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Samus Aran eat Samus Aran

Samus Aran: lei, il suo amore per le gatte
Samus Aran: lei, il suo amore per le gatte

Dave Eggers mi piace. Non per i suoi riccioli ricciosi. Non per le potenziali belle macchine con cui si trascina mollemente nella Bay Area e nemmeno per tutta la questione meta-librica che è seguita alla pubblicazione della quasi-biografia. Gli voglio bene, invece, proprio per la quasi-biografia (“Opera struggente di un formidabile genio”). Abilità nella scrittura caratteristica di chi davvero ne sa a bizzeffe, l’Eggers si è preso i miei soldi anche per “Conoscerete la nostra velocità” e le raccolte di racconti. La vergogna, il lurido segreto che mi porto dietro, è che “What is the What” (il terzo romanzo) non l’ho mai finito. Ma succederà.
Per intanto sono iscritto alla newsletter di McSweeney’s, il circoletto dellle giovin promesse dell’Eggers. Che ogni tanto regala qualcosa di interessante (mica vero, non ho mai letto nulla di quelle mail). Oggi, per dirne una, c’è un tizio che sostiene convinto l’omosessualità di Samus Aran e lo comprova producendo un depliant politico vergato (mai termine fu meno adatto) dalla stessa cacciatrice di taglie intergalattiche. Qui il link per l’intera avventura fatta di parole. Qui sotto un pezzettino.

Metroid’s Samus Arans Speaks About Gay Marriage – Marco Kaye

My upbringing was nontraditional, to say the least. Orphaned at childbirth, after a dragon named Ridley slaughtered my parents, I was brought up on the planet Zebes by an alien race known as the Chozo. Half-bird and half-human, my Chozo surrogates taught me that gender, relationships and sexuality do not follow rigid rules. “Women are warriors,” my Chozo parents would squawk as they trained me for battle, “Now go practice your ice beam on the Metroids in the basement.” The Galactic Federation hired me as a bounty hunter to eradicate the Mother Brain. I kept my femininity a secret, hidden under the bulk of my Power Suit. While it felt liberating to reveal my true self to the universe after completing my first mission twenty years ago, there is something else I have been hiding: I am a lesbian.

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Che muese sei natuo?

Screengrab or...
Screengrab or...

Io a febbruaio! Aduoro fuebbraio, è un meuse bellissimuo, c’è ancorua il frueddo, ma si sentue già anuche un poco il calduo. Mi piacue il villaggiuo dei giuochi!*

* Ora, fuor dallo scherzo, non vorrei che si pensasse che solo per questo ritengo GamesVillage roba brutta. No. Magari fosse solo per questo. Che giorno di gioia e tripudio sarebbe, signora mia.

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Consigli per un aspirapolvere migliore

aspira

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Noemi Letizia nuda

Further On (Up the Road)
Further On (Up the Road)

Be’, sono stato nel deserto, giusto per prendermi del tempo
Cercavo nella polvere un indizio
Be’ fratello, non so proprio se c’è una qualche luce più avanti
Ma dentro ho questa sorte di febbre che mi brucia l’anima
Quindi, davvero, godiamoci quanto c’è di buono, finché c’è
Ti incontrerò su questa strada, più in giù

Una bella mattina ci rialzeremo, ne sono sicuro
E ti incontrerò su questa stessa strada, un po’ più avanti

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Warren Spector, Mondadori e Pippo Zombie

Warren Spector e il suo progetto Epic Mickey.
Warren Spector e il suo progetto "Epic Mickey".

Da quando le linee guida statunitensi hanno imposto agli sceneggiatori Disney italiani di nascondere la carabina caricata a sale di Zio Paperone, le cose non sono più state le stesse. Il fatto che, poi, stessi personalmente entrando nella zona tra l’adolescenza e i vent’anni è solo un accidentale evento che non può e, orsù, non va profilato come causa della disaffezione verso il mondo di Paperi & Topi. Ma solo come eventuale sintomo. Poi, insomma, c’è sempre la storia per cui Cavazzano tiene una certa età e anche meno voglia, suppongo, per cui l’inferno di monetine del deposito PdP, che un tempo venivano tutte disegnate, una per una, nell’epoca post-modernissima diventa un mare giallo con giusto una “tornata” di monete arricchite da bordo, fronte e quant’altro. L’altro dramma è che non c’è più gente che sa scrivere, ma poi, oh che palle, si torna sempre al “si stava meglio quando si stava nella vecchia Paperopoli”, per cui mi annoio da solo.

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Salsa cancerogena pt. 1

Beastie Boys: "Too Many Rappers (feat. Nas)"
Beastie Boys: "Too Many Rappers (feat. Nas)"

