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Chains

Eliminare tante, tante bolle funziona anche questa volta.
Eliminare tante, tante bolle funziona anche questa volta.

Fino a ieri portarsi a casa Chains attraverso Steam voleva dire sbattersi di più per l’eventuale registrazione al servizio o l’estrazione fisica della carta per leggere il codice, piuttosto che il potenziale fastidio da esborso di denaro. Per farla breve: costava 1,99 Euro. Oggi è tornato al prezzo “standard” del catalogo Valve, un monumentale 3,99 €. Con circa 4 € ci sfami un bimbo nel Ciad per del bel tempo, certo, ma per intanto ci porti anche a casa Chains. Che è un puzzle game semplice semplice ed efficace efficace. Di quelli che la gente dovrebbe e potrebbe giocare su Facebook e deserti simili, se solo il mondo fosse un posto migliore.
La prima creaturina di 2Dengine.com è teoricamente la solita roba con le bolle colorate da eliminare. Ma solo teoricamente, in pratica, invece, mette sul piatto una ventina di prove con un level design esclusivo a quasi ognuna delle prove stesse. La meccanica fondamentale rimane invariata (si possono evidenziare e collegare tra loro le bolle dello stesso coloro che si trovano adiacenti, senza alcun limite quantitativo), ma si modificano gli obiettivi: a volte può servire far esplodere cento bolle in sole dieci mosse , altre volte è fondamentale continuare a eliminare sfere colorate per non fermare il flusso delle stesse (che continuano a cadere dall’alto). E via via via, con sotto una colonna sonora ipno-elettro-trance belga che detta così pare l’azzeramento della voglia di vivere e invece ce la fa.
Limitatissimo ma efficace, Chains funziona in funzione (yo!) del suo limitatissimo costo. E quindi, e comunque, e anche per questo va promosso senza dubbio alcuno.

Cosa: Chains
Chi: 2Dengine.com
Dove: Steam
Come: puzzle game con le bolle

Zavalutazione: ♥♥♥♥

Chains (2Dengine.com)
Chains (2Dengine.com)
Chains (2Dengine.com)
Chains (2Dengine.com)
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Avanti che c’è posto

"Like a badhead in the morning"
"Like a badhead in the morning"

iPod Touch e iPhone: il futuro dei videogiochi, le nuove piattaforme, la rivoluzione e una minaccia clamorosa per Nintendo e Sony ai loro DS e PSP. Pare bello da dire, suona bene e sui giornali ti senti a posto con la coscienza e col pubblico giovanile. La realtà è un’altra: se anche il futuro passasse da un modello come quello adottato da Apple, difficilmente potrà concretizzarsi in una singola generazione elettronica. Insomma: non in due o tre anni (e dall’apertura dell’App Store è già passato all’incirca il primo calendario completo). Primo, perché la presenza del prodotto fisico ha ancora il suo bel perché, capace com’è (quando ci riesce, ovvio) di intercettare potenziali acquirenti che non sapevano di esserlo fino a cinque minuti prima. A differenza delle offerte Apple nel relativo Store, oggi come oggi può ancora succedere di passare di fronte alla zona videogiochi di Mediaworld, Saturn o chi per essi e fermarsi incuriositi da un cartonato, da un totem di prova, dai semplici scaffaloni di giochi, anche se fino a dieci secondi prima si puntava solo al frullatore a sei velocità con innesto a freddo. All’App Store ci arrivi perché vuoi arrivarci. Anzi no. All’App Store ci arrivi se puoi arrivarci, dopo averlo voluto: perché devi avere anche iTunes installato, una carta di credito, la voglia di utilizzarle su Internet e bla, bla, bla. Un mercato ancora piccolo e minuto rispetto a quello delle console tradizionali, ma a modo suo interessante ovviamente. Più vicino per specificità ai servizi di digital download di Xbox 360, PS3, Wii, PSP e DSi. E quindi una fetta di una fetta.

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Tweet My Gaming

Everybody was Simsing 3.
Everybody was Simsing 3.

