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Videogiochi

Capcom all’X10: Dead Rising 2 e Lost Planet 2

Lost Planet 2 e Dead Rising 2, ovvero Capcom all’X10, il ritorno dell’evento monomarca che piace tanto a quelli che ci piace l’Xbox 360. Per l’occasione Capcom ha portato in forma giocabile Dead Rising 2, quello che teoricamente butta davvero male perché lo stanno facendo cinque mammalucchi a caso. E per l’occasione ha pure parlato di Dead Rising 2: Case Zero. No, non è la conversione-palta per Wii o DS (!), ma semplicemente una sorta di prologo da scaricare da Xbox Live prima della pubblicazione del gioco. Che è prevista per il 3 settembre in Europa, a quattro anni precisi dal lancio del primo capitolo (diavoli santi, già quattro anni?!). Lost Planet 2, invece, planerà ricco di mostri con le bolle il 18 maggio. Quindi all’incirca dopodomani. Ma ora spazio alle immagini e ai comunicati stampa.

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Musica

Attacco sotto copertura

Massive Attack Heligoland

Sembra un po’ il passaggio dalla guerra alla guerra moderna, perlomeno come definito da un Solid Snake, nulla di più: là dove un tempo era tutta fanteria, ora è tutto missile intelligente spedito da casa mia al Kuzerbakistan inferiore. Io scarico la demo di Dante’s Inferno e intanto ho appena trucidato due villaggi di caprette e bambini che non hanno neanche gli occhi per piangere (una bella botta di culo, mi vien da dire).
Ecco, “Heligoland” è l’attacco massivo inglese che un tempo si presentava sul campo di battaglia con dei laser strani e un buon numero di cannoni in saccoccia (quelli da arrotolare, quelli con dentro i fiori), mentre ora lascia che sia il prossimo a portare il messaggio. Con i due Robert Del Naja e Grant Marshall al calduccio, dall’altra parte del vetro in studio di registrazione. Non si uccidono forse così anche i cavalli? Non so. Ma non si uccidono forse così anche i Massive Attack? Probabilissimo.

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TV e cinema

Salvate il soldato Bingham

Tra le Nuvole

Achtung: contiene spoiler sul film!

Troppe, troppe femmine al secondo spettacolo serale di “Tra le Nuvole” alle Torri Bianche. Di fronte a una sceneggiatura ricca di battute riuscite, gag che strappano sorrisi e quelle smorfie che hanno fatto il successo di George, le femmine si strappano le mutande di fronte alle peggio cazzate banali. Quando cade in acqua. Quando parla di matrimoni. Quando, insomma, tocca il cuore della trentenne brianzola. Che mestizia.
Ma c’è sempre qualche imprevisto su cui contare quando popoli le mega-multi-sale dell’hinterland, anzi, poteva andare anche molto peggio. Poteva andare anche molto peggio il film di Jason Reitman, ma poteva andare anche uno zinzino meglio. Il giovane regista arriva alla sua terza conduzione “di peso”, dopo i successi portati a casa con “Thank You for Smoking” e “Juno”. Come già i precedenti, anche “Tra le Nuvole” si vende come una commedia, ma non disdegna il messaggio. Che però è quello che meno convince della pellicola.
Quasi attratta fatalmente dalla moralina buonista-volemmosebene (ché il mondo fa schifo), la sceneggiatura vira nella seconda metà, spostando gli equilibri dello scapolone impenitente Clooney. Purtroppo.

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1 Song a Day Musica

1 Song a Day: Move Out (Mudhoney)

Every Good Boy Deserves Fudge

Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile. Clicca qui per scoprire le altre canzoni del giorno.

Avete mai visto Mark Arm? Se siete della generazione che cercava risposta alle domande sulla vita e sulle femmine nei primi anni ’90, allora lo avete visto. Ha la faccia da idiota, e non è che si muova o tiri fuori espressioni molto più sensate. Può permetterselo però, perché assieme ai suoi amici di banda ha dato alle stampe cose come “Every Good Boy Deserves Fudge”, un album che è un bel pezzo della storia di Seattle che poi sarebbe esplosa a minuti. Ecco, io quel disco mica ce l’avevo, ma ora incredibilmente c’è, offerto dai banconi di una FNAC capace di far riscoccare la scintilla. Che poi il 33 giri è pure arancino-pescato, un bello che neanche sto qui a dirlo. “Move Out” è uno dei pezzi più strapazzosi dell’intero album, per quanto sia dura trovarne uno sul rilassante. Ma non stiamo neanche qui a discuterne, guardatela/sentitevela e tutti a casa, ancora una volta a rimuginare a quel simpatico 1991.

Move Out

Every good boy deserves fudgeDi: Mudhoney
Durata: 3′:32”
Dal disco: Every good Boy Deserves Fudge
Anno: 1991
Guarda e ascoltacliccando qui
Cose su questo bloguna roba sola (svenduta a KW.it)

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Uncategorized Videogiochi

Area21: Lemmings (Amiga)

Lemmings

Dopo tanto tempo, dopo tribunali, piazze e paparazzi, torna a scorrere possente l’amore tra Zave’s e Area21. Il solito, imperturbabile, probabilmente fake-di-se-stesso NO1 firma anche la recensione di Lemmings, quello per Amiga. Ma ricordate! Andate a spupazzarvi l’intero archivio di Area21.it, che è una roba tipo pazzesca! Non ci starete più dentrissimo!

