Bloggheria al volo da Osnago che si era dimenticato di Colonia. Sony ufficializza quello che Pulcinella aveva tenuto segreto a modo suo: dalla prima settimana di settembre, in tutti i negozi specializzati dei tre mercati di riferimento, sarà disponibile PS3. Ovvero la PlayStation 3 striminzita che troneggia qua sopra. Non è la foggia quel che conta, ma il prezzo: 299 dollari statunitensi che, come sempre per magilla, diventano 299 Euro da queste parti. Il futuro dimagrimento dello scontrino è evidentemente l’ultimo tentativo concepibile per Sony per cercare di raggranellare non soldi, ma preferenze. Eppure, così a casaccio, non è né il prezzo, né la forma ad aver determinato l’ultima posizione di PlayStation 3 nella corsa al trono dei giochini.
Check My Brain (Alice in Chains)
Secondo singolo e il disco è lontano ancora quaranta giorni: i redivivi (lui sempre redimorto) Alice in Chains gettano in pasto a chi vuole trattarli male “Check My Brain”. Contenstualmente l’occasione è loro lieta per presentare la copertina dell’album (“Black Gives Way to Blue” – 28/29 settembre) e la tracklist. Di cui ci si occupa in fondo al post. Ma “Check My Brain”, invece? Da controllare, e il problema sta tutto qua, non c’è molto. Oltre al battito al polso di Mr. Duvall, che anche per questa seconda uscita viene relegato in secondo piano, giusto per non voler fare gli acidi e dire che viene totalmente trattorato via da Jerry Cantrell.
Onda su onda: l’arte della banalità
Anche a cercare con una bella lanterna, non c’è traccia di marea alcuna nei circa 40 minuti che servono ai Gomez per confezionare il seguito di un bel nulla. “A New Tide” non è la risposta a una proposta presentata tempo addietro dal gruppo inglese, né l’evoluzione di un discorso, ma semplicemente l’ennesimo episodio che vive di una luce presa in comodato d’uso dai due dischi precedenti. Niente di nuovo, come se il team si fosse trovato perfettamente d’accordo su quale musica e quali orizzonti addocchiare già cinque anni fa (“Split the Difference”) e da allora avesse solo cambiato il rullino, mantenendo fondamentalmente inalterate le foto.
Tutto il sudato della Loredana
Sessantadue spicchietti del diavolo per ogni refresh dello schermino a cristalli liquidi: i numeri di un’autoradio sono infidi, misteriosi, mistici. Soprattutto quando non hai sottomano né il libretto d’istruzioni, né un collegamento a Internet per studiare la questione. Quindi magari gli spicchetti deliranti sono il doppio, il triplo, la metà o chissà quanti a seconda del modello. L’ignoranza ti raggiunge ovunque, se Internet invece non ce la fa. E l’obbligo al sapere di tutto un po’, quella vita all’insegna delle Spigolature da Settimana Enigmistica già accennata, diventa d’improvviso impraticabile.
E’ infortunato, ma poi torna (CR 03)
Di Cristiano ricorderò quelle tre facce che lo hanno accompagnato nei tre anni in bianconero. La prima, quella del Gattuso mai inviperito, del centrocampista deciso e preciso, raramente intento a sezionar caviglie che già furon di altri. La seconda è quella del Cristiano che non sa perché e come mai, ma tanto ha una bella pettorina gialla addosso e una bottiglietta di aranciata San Pellegrino in mano. Così trascorre due terzi delle sue giornate da calciatore juventino, ad appassire sulla panchina in attesa del ritorno numero enne, dopo l’infortunio numero enne.
Ruta SuperMaxiEroe
Puntata due: di come qualcuno si prese la briga di salvare almeno cinque giorni buoni delle vacanze dello sfortunato trio. Ovvero: della santità dal sapor di pastella che ha deciso bene di sovvertire le regole e ospitare me, la mia dolce metà dotata e l’ingombrante CC (Cerbero Cretino). E quindi non si sta più come le foglie d’autunno sugli alberi di mele, ma come milanesi adottati dalla collina montagnosa attorno e sopra a Camògli, con il bestia intento a rotolarsi nel melaio che è il prato della magione e noi intenti a sceglierci uno scoglio sufficientemente in ombra per garantirmi quel soffio vitale a cui sono tanto affezionato.
Da qui a domenica prossima, anche sei giorni, volendo. Fatti di libri, Strikers 1945 per PSP (che è il male), niente collegamenti a internet e televisivi (utili per fingere distacco emotivo dall’addio di Zanetti, Cristiano per gli amici). Parbleu! E al ritorno caldo, umido, noia, aggiornamento XBLA per fondere con rinnovato vigore l’Xbox, demo di FIFA 10 (inutile) e aggiornamento del blog con ‘ste cose da blog, che in finale mi danno piuttosto fastidio (ma evidentemente non a sufficienza per non scriverle e pubblicarle, auto-touché).
(In apertura di post: The Prodigy con “Take Me to the Hospital”)
Ei fu, siccome smottamento
Si sta come d’autunno la gente che viene sfollata da casa per il rischio di valanghe. Sugli alberi le foglie, volendo. Anche d’estata la gente che viene sfollata da casa per il rischio di frane ha la stessa faccia contrita di una foglia autunnale: sa che sta per andarsene, non può farci nulla a parte tirare fuori il miglior rosso-incazzatura per inanellare minacce di eroismo al capoccia del caso. Tanto sa che dovrà cadere, o tornarsene a casa.
Quindi così si sta: che Pavlov ha fatto in tempo a snasare il profumo di Johnatan Dimensione Avventura in una camminata di mezz’ora nel centro di Bormio (cani conosciuti: 21, razze incontrate: 13, facce da labrador incrociate: 7). Giusto un’annusata di pura mestizia, però, che già era ora di andare. Due bei panini sani dal panetterie che usa l’acqua di montagna e quindici Euro di fruttarolo più tardi, la guardia forestale era già pronta a replicare attraverso le scale della palazzino in legno le più matte tra le scene di Shining. Con la promessa che non sarebbe successo niente, tranne forse la morte per sfrittellamento dell’abitazione.
Estrema sintesi: dopo nemmeno 24 ore dacché le valigie sono state disfatte, ci hanno calciato di nuovo verso Milano. E il pensiero corre alla madre…
Off ce ne andiamo
Nuovo sticky post (quello dell’aspirapolvere viene momentaneamente accantonato) per la comunicazione di servizio per eccellenza. Il padrone del blog (unitamente alla padrona-ombra e al guerriero nero Pavlov – il labrador che non perdona), se ne va per una settimana nel mondo della montagna sprovvisto di collegamenti a Internet. Aloha aloha!
Musica e parole di
Il fallimento musicale di “Stand Up” (2005) e la morte di LeRoi Moore hanno messo in dubbio il senso della Dave Matthews Band in quanto gruppo da studio (prima) e in quanto band musicale in senso più generale (poi). Quello che non è mai stato in discussione è il legame e il senso di possesso sull’intera avventura che Dave Matthews esercita nei confronti del suo “comitato musicale”. E’ roba sua non solo perché il nome lo dice chiaro e tondo, ma anche perché è lui che detta i toni e gli ambienti/le atmosfere da percorrere all’interno degli album, almeno questo traspare dalle cronache e soprattutto dalle liriche di ogni canzone. Che nei riconoscimenti viene firmata da tutto i componenti, ma che è poi impossibile non riconoscere come parto del sudafricano: non per meriti, ma per demeriti.