Con quasi 550.000 “cinguettate” in meno di un mese, Tweet My Gaming è il raccoglitore ufficiale delle chiacchierate dedicate ai videogiochi trasmesse dai server di Twitter. Urla o mugolii solitari, in realtà, dato che raramente i micro-post di Twitter si configurano come discussioni, con repliche e rilanci. Ma ci siamo capiti. Il servizio Tweet My Gaming è comunque efficace, almeno nella veste di monitor dedicato alla popolarità dei videogiochi. Che è poi ciò che potrebbe far drizzare le antenne ai vari responsabili marketing sparsi per il globo.
L’attuale Re della Collina è, poco sorprendentemente, The Sims 3 (96,331 tweet), seguito a grandissima distanza da World of Warcraft (33 mila e rotti) e Halo 3 (meno di 18 mila). Tutto il podio è dedicato ai giochi che, per loro natura, si legano al mondo “sociale” elettronico. The Sims 3 è, al di là delle opzioni e della struttura di gioco pensata appositamente, il gioco del chiacchiericcio psicotico, morboso, divertito, idiota o addirittura preoccupato. The Sims è la saga “nuova” del mega passaparola, il Grand Theft Auto della segretaria, quello su cui parlottare con leggerezza davanti alla macchinetta del caffé, in treno o alle poste (magari in un mondo meno preistorico rispetto a quello tricolore, ma vabbene uguale). World of Warcraft si spiega da solo: è una splendida chat grafica con dei tasti da schiacciare per mandare degli smile colorati ai draghi. Infine Halo 3, che sulla creazione di team, clan e condivisione contenuti (video) ha distillato la ricetta del suo elisir di eterna giovinezza (lanciato nel 2007, ha ormai pressoché due anni sulle spalle… e il single player si porta a casa in poche ore).
Unico animale fuori dal suo habitat è Wii Fit, che, sprovvisto di qualsivoglia funzione online o socializzante insita nella struttura del gioco, è però per sua natura materia di chiacchiera smodata dal parrucchiere, mentre si aspetta il bimbo che esce da scuola e giù di lì. Il che testimonia la forza, nell’immaginario, del “gioco” Nintendo. Posizioni appena arretrate per Call of Duty 4: Modern Warfare (multiplayerissimo – circa 15.000 tweet), Second Life (qui il gioco manco esiste, poco meno di 14.000 tweet). E poi… alla nona posizione, l’unico titolo ancora non disponibile sul mercato: The Beatles – Rock Band, caso mai servisse ancora una prova a favore della popolarità dei Fab Four nel mondo digitale.
E i più importanti giochi di oggi per gente solitaria? I recenti Prototype (meno di 5000) e Infamous (nemmeno 2000) sono molto al di sotto della sufficienza. Dead Space accarezza i 3500 tweet, Ghostbusters si apposta vicino a Prototype. Altrettanto interessanti i dati per piattaforma: la crisi di popolarità di Sony e di PlayStation 3 è evidente se Killzone 2 si ferma sotto al risultato ottenuto da The Conduit per Wii (disponibile da pochissimi giorni solo negli USA e dalle pretese di ben differente caratura!). Resistance 2 porta a casa la miseria di 611 cinguettii, nettamente oltrepassato dai quasi mille di Halo: Reach. Di cui, praticamente, non si sa nulla.

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Il barile senza fondo

Whooo-oooh! Stop the press! Mad Dog bussa alla porta.
Whooo-oooh! Stop the press! Mad Dog bussa alla porta.

