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Kata-happening: grunge paraphernalia

La foto è scontata ma fa ancora la sua figura: e poi qui ha anche la testa!
La foto è scontata ma fa funziona ancora: e poi qui ha anche la testa!

Salve amici convenuti: un messaggio che è spam. Quello che segue è un link a una pagina di Kataweb. Per la precisione a una pagina della sezione musica di Kataweb, in cui campeggia un articolo scritto dal sottoscritto. Un riassuntino sull’attuale stato degli ex gruppo di Vicolo Grunge: Pearl Jam, Alice in Chains, ex-Soundgarden, Nirvana e uno zinzino di Green River e Mudhoney. Proprio poca roba volante. Però è la prima volta e insomma, oh, fa strano.
Il link è questo qui.

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Thom Yorke: “sto male, aiutatemi”

Feelingpulledapartbyhorses (Thom Yorke - 2009)
Feelingpulledapartbyhorses (Thom Yorke - 2009)

Dear Sir or Madam
This is to inform you of the release of two more bits of work shortly.
They are loosely under the Thom Yorke name this time, although these days its all getting kind of blurry.

“Blurry”? Magari ci si limitasse a un suono indefinito e sfumeggiante, nel nuovo EP “FeelPulledApartByHorses” firmato da Thom Yorke. Due canzoni, poco meno di undici minuti, circa una sterlina ogni 60 secondi. Ma io gli voglio bene e avendo prenotato il vinile da 12 pollicioni, giusto per fare il ganzo, posso anche disquisire. Disquisire sul fatto che sta da schifo, non che ci s’immagini con maggior voglia di vivere uno che si sente come se dei cavalli lo stessero tirando_lacerando, ovvio.
Non è “In Rainbows” e non è nemmeno “The Eraser”, anche se la predominanza di elettronica (anzi, la pressoché esclusività di suoni elettronico-sintetizzati) nei due pezzi rende più facile avvicinare questo EP del 2009 all’album solista del 2006. C’è dentro veramente tutto il male di vivere delle droghe sintetiche che distribuiscono nell’acqua della zona di Oxford in cui ha preso casetta con giardino il Thom. Rumore, ghirigori, giri e rigiri, basso funky che viene ammazzato, cani che latrano. Questa volta gli .mp3 gratis non li metto, chi è interessato può passare all’esborso (se lo crede), o sentirsele qua.

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Se il cuore rimane sulla copertina

Black Gives Way to Blue (Alice in Chains - 2009)
Black Gives Way to Blue (Alice in Chains - 2009)

Un nuovo inizio: è un auspicio quello proclamato deciso, con giusto un filo di scazzo post-mortem, da Jerry Cantrell in “All Secrets Known”, pezzo che apre “Black Gives Way to Blue”. Lo fa mentre la chitarra sale fino a creare un muro granitico, quasi una barriera innalzata contro qualsivoglia critica. Perché di critiche ce ne sono state e ci saranno: riesumare il nome Alice in Chains anche con uno Staley sepolto da mo’? Ma è roba loro e se decidono di farlo, saranno ben fattacci propri. Moralmente parlando, perlomeno.

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Alice in Chains: ricominciando

Alice in Chains 2009 - "Black Gives Way to Blue"
Alice in Chains 2009 - "Black Gives Way to Blue"

E’ troppo tardi per tutto. Troppo tardi per gli Alice in Chains. Troppo tardi per Layne Staley. Troppo tardi per recuperare il doppio “Degradation Trip” del solista Cantrell e confrontare, ché i CD non so dove siano finiti (custodia vuota, c’è di peggio nella vita?).
Troppo tardi per ascoltare per la prima volta “Black Gives Way to Blue”, il ritorno in gioco del gruppo bluesheavygrunge (aggiungete un paio d’altri, se vi serve). Ma d’altronde così è e quindi fuori le droghe eccitanti e determinazione nel fare almeno un giro completo prima di abbandonarsi al sonno del giusto.

