
Può avere un prezzo un sentimento? No dico, può uno splendido disco costare davvero qualcosa? O i 15 Euro sono una sorta di biglietto d’ingresso simbolico? E i videogiochi? Quanto costa il ricordo di enne partite nei fumosi bar che ora ospitano solo le decadenti macchinette del poker elettronico? Il quesito è più attuale che mai, dato che la tendenza (in realtà ormai bella che consolidata) è di appioppiare le peggio non-conversioni a una qualsiasi piattaforma.
Molto breve: ha senso spendere 8 Euro per un gioco del Megadrive sulla Virtual Console del Wii? Sono 8 Euro per un gioco in tutto e per tutto identico, tralasciando il rinnovato collegamento video che, perlomeno e vivaddio, relega nello stanzino delle scope il cavo antenna dei tempi che furono. Ma ha senso? Perché o sono troppi, o non sono nulla.