Nuovo colpo gobbissimo di Majesco, che, ravana ravana, tira fuori dal cilindro Mad Dog Mac Cree e lo incastra in uno splendido disco per Wii. Giusto in tempo per smentire chi credeva che si fosse recuperato tutto il recuperabile. Ma attenzione, non è che son lì a pettinare i cowboy quelli, in Mad Dog Mc Cree Gunslinger Pack (28 agosto in Europa) verrano infilati la bellezza di tre giochi: Mad Dog Mc Cree (1990), Mad Dog 2: The Lost Gold (1992) e The Last Bounty Hunter (1994), che teoricamente non ha a che fare coi primi due, ma veniva comodo far finta che si trattasse di una trilogia. Perché, se passasse per buono il messaggio che “anche quello si giocava nel vecchio west”, allora c’è anche da dire che la prolifica American Laser Games (responsabile dei giochi di cui sopra) aveva confezionato almeno altri due o tre titoli del tutto simili, sempre a base di stelle di latta e sabbia.
La macchina del tempo messa in moto da Majesco permetterà finalmente di rivivere alla grande i bei tempi delle sale giochi dei primi anni ’90, in cui il gigantesco schermo (la versione più lussuosa ne presentava uno a 50 pollici) di Mad Dog Mc Cree attirava per la bellezza di sei minuti tutti i convenuti. Poi ti accorgevi che era una delle due o tre cose più inutili che ci fossero e che magari il gestore Strozus chiedeva anche un doppio gettone, e allora via a leccare l’asfalto che era troppo più meglio. A questo punto ci starebbe anche la conversione di Holosseum. Non c’entra una fava? Volendo sì, non è la collana “riproposizione di roba oscida dell’altro altro altro ieri”?
La verità è che voglio Rad Mobile. Era pietoso ai tempi, ma forse ha fatto il giro.

Moan...
Moan...
Moan+...
Moan+...
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Crederci sempre

The Beatles Rock Band: Santità Subitità
The Beatles Rock Band: Santità Subitità

Doveva essere una pioggia di felicità e così è stata. Sony e Nintendo hanno “consegnato”, consegnando due conferenze di lusso. Non sempre ben organizzate o capaci di far valere quello che veniva mostrato (Nintendo soprattutto, se non solo), ma di roba per cui stracciarsi le mutande ce n’è. Le tre migliori conferenze E3 da… mumble, da un botto di tempo. Da almeno quattro anni buoni.
New Super Mario Bros. Wii poteva essere online, così pare non essere, ma è lo stesso promettente, allupante, preciso, morbido, interessante. Non ci sono mai abbastanza Mario in 2D. Bring on the idraulico. Metroid Other M ci ha messo un po’ a farsi volere bene, almeno un’ora o due, ma ora è quasi amore. Con una doppia Samus e uno stile di gioco che promette di portare qualcosa di nuovo dopo i tre, splendidi, Prime. Che però bastavano e avanzavano. Potrebbe finire in dramma, ma ci voglio ci crederci. Una roba nuova, un rilancio del Metroid, che fa sempre bene. Poi Mario Galaxy 2, e tutti giù attaccati al tram, zitti e senza rompere. Due Mario nella stessa generazione, alleloja santissimi numi. Il bello del bello, è già level design per cui regalare un braccio. Poi mille altre faccende che non si sa bene cosa e come andranno a finire: LineAttack Heroes, Span Smasher. E poi Mario VS. DK in sei giorni, Bit.Trip.Core figo probabilmente quanto il primo e via via via.
Sony ha tanta roba, come al solito è lenta a mostrarla. ModNations Racer (se si chiama così) pare proprio carino, Metal Gear Solid Peace Walker promette bene ma chissenefrega su una console portatile, Final Fantasy XIV è il “ammazzatevi” a Xbox 360, che comunque funzionerà solo fino a un certo punto. God of War 3 è Metroid Prime 3: lo sai che sarà bello, e per quello è meno sorprendente. La PSP Go pare figa, costa il doppio di quel che dovrebbe (249$). The Agent chissà, ma è una mossa che dimostra che anche Sony può ancora muoversi. La bacchetta (Wand?)… be’ no, la bacchetta mah, no, non ci provate nemmeno. Gran Turismo PSP fuori concorso, in cinque anni anche io faccio un bel gioco, partendo da zero. Gran Turismo 5: non si sa, chi l’ha visto? Uncharted 2 è fatto bene, non si discute. E sembra grosso a sufficienza per fare la voce delle stesse “dimensioni”. Assassin’s Creed 2 è l’esagerazione grafica che fa brillare gli occhi e il gioco pare pure più ricco di quello prima (non che ci volesse molto, ok). Poi bo’, altro, chissiricorda. Ma soprattutto…
The Beatles Rock Band. The Beatles Rock Band è il bene che prende forma e la forma è quella di un DVD. La vittoria del messaggio, della visione, della musica, di tutto ciò che c’è di positivo nel mondo, riversato per far capire a chi è troppo bestia per esserci arrivato da solo anni fa, perché loro sono solo loro. Immancabile, imperdibile, da lingua in bocca, sempre, comunque e sempre. E di più. Serve.

