C’è un treno ristorante, da qualche parte nel mondo immaginario di ATM. Azienda Trasporti de’ Milan. Che Milan l’è semper un gran Milan, nonostante Kaka non sia più all’aperitivo sul naviglio delle sette e qualcosa. Comunque c’è, pochi scherzi: all’800.80.81.81 ne sono sicuri, tanto che è la seconda opzione consigliata dal donnino virtuale. Ecco, santi tutti, qualsiasi sia la selezione, il risultato non si fa mai aspettare: linea occupata. A un numero verde.
Esattamondo mondo pizza cowabunga: questo è un messaggio in cui ci si lamenta che “oh-ma-in-Italia-fa-tutto-schifo”. Però a me mi: hanno mangiato la tessera elettronica della metropolitana ormai un mese fa. Una cassa automatica dalla faccia scura e la parlantina scurrile. A Cologno Monzese, naturalmente, quindi nulla di nuovo. L’omino sovra pagato per un lavoro sottoignobile ha deciso che il tesserina andava riportato in Piazza Duomo all’ATM Point. Che, visitato con malcelato scazzo sabato mattina, ha rivelato di non potermi aiutare: “deve rivolgersi all’ufficio là in fondo, quello chiuso, aperto solo negli orari di ufficio durante i giorni feriali”. Il problema degli orari di ufficio è che sono, occhio eh, orari di ufficio. Quelli che faccio anche io.
Sono stato come sempre ingeneroso, mica vero che sono i miei stessi orari: loro chiudono alle 16.30, io stacco alle 18. Tutto torna. Il problema è dove va a finire, una volta tornato. Quindi non so, possibile che si finisca con la solita sparatoria e tutti a dire “sembrava così un bravo ragazzo ex-giovanotto”.
Achievement! Se qualcuno ha dei racconti bellissimi sul mondo ATM (va bene anche Atac dai), li condivida qua. Se succederà, inizierò davvero a credere che qualcuno legga questo blog. Se succederà, magari ci scrivo (CTRL+C / CTRL+V) un libro, faccio i soldi e compro Kutuzov dal Bari.