffazzonato qua e là dopo due soli appuntamenti, ma tutto quel che c’è attorno… sembra scritto dagli sceneggiatori di “Grey’s Anatomy” e girato dal regista degli spot Vodafone e/o Tim. La pressoché totalità degli attori latrano malamente, il 99% dei dialoghi secondari sono di un banale e di un fastidioso e di un macchiettistico (?) che metà ne basta.
E per essere tutta una faccenda di gente che guarda in avanti, già nella seconda puntata ci siamo puppati ennemila flash-back del flash-forward, una perversione mica da ridere. Il cliffhanger della prima puntata funzionava bene, quello della seconda già molto meno, anche perché affidato all’ignobile bambina che, purtroppo, ha visto qualcosa. Il che vuol dire che non morirà a breve. Tristezza.