New Super Mario Bros. Wii
New Super Mario Bros. Wii
Super Mario Galaxy 2
Super Mario Galaxy 2
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E3 @ Osnago Videogiochi

Microsoft: vittoria

Microsoft @ E309: il nuovo negozio per gli Avatar.
Microsoft @ E309: il nuovo negozio per gli Avatar.

La conferenza Microsoft all’E3 2009 è la classica conferenza Microsoft da E3. L’iter è stato rispettato quasi “alla lettera”, con meno dati, ma la solita procedura, peraltro irrinunciabile per motivi congeniti. Se Nintendo può concedersi il lusso (o meglio, poteva, quando voleva, concedersi il lusso) di concentrare le attenzioni su di un numero limitato di progetti, forte dei suoi studi interni, Microsoft ha sempre dovuto puntare sulla quantità. Il che non vuol dire che non ci sia qualità, ma semplicemente che da sempre la butta sul muscolo pompato: abbiamo questo, e questo, e questo, e questo, e questo, e questo. E pure questo. Però il “media briefing 09” è andato bene, decisamente meglio rispetto agli ultimi due anni, con più titoli interessanti, un paio di giochi prevedibili ma comunque presentati per la prima volta a Los Angeles e la solita espansione verso nuove risorse da “media center” del salotto. Crackdown 2 ha perso i colori, da quel che pare di vedere nel trailer, Forza Motorsport 3 è sempre un bestione tecnologico (di cui però mi frega meno di nulla), Halo ODST bo’ e di Halo Reach non c’è nulla. Modern Warfare 2 sembra allontanarsi dal canone dell’FPS-nella-guerra, per portare la guerra un po’ ovunque, ampliando le sezioni action e rendendo forse più dinamica la vicenda e il ritmo di gioco (ergo: meno “banale”). Alan WakeAlan Wake no, nulla. Silent Hill fatto bene, ma non quello che ci si aspetta da un gioco che si nasconde per anni (d’altronde, quasi mai un gioco che si nasconde per anni riesce a rispettare le attese che ha, volente o nolente, creato). Poi i colpi più importanti: Metal Gear Solid: Rising è il coronamento di dieci anni di preghiere in ginocchio dei delegati Microsoft di fronte a Kojima. Va bene così, giusto e immancabile per Konami, che non può permettersi di chiudere la porta a dei soldi gratis (quelli di una versione in più da vendere di un gioco che di sicuro venderà come pochi). Poi Natal, il nuovo non-sistema di controllo, il fatto Eye Toy che funzion. O che pare funzionare. Perché non sia un aggeggino carino e interessante e nulla di più c’è ancora molto da capire, in ordine di importanza: software allegato, software disponibile all’uscita, prezzo, uscita prevista. Inoltre: con il Wii ha poco a che fare. Il telecomando Wii non nasce solo dalla necessità di eliminare una barriera, quella dei controller complicati e anti-intuitivi, ma anche dalla voglia di mettere nelle mani dei giocatori un sistema che permettesse un’interazione immediata e intuitiva (ripetizione), basata su di un metodo d’interazione conosciuto e semplice da leggere, interpretare, utilizzare. Chiunque ha tenuto in mano il telecomando della TV. Quasi chiunque utilizza un mouse e il relativo puntatore. Praticamente tutti possono concepire l’idea che da un telecomando possa partire un “raggio” che gestisce una freccia (indicatore su schermo). Natal prevede un’interazione nuova, interessante, ma innaturale per chiunque: muovere gli elementi su schermo (parlo di menu e finestre, non dei giochi) inclinando e agitando le mani può essere semplicissimo, ma non è naturale né immediato. Non fa parte dell’esperienza comune. Spero funzioni, spero esistano giochi o applicazioni interessanti, dubito che riesca a diventare qualcosa di davvero significativo (sul lungo termine) per Xbox 360. L’avrei visto meglio con qualcosa da stringere in mano e legato al lancio di un ipotetica nuova console tra due o tre anni. Ma vedremo.
Il voto? 8, meglio delle aspettative. Tanti giochi, una line up sicuramente ricca (e oltretutto non si son visti un sacco di giochi, da quelli Ubisoft a quelli EA, entrambi attesi alle conferenze in corso), accordi intelligenti (Facebook, Sky) e la voglia di non lasciare terreno alla rivale (Sony). Ma niente per cui mi sia strappato i capelli.

