Ieri sera si è tenuta, con discreto successo credo di poter dire, la seconda edizione della Festa di Compleanno. Dopo oltre dieci anni di no-Martini / no-party, nel 2009 le insistenze e l’organizzazione di un duo poco raccomandabile (LusyLou + Zampilly) avevano prodotto una ventina d’invitati e un ritorno alla festa di compleanno per il sottoscritto. Tutto molto bello, per davvero dico. Anche e soprattutto grazie all’ospitalità nella Magione Venino che garantiva spazio, charme e addirittura ampio parcheggio.
Forti di quell’iniziativa, peraltro ampiamente apprezzata pure in consiglio d’amministrazione e dagli azionisti di maggioranza, ieri c’è stato il secondo appuntamento. Questa volta si è trattato addirittura di un DoppioParty: prendendo per il bavero il calendario abbiamo sfruttato il magico mondo dei numeri e della casualità e festeggiato sia il sottoscritto che la LusyLou di cui sopra. I soli undici giorni di differenza tra un compleanno e l’altro sono stati la chiave di svolta della faccenda: siamo tutti molto soddisfatti e guardiamo a questo anno fiscale 2011 con rinnovata fiducia. Dai dai dai! E domani ricomincia Boris, ma questa è un’altra storia.
Categoria: Giornate
Giovane Vs. Giovane
Qui ci va una premessa d’obbligo: qualche tempo fa mi si apre una finestrella su MSN, o forse su Google Talk. Uno di quelli lì insomma. Tale Enrico Procopio inizia a “parlarmi” come se ci conoscessimo, ma io Enrico Propocio non lo ricordo proprio. Cioé, il nome un po’ sì, e non lo sto nemanco sconfondonendo con Enrico la Talpa del Lupo Alberto. Che ora che mi viene in mente Lupo Alberto mi sento già morto dentro. Ma la pubblicità di Lupo Alberto col preservativo se la ricorda qualcuno? Oltre alla gallina dico. Comunque, Enrico Procopio continua a parlare, io intanto faccio finta e studio: scopro che è uno che ha lasciato dei commenti su questo blog. Scopro anche che ha diciassette anni, il che vuol dire che ha contravvenuto alla regola per cui non si può nascere dopo il 1984, l’avevo già segnalata e resa effettiva qualche anno fa, ma che ci volete fare… Comunque, questo tizio legge il blog, leggeva Nintendo la Rivista Ufficiale (non Game Power e le altre, ché è un regazzino tutto sommato) e vuole far passare il messaggio che mi stima un casino (citazione dal tizio là della TV). Non lo dice, ma lo lascia intendere, che tutto sommato è pure peggio (se possibile). Ha anche fatto un post sul suo blog in cui minaccia inchieste a caso, cioé, fate voi.
Poi scopro, parlandoci, che a diciassette anni si interessa di politica. Lì capisco che abbiamo perso tutti: quando un ragazzo giovane (con una “g”) si interessa di politica c’è solo da fermarsi, guardarsi negli occhi e cercare di capire assieme dove e come abbiamo sbagliato. Comunque, nonostante questo, decide di prendermi sul serio quando gli dico di intervistare un altro giovane ai suoi ritrovi di comunisti. Lo fa. Cioé, finge di farlo, in realtà parla con se stesso e partorisce quanto segue. Buona lettura, eventualmente.
E buon compleanno a me
Via le barriere, si finisce dritti senza airbag o cinture contro il muro granitico della vergogna e della mancanza della stessa. Quella qua sopra è una foto di me a… non so, facciamo cinque anni e la tagliamo qui? Cinque anni. Venticinque anni fa insomma, dato che oggi si fa triplo giro: 30 anni.