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Musica

Il nuovo disco degli Smashing Pumpkins

Teargarden by Kaleidyscope (Smashing Pumpkins, 2009-2010)
Teargarden by Kaleidyscope (The Smashing Pumpkins)

“Teargarden by Kaleidyscope”: casomai “Machina/the Machines of God” vi fosse sembrato troppo sempliciotto come titolo, per il settimo disco degli Smashing Pumpkins è stato scelto qualcosa di ancora più complicato, ma che, almeno, lancia immagini più soffici, acide e promettenti. Quella qua sopra potrebbe essere l’illustrazione principale, ma, d’altronde, parlare di “illustrazione” (al singolare) potrebbe non aver senso…

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Musica Variopinto

This machine can only swallow parole

Call me de che?
Call me de che?

“Accelerate”, il disco dei R.E.M. dell’anno scorso. Si stava riflettendo sulle similitudini concettuali con il nuovo “Backspacer” dei Pearl Jam…  o qualcosa di simile comunque. Poi ho messo su “Automatic for the People” al suo posto, con le cuffie sganze.
Oltre ad aver colto roba che precedentemente (nonostante una qualche vagonata di centinaia di ascolti) non avevo mai colto, tipo il preciso colpo alle corde del basso in “Drive” o una risatina smorfiata da Stipe in “Sidewinder Sleeps Tonight”… ecco, oltretutto, è tornata alla mente la questione proprio del ritornello dell’ultima canzone citata.

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Musica Uncategorized

Something’s in the Air

Godot e Duckel: il bianco e nero sfina.
Godot e Duckel: il bianco e nero sfina.

Vanno per i quaranta, i due degli Air: Amour, Imagination, Rêve. Nicolas Godin e Monsieur Duckel hanno finito di lavorare al quinto album della loro carriera da poco diventata ultradecennale e non è questo il tempo di tirare i remi in barca. In attesa che qualcuno di più attrezzato metta a disposizione dell’UniversoMondo “Love 2”, ci si può sbizzarrire cercando di intuire dove andranno a parare.
Per amor del fastidio, non dovrebbe rivelarsi un’impresa poi titanica: gli ultimi due album dei parigini (e dintorni) non si sono spostati poi un granché rispetto al punto di partenza, che è poi stato un recupero più accogliente, pre-riscaldato, pop e morbido à la “Moon Safari”

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Musica Videogiochi

Daft Punk: questione di priorità

Daft Punk @ DJ Hero: come perdere tempo.
Daft Punk @ DJ Hero: come perdere tempo.

Tre dischi. All’incirca tre ore di musica spalmate attraverso tredici anni. Tredici, lunghi, anni e sole tre “uscite” per i Daft Punk. Quando usciva “Homework” (1996), facevo ancora in tempo a prenderlo e prestarlo a qualche compagno di classe sprovveduto. Alla pubblicazione di “Discovery” (2001) vivevo nella casa dell’infanzia ed ero totalmente sprovvisto di contratto, nonché alle prese con il miraggio dell’università. Arrivati a “Human After All” (2005), il mondo mi pareva promettere splendidi lavori a base di scrittine e biglietti per la Champions’ gratuiti. Ora, santiddio, sarà mica venuto il tempo di buttar fuori questo benedetto quarto album? Anche la media dei quattro anni e mezzo è stata rispettata. Abbiate pietà.

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Musica

Avvenimenti cronometrati

The Fixer + Supersonic (Pearl Jam)
The Fixer + Supersonic (Pearl Jam)

Alle tre di mattina la casella della posta può avere qualcosa da sussurrarti all’orecchio. E non è solo un: “ehi, ohi, ma quelli del servizio Ore Sette ti han già portato il Corriere!”. La bella notizia è l’arrivo del primo singolo di “Backspacer” direttamente dal fan club, in tre settimane e un pezzetto, meglio del solito insomma. La semplice idea che arrivi proprio il giorno dopo la discesa digitale dell’intero disco è ancora più morbidosa. Un 45 giri con il suo bel vinilino bianco latte che chiede solo di essere abbracciato e voluto bene.

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