Forza Motorsport 3 (Microsoft)
Forza Motorsport 3 (Microsoft)
Alan Wake (Remedy)
Alan Wake (Remedy)
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E3 @ Osnago Videogiochi

Pre Microsoft Pre-E3

Via che si comincia
Via che si comincia

Per la prima volta da che esiste, non sono andato all’E3 per scelta. Obbligato dal troppo lavoro e allontanato dalle scarsissime prospettive di soldi extra, quest’anno seguo la rinata kermesse californiana da casa. E il tutto inizierà esattamente tra un quarto d’ora, quando Microsoft darà il via al balletto degli annunci pomposi con i soliti venti minuti di numeri e dati, per poi passare a un annuncio relativamente interessante, una carellata su roba già nota, un annuncio un po’ più interessante tutto nuovo, il punto sulla situazione Xbox Live e relative proposte inter-mediali e infine la chiusura dedicata al “grosso” giocone della conferenza. Che forse sarà Halo Qualcosa (quello lì con la sigla assurda), o forse no. Forse ci sarà da agitare qualche fatto, o forse no. Insomma, previsioni: poche sorprese, tante chiacchiere, molto arrosto ma niente per cui impazzire. Quantità e un po’ di qualità. Pronto a rimangiarmi tutto tra un paio d’ore e anche meno. Voto previsto: 7.5.

N.B. Immagine courtesy of Kotaku.com

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Il pixel è nudo

Trip da bit per beat (Bit.Trip.Beat @ Wii)
Trip da bit per beat (Bit.Trip.Beat @ Wii)

C’è gente a cui piace essere sincera: Bit.Trip.Beat dice tutto nello strepitoso titolo. Con i punti a creare un finto richiamo elettronico, una condizione binaria e forse a dare ritmo. Lo stesso ritmo promesso (e mantenuto) da quel Beat finale, arricchito dallo stile scodinzolato dal Bit e perpetuato in un lungo Trip, in senso figurato e meno figurato. Lo ha messo in piedi Aksys Games, chiedendone il permesso ai ragazzi di Gaijin e lo trovate al modico prezzo di 6 Euro sugli scaffali elettronici del Wii Shop. Bit.Trip.Beat è Arkanoid rivisto e reso divertente, perché chiariamo subito: Arkanoid era una mostruosa rottura di palle, come conferma ampiamente la riedizione voluta da Taito e lanciata poche settimane fa in zona Xbox 360. Invece Bit.Trip.Beat è intelligente, malato, sagace, fulminato in testa, colorato e tossico: nel (molto) bene e nel (poco) male. Il poco male è un male però necessario, quello del sistema di controllo appoggiato all’utilizzo in senso orizzontale del telecomando Wii, che va fatto ruotare sul suo asse icchese per muovere verso l’alto e il basso la stanghetta su schermo, impegnata a ricacciare indietro le orde di pixel nudi e crudi lanciati a ritmo da destra verso sinistra. Ecco, funziona, e funziona bene, solo che è un controllo nervoso e irascibile, capace di rilevare ogni millesimo di inclinazione e con giornate afose come queste e giochi crudeli e bucasinapsi come Bit.Trip.Beat ti ritrovi alla fine con una spugna di sudore al posto della mani. Il telecomando si è sciolto nella presa. Però va bene così, perché nel mezzo è tutto un danzare di quadratini, con coreografie improvvisate o delicatamente organizzate, esplosioni e accelerazioni. Finti rallentamenti e innumerevoli ballerini tutti presi a ridurre in liquido quel poco che rimane di buono in testa dopo i primi cinque o dieci minuti di gioco. Bit.Trip.Beat: farsi male per volersi bene.

