Quando ancora nei fiumi scorreva il miele, le valli dell’hinterland milanese erano perennemente in fiore e i treni arrivavano in orario, i giochi si compravano al Giocheria. Non solo per ovvi motivi (insomma, Giocheria… i giochi… vabbé), ma anche perché era la catena del marchio Giochi Preziosi. E quindi se cercavi qualcosa per Master System o Megadrive, nei suoi primi vagiti, andavi lì. E noi, io e mio fratello coadiuvati dalla benzina e dal buon cuore di mamma e papà, andavamo lì. In particolar modo al Giocheria di Cassina de Pecchi. Un posto perennemente vuoto e tendenzialmente tetro, con le confezioni di tutti i giochi sotto a una teca di vetro che faceva da bancone. Come ho avuto spesso modo di scrivere con fare finto anziano su PSM e NRU, ai tempi l’influenza delle riviste sull’acquisto di un gioco era pari allo zero. Sarà che non esistevano ancora Game Power e Console Mania e per buona parte del periodo nemmeno K Speciale Console. Comunque sia… si andava e si guardava. Il commesso annoiato assecondava la mia storica incapacità di decidere e probabilmente mia madre mandava a ripetizione il ritornello del “te e tuo padre che te l’ha comprato [il Master System]” mentre attendeva per ore. Senza alcun riferimento utile, ci si muoveva completamente a cazzo insomma. E la copertina era un punto di partenza fondamentale.