Se ultimamente avete notato una qualche esitazione nel raccomandarvi videogiochi sullo sport preferito dagli uomini (il football, what did you expect?), ebbene è tutta colpa di questo incomparabile, consegnato alla storia, immarcescibile, inattaccabile dagli scettici, fuori dalla logica temporale, al di là del bene e del male (ok, mi fermo) Sensible Soccer!
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Cool Spot, chiamato così perché in realtà è un disco rosso con occhiali da sole da fico (a parte rappresentare il logo della 7 Up, bevanda molto più diffusa negli States che da noi), ha di recente scoperto che tutti i suoi amici sono scomparsi, non per improvvisa chiamata alle armi o per influenza suina, ma perché sono stati rapiti e ora si ritrovano segregati in posti difficili da trovare e pattugliati da creature nemiche dei dischi rossi! Cool Spot viaggia quindi per cantine, spiagge e porticcioli californiani alla ricerca dei suoi improbabili compagni di bevute, il che comporta ovviamente perlustrazioni e acrobazie attraverso livelli ricchi di piattaforme e baratri, alla contemporanea conquista dei punti bonus necessari per aprire le gabbie anti-disco.
Disclaimer: è con stupefatto piacere che le pagine di Zave’s ospitano, in via del tutto sperimentale, alcune retro-censioni degli abili tra i più abili ad accumulare retro-censioni in Italia. Succede grazie ai numerosi (due) ometti dell’Area.21. Che quindi si è vagamente invitati a visitare.
Ellen Ripley, una Sigourney Weaver rapata a zero per l’occasione, fra le varie sfighe che la perseguitano si ritrova stavolta segregata su un pianeta-prigione insieme a un battaglione di altri ospiti, selezionati in maniera analoga, e a un bel numero di alieni carnivori poco simpatici, come da film. Sfortunatamente per gli abitanti del penitenziario gran parte di loro è stata per di più rapita, nascosta e fecondata con embrioni che stanno per generare baby alieni, mediante parto cesareo anomalo. La loro unica speranza è appunto la Ripley che, armata di mitra, lanciafiamme e lanciagranate, si sta aprendo la via attraverso un labirinto orizzontale e verticale di condotti di areazione, scale e passerelle (leggi piattaforme, insomma, con tutti gli svantaggi che un joypad digitale poteva comportare quando si trattava di sparare in diagonale o fuori asse) alla ricerca dei tanti morituri, appesi come salami.