Zavalutazione: ♥♥♥♥

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Wii: sta succedendo qualcosa

Grand Slam Tennis come Match Point?
Grand Slam Tennis come Match Point?

Fa caldo, questa notte ho ufficialmente dormito sopra le coperte e le imposte sono perennemente chiuse per evitare quel tasso eccessivo di afa che noi vichinghi proprio non sopportiamo. Ufficialmente estate e un’estate che, insospettabilmente, sta regalando gioie a chi ha un Wii sotto al televisore. O perlomeno a me. Dopo mesi e mesi, forse per la prima volta dopo l’arrivo (due anni e mezzo fa) della console nei negozi, mi ritrovo ad avere un buon numero di giochi da provare o che proverei volentieri se avessi tutto il tempo libero che vorrei avere. Grazie al cielo le pagine mensili su NRU sono la scusa ufficiale per far collimare desideri&doveri, tanto che nelle ultime settimane ho scoperto svariati episodi felici. Prima Punch-Out!!, che ormai è nei negozi, e che è bello da vedere, divertente da giocare, intelligente da studiare e stronzo il giusto per durare più di due pomeriggi. Se solo non fosse che il mio salvataggio è tenuto in ostaggio da una console tornata tristemente in Nintendo. Che Next Level Games ci sapesse fare era già stato confermato da Super Mario Strikers, ma qui le cose vanno anche meglio. Il sistema di gioco (complice la possibilità di appoggiarsi a una ricetta del passato) è più immediato, pulito ed efficace; la realizzazione grafica quasi impeccabile e stilosa quanto basta; il level design da primo della classe. Vittoria su tutti i fronti.
Tempo pochi giorni e, dopo aver consegnato la rece di Punch-Out!!, mi ritrovo alle prese con Excitebots, ancora inedito in Europa (chissà per quanto… fine luglio? Settembre?), trash oltre ogni dire, ma anche lui efficace e divertente più di quanto avrei pensato possibile guardando la copertina. Qui non solo c’è un buon sistema di gioco e un’infinità di roba da fare, ma anche una gran bella sezione per il gioco online. Da sempre caso più unico che raro su Wii. Da comprare ieri pure lui. Poi le vere sorprese: Grand Slam Tennis e il Wii MotionPlus. Non gli avrei dato un Euro. Al Wii MotionPlus sì, a Grand Slam Tennis no. Invece, nonostante qualche difetto, qualche imprecisione (da limare per la prossima uscita, altrimenti pomodori sul palco), è il miglior tennis per Wii. E il miglior gioco di tennis in senso generale se si vuole affrontare la faccenda emulando davvero quanto accade su un campo. La sensazione di nervosismo e di concentrazione che precede il servizio dell’avversario (“me la tira sul dritto o sul rovescio?”) è impagabile. Oppure sì, si paga 59 Euro con l’aggeggio extra. Comprerò anche questo. Infine, solo intravisto in redazione, giocato per cinque minuti: The Conduit. Che non è il miracolo tecnologico che, non si capisce bene come, qualcuno aveva predetto. Che non lo sarebbe stato si vedeva fin dalle prime foto e dai filmati, ma vabbé. Quel che conta è che pare funzionare bene, sembra essere ricco di roba da fare e gente da sparare nel petto, robi strani da utilizzare e sufficiente carattere per dare qualche bella gioia agli amanti degli FPS. Sarà quell’effetto “non è una conversione a cacchio di altre versioni più migliori”, ma pare davvero avere un senso nella vita. Solo intravisti, ma probabilmente altrettanto degni di nota: Anno (RTS – gestionale teutoneggiante), Boom Blox Smash Party (provato giusto un pomeriggio con la sezione romana). Insomma, la bellezza di tre giochi da comprare, uno da aspettare con già delle emzze convinzioni e altri due probabilmente papabilissimi. E i maiali volano.

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