Per festeggiare non solo annullo ogni senso del pudore per almeno tre minuti, quelli che mi servono per scrivere questo post, ma faccio anche l’elenco (molto incompleto) delle tag valide dal 1980 al 2010. O anche dal 1984 to’, dacché ho memoria insomma. Via con le tag: vimodrone, topolino, moquette, sedie rosse, bidoni dei Lego, Leopoldo, mio fratello ha la faccia seria, il trenino rosso dei Lego, bicicletta gialla, la BMW, la discesa per i box, la nevicata famosa, un gioco coi pesci e le canne magnetiche, lasilo (scritto così), il sonnellino, Fratel Michele, le mazze da hockey su prato, minibasket, il Mars, Master System, campetto, la sala riunioni, metropolitana, tram, Renault 5, piscina, U.S. Vimo, Megadrive, Salesiani, stazione centrale, sonic e mario, Console Mania e Game Power, l’edicola in Duomo, Bellamonte, Spoleto, Predazzo, edicola in montagna, Villa Rosa di Alba Adriatica, Phoenix, Bubble Bobble, Matteo/Francesco/Filippo/Christian/Daniele, Street Fighter II, LaMou, liceo, Gameland, Joystick Fun, Nirvana, Pearl Jam, Cure, Smashing Pumpkins, concerto dei REM, PlayStation, in redazione a GP, giorgio/claudio/carlo/andrea/vito/luca/raff, ospedale di monza, ugo e gli altri, honda civic, cervinia, console keeper, giopa/ualone e gli altri, roma, simona, playstation world, future show e babigastone, future media italy, figata spaziale, merate, treno, anna, mill, viale fulvio testi, palletta, baustelle, nerone, gamecube, roberto e davide, merlino, los angeles, ospedale niguarda, drammathon, cernusco, osnago, zero, lusylou, dimissioni, londra, assago. Spazi vuoti come se piovessero.
Sono come Raz Degan (fatti miei)
Premessa: post scritto originariamente sul treno delle 8.36 da Osnago Beach a Milano Garibaldi (fu ferito).
C’è qualcosa di affascinante e di inquietante nei filari di palazzine e villette anni ’70 che seguono fedeli i binari della linea Lecco-Milano. Primo: perchè sta cominciando a nevicare per davvero e loro sono immerse in questa foschia biancastra e immobile. Secondo: perché il retro, i giardini, i box, insomma tutto ciò che dà sulla linea ferroviaria è nascosto al resto del “pubblico”. E quindi bruttarello e degradato.
Ma ci sta benissimo con “Sawdust” (The Killers). Oltretutto ho appena deciso che da grande voglio fare la casalinga. Solo perché rivoglio la mia vita anni ’80, anche se vuol dire scambiarsi i posti e fare il genitore invece di quello che si lamenta per non andare a scuola e sogna nuove scatole di Lego.
Nota a margine: so ancora scrivere cinque righe a mano!
Neve c’è, neve non c’è: in giorni squassati dall’affaire Morgan, trattare l’argomento della bianca regina che discende è sempre un po’ delicato. Ma serve, addirittura urge, togliere quel logo da poveracci dalla posizione “top” del blog. Quindi in attesa di robe tipo un filo più interessanti e constatato che l’aggiornamento di oggi del sito ufficiale di Sonic the Hedgehog 4 è la solita perculata… parliamo sì di neve. Che ha sorpreso di nuovo la zona milanese e mi ha reso più sopportabile il fatto di non aver sentito la sveglia ed essere prossimo al licenziamento per giusta causa. Quindi? Quindi sondaggione-inchiesta a gente a caso delle contact list super Internet-Social. Due righe sulla neve, ne basta una che tanto la prima se l’è sparata il tizio lì dei Bluvertigo. I risultati dopo il clicckete.
“Oh noes! Santi numi, avrà mica scritto un post tipo blog vero, in cui dice le cose sue dei fatti suoi?”. Chiedo scusa, ma siete avvisati.
La gente sul GAF sta tipo dando fuori di testa per la prima illustrazione di Project Needlemouse che Sega presenterà al pubblico. Ma tipo che stanno male, ancora. Dopo tutte queste corna, dopo tutto questo dolore, dopo tutti questi pianti, le urla, i piatti rotti, le accuse alla madre, gli sms letti di nascosto… sono di nuovo pronti ad aprire le braccia, col cuore già bello gonfio. In attesa della sifonata in mezzo ai denti. E quindi perché? Perché la nostalgia canaglia vincerà sempre, oh sì. E perché, soprattutto perché?, questo sembrava un post dedicato ai videogiochini e invece stiamo finendo ancora una volta nella solita roba trita e ritrita? Perché paga bene, viene via a poco e scontenta tutti. Risultati simili non si portano a casa tutti i giorni.