Scrivere venti recensioni di uno stesso gioco, per diversi formati, non è una bella esperienza da fare. Prodotto per tutte le piattaforme immaginabili fino alla calcolatrice solare, il primo Lemmings rappresenta però il classico caso di genialità semplice, che per esempio non comporta cambiamenti concreti nel passaggio dalla versione per PC a quella per Game Gear. Per una volta, quindi, ci salviamo dalla maledizione del multiformato.
In ogni variante di questo celebre puzzle game ci ritroviamo a guidare una piccola compagnia di roditori (Lemming – Rattus Norvegicus – noto per la sua tendenza al suicidio di massa via tuffo da scogliera) attraverso paesaggi pieni di pericoli, cercando di assicurare la salvezza della maggior parte del gruppo di suicidi. E fino a qui è ovvio che un concetto così semplice rimanga sempre inalterato, qualsiasi sia la versione considerata. In Lemmings, però, il minimalismo della grafica ha fatto sì che alla fine non ci sia nemmeno una grossa differenza estetica fra le edizioni dedicate alle macchine dei primi anni novanta. Al di là dell’idea di fondo e dell’estetica, a dire la verità, un piccolo gap non poteva non venire fuori, ed era quello legato alla quota di comandi a disposizione di un Amiga o di un PC, rispetto a quelli concessi a una console (le macchine Sega e Nintendo non avevano dalla loro mouse e tastiera, nel 99% dei casi), il che lasciava solo alla buona volontà delle softco la possibilità di compensare, via joypad, gli eventuali intoppi. Compensazione che, comunque, è stata quasi sempre assicurata senza tanti problemi.

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Videogiochi

Sonic e il gruppo vacanze Piemonte

Sonic and Sega All Stars Racing

Da ieri è disponibile la versione demo di Sonic & Sega All-Stars Racing, almeno per Xbox 360. Tentativo numero seicentododici di copiare con successo (almeno alla cassa) la formula di Super Mario Kart, è la seconda volta che Sega ci prova, ma dalla prima (Sonic Drift) sono passate due ere geologiche e una glaciazione. Oltre a ventotto governi italiani.
Però Sonic Drift aveva qualcosa che questo Sonic Sega All-Stars Racing pare non avere, per motivi congeniti: la coerenza stilistica e la compattezza, per così dire. Magari alla fine della fiera funzionerà meglio così, ma già l’introduzione in CG del gioco in uscita a fine febbraio lascia presagire che sarà un’insalatona di facce, modi, nomi e fatti. Si può davvero sopportare lo stridolio mentale che scatta quando vedi Ryo di Shenmue affiancare Knuckles? E’ legale prevedere che il tizio di Jet Set Radio Future corra gomito a gomito con Alex Kidd? Dai oh, sembra una di quelle fan-fic in cui Shrek limona con Sonic e poi piangono guardando Harry Potter che cucina il pane nudo (immagine esplicativa del bordello appena dopo il “Read More”).

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Giornate

Sono come Raz Degan (fatti miei)

Lego

Premessa: post scritto originariamente sul treno delle 8.36 da Osnago Beach a Milano Garibaldi (fu ferito).

C’è qualcosa di affascinante e di inquietante nei filari di palazzine e villette anni ’70 che seguono fedeli i binari della linea Lecco-Milano. Primo: perchè sta cominciando a nevicare per davvero e loro sono immerse in questa foschia biancastra e immobile. Secondo: perché il retro, i giardini, i box, insomma tutto ciò che dà sulla linea ferroviaria è nascosto al resto del “pubblico”. E quindi bruttarello e degradato.
Ma ci sta benissimo con “Sawdust” (The Killers). Oltretutto ho appena deciso che da grande voglio fare la casalinga. Solo perché rivoglio la mia vita anni ’80, anche se vuol dire scambiarsi i posti e fare il genitore invece di quello che si lamenta per non andare a scuola e sogna nuove scatole di Lego.

Nota a margine: so ancora scrivere cinque righe a mano!

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Figate spazianti

Figate Spazianti: Mother di classe

Mother

Non ho mai giocato per davvero a Mother. O a Earthbound. O a Star Tropics, che non c’entra, ma c’entra sempre. Però questo è un gran bel pezzo di illustrazione. Non abbastanza “gran” per diventare un wallpaper, ma avevo lo stesso voglia di condividerlo con il popolo dell’Internet. Buona condivisione quindi (fate clic sull’immagine sennò non serve a nulla).

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Arcadia Videogiochi

Arcadia: Raiden

Raiden logo

Arcadia è la serie di stravolgenti post che collega nostalgia e senso dell’inutilità: un vecchio gioco “da bar” e il luogo in cui è stato provato con più amore e frequenza. Per le puntate precedenti cliccate qui.

Allora, per questa volta ci ripetiamo e rimaniamo a Vimodrone. Anche perché saranno almeno tre o quattro i luoghi Arcadici amorevolmente legati al capoluogo di provincia (provincia di Vimodrone, ovvio), quindi meglio sbolognarne fuori subito un altro. E quest’altro finisce nel registro delle rimembranze proprio per uno sputo. Parliamo di un baretto all’apparenza nuovo, ma dalla