Buone notizie! I Beastie Boys hanno iniziato a far circolare il primo singolo tratto da “Hot Sauce Committee Pt. 1”: si chiama “Too Many Rappers” e si ascolta con tutta la gioia del mondo proprio qua. Cattive notizie! MCA ha un cancro in zona gola. Robetta, tipo che non dovrebbe raggiungere Hendrix e gli altri. Però c’è e quindi il disco viene posposto a fine 2009 e le date (solo Nord Americane) del tour cancellate. Insomma, due belle palle.
La canzone: siamo totalmente dalle parti di “To The 5 Boroughs”, particolarmente incazzosa, come spesso succede destinata a un numero imprecisato di imitatori o giù da quelle parti. D’altronde è nel DNA dei gruppi yo yo yo sparlarsi contro, e lo fanno anche i granitici Beastie. Un bel ritmo comunque, ma non di quei pezzi col riffone o il campionamento geniale che ti permette di amarli incondizionatamente anche se non ci stai capendo una fava di nulla del testo. Insomma, un pezzo per la gente di Brooklyn. Che va anche bene. Però camminare balzelloni coi pantaloni bracaloni facendo bbbrutto a trent’anni in Stazione Garibaldi verrà più facile con “Too Many Rappers”.
Riflessivamente nel finale: la classe è comunque lasciar parlare la musica anche quando ci si potrebbe arrotolare fetali sugli attestati di stima e i “get well soon” che pioveranno (e sono già piovuti). Come dire: disco rimandato, tour in sospeso, tante pacche sulle spalle, ma la musica c’è ed è questa. Anche con l’aiutino del Nas.

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Product Placement: Apple iMac 24″

iMac: costa un po' di più, ma c'è tutta la qualità che ti serve. Sceglilo oggi!
iMac: costa un po', ma c'è tutta la qualità che ti serve. Sceglilo oggi!

Per il suo breve ritorno nel mondo del freelancismo e il suo attuale e pestifero dedicarsi al blog, Zave utilizza un iMac Apple con schermo da 24″, processore Intel a 3.06 GHz, 2 GB di RAM e 1 TB nell’hard disk. Potente, veloce, silenzioso, snello e belloccio alla vista, iMac di Apple è la soluzione unica e comunque migliore per chi vuole sentirsi bene con se stesso e fare il bullo alla moda con gli amici.

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Gianni Baget non compra In Rainbows

"Facciamo cinque sterline?" - "No dai, almeno sei, oh!"
"Facciamo cinque sterline?" - "No dai, almeno sei, oh!"

E’ morto Gianni Baget Bozzo. Cioé, Padre Gianni Baget Bozzo. Tipo due mesi fa e passa, e nessuno mi ha avvertito. Non ricordo nemmeno urla e strepitii alla TV, il che può forse essere legato al fatto che non seguo alcun telegiornale tranne l’unico davvero valido (Sky, canale 200). Però non mi sono accorto di nulla nemmeno sul Corriere. Che botta. Cioé, ho anche visto che sul relativo articolo ancora presente su Corriere.it ci sono commenti che illustrano l’uomo come uno dei più grandi pensatori-giornalisti vissuti di recente. Il che è indubbiamente interessante. Poi ho pensato che forse era meglio mettere le cuffie e quindi son qua con quel “Down on the Upside” che a tutti piace odiare, ma che alla fine ce la fa anche. Assolutamente non come i vari “Badmotorfinger” e amici, ma ce la fa.
Il fatto che sia morto, comunque, impedirà con buone probabilità a Giannino di passare alla cassa elettronica del negozio virtualissimo e virtuoso dei Radiohead, che da poco ospita anche il download di alcune canzoni/dischi. Tra cui spicca la seconda metà del mai troppo amato “In Rainbows”. Ora, si possono perdere ore a chiedersi perché mai nei negozi sia arrivata l’edizione da un solo disco, dato che l’opera è concettualmente e slurpamente al completo solo se si chiude all’ultimo secondo di “4 Minute Warning”. Ma vabbè. Un’ingiustizia cosmica a cui gli stessi di Oxford provano a porre rimedio mettendo finalmente a disposizione di un certo pubblico (non quello da negozio quindi) le canzoni. Tralasciamo il fatto che, al 99,99%, quello stesso pubblico se l’era già procurato per vie traverse o con il Super Box Deluxe Edition Yeah Yo!, come aveva fatto il sottoscritto. Però… però si acquista in blocco a sei sterline. Che sono poche tutto sommato, meno dei 9 e rotti Euro di iTunes. Però il formato è solo .mp3 e mi pare di capire (senza procedere all’acquisto imprevisto) che non ci siano opzioni relative alla qualità degli stessi, presumibilmente fissata a un 160vbr come fu ai tempi “In Rainbows”. Ma… ma! Cadano gli dei! Qui si paga! Ai tempi s’era tanto discusso di questo “paga quanto vuoi, anche nulla”, tutto quel chiacchiericcio, lo scossone al mondo dell’industria discografica… Ecco, sarebbe bello parlarne, ma poi mi viene fuori una faccenda troppo lunga, quindi rimando a un futuro post. Però insomma, se volete finalmente spupazzarvi la seconda parte del più bel disco degli anni 2000 dei Radiohead, ora potevate farlo. E “Kid A”?

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Oggi ho imparato che.

Candidato alla segreteria del PD? Fuori tempo massimo, grazie.
Candidato alla segreteria del PD? Fuori tempo massimo.

Il servizio Ore Sette del Corriere della Sera è ormai il punto di partenza della giornata, con la cronaca ormai cronologicamente sfasata delle 24 ore prima a rendere meno barbosi i viaggi in treno e metro con tutti che si leggono la free press. Ogni imparata di oggi arriva dal Corriere in edicola.

  1. Riferendosi all’auto-candidatura di Beppe Grillo, Bersani dice: “Il partito non è un autobus sul quale salire e fare un giretto”. Fassino: “il PD non è un taxi dove si paga la corsa e si scende”. Melandri: “Il PD non è un tram su cui si può salire all’occorrenza”.  Insomma, ho imparato che col PD non si va da nessuna parte.
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