Il contadino saggio, quello che ancora non ha capito la storia del formaggio e delle pere, diceva che il tempo guarisce tutto. Non solo lo guarisce, ma gli tira sopra una palata di fard che è tutta un programma. Oggi uscivo dall’ufficio, dopo aver finito di vergare quella robetta sul crepuscolo. Ed ecco che proprio lui, l’infido bestio satanico del crepuscolo, deciso a prendersi nuovamente giuoco (“del calcio”, ndBerlusconi) di me, mi si appallottola tutto contro. Scelgo il disco dei Killers. No, pardon, scelgo lo strepitoso disco dei Killers, il terzo (“Day & Age” – 2008), credendo di ballonzolare leggiadro come mi è consentito dalle crudeli leggi del sovrappeso verso il 320. Invece no: ciondolo col mantellone blu tutto preso da quella caterva di bestiali rimandi a un tempo che fu. “Day & Age” è talmente intrifolato di anni ’80 buoni e talmente strepitoso nella concezione e nella produzione, che nemmeno te ne accorgi e sei tutto impiastricciato di vent’anni fa. Il che non aiuta a combattere il rosato-arancione della sera che viene a papparsi vivi tutti gli impiegatucci (me compreso) della zona.
Dailyrando: diciassette, fading out
The Twilight Zone è qua ed è questa. Il momento più palesemente mortifero della giornata ha già avviluppato con la sua lingua di amicizia l’intera zona assaghese (e, suppongo, anche il resto della pianura padana e giù giù giù fino a, chessò, Parma!). L’azzurro ha tenuto duro, non si è più fatto mettere sotto come a metà giornata, in quelle drammatiche tredici che tutti ci ricordiamo, quando abbiamo abbracciato i nostri cari e pensato alle crocchette del gatto, lucidando il pomello della porta spaccafiamme del bunker antiatomico di Nonno Palmiro. Certo, ora si va nel buio, ma vuol dire anche che si torna a casetta santa, che puoi ascoltare musica da crepuscolo sulla via di casa e che domani è un altro giorno. A patto di non rimanerci secchi nel mentre, che la vita è tutta troppo matta! Bònasera.
Strascicandosi sui gomiti si son fatte le quindici, o le tre piemme, che non è il product manager di Disney Hide & Seek, ma il post-meridiano. I fantasmi del dopo pranzo fluttuano tutti belli allegri, irridendo quella sana voglia di spaparanzamento sul divano che, ah!, tanti splendidi pomeriggi ha caratterizzato al meglio. Anche quando voleva dire addormentarsi giusto dopo la fine di quei dieci minuti di “Non è la Rai” e prima che cominciasse qualcos’altro. Sanpierdarena, che noia insormontabile e quanta malinconia addirittura delle pre-sgallettate di Boncompagni. Se non è intossicazione alimentare questa, non capisco proprio che altro potrebbe essere.
Aggiornamenti dal fattocoso della foto nello stesso posto: come si può abilmente dedurre in solitario, è tornato dell’azzurro. Del bell’azzurro. Le macchine non so, non le ho guardate. Di fronte, sui palazzi, nessuno ha approfittato del tetto per buttarsi di sotto, il che mi sembra un peccato (cioé, dico, di fronte alla sede di Sprea è successo – e va bene che il paragone è proprio crudele, però…).
Oltretutto, dato che Orecchie Asimmetriche ha sempre da ridire, metti fin da ora (e non con un post finale come mi ero ripromesso con una circolare interna di fare) la sequenza di foto dello StessoPostoNoioso a orari differenti, dopo il click qua sotto. Trattenetevi però.
Come da previsione l’azzurro sbarazzino se ne è andato. Non proprio del tutto, che un po’ ancora mi sopravvive, ma è incalzato con violenza sabbiosa dalle nuvolette bianche e mediocri. Ah! Dannate! Invece, clamoroso al Cibali, situazione pressoché invariata in zona parcheggio: tra arrivi e partenze si rimane su un “meh” che di sicuro farà più meh al parcheggiatore che a me. Arrrh!
Messa in pausa la Dave Matthews Band, i punti di contatto con l’inter-mondo si sono prodigati in due segnalazioni: una banale (“M’importa ‘na sega“, C.S.I.), una meno banale (“Zef Side“, Die Antwoord). La newsletter di MdA è pronta, se state per riceverla evidentemente c’è qualcosa di molto morbido che ci accomuna, ci avvicina e ci spaventa un po’. Ma se questa storia ha un senso, non voglio scoprirlo questa sera.
Per arrivare alla sera, però, serve prima pranzare. Tombolatona: si va alla MensaRistorante? Oppure al PaninoSbagliato? E al Carrefour? Niente Carrefour? No, niente Carrefour. Per intanto continuano ampiamente a vincere le undici. E si va verso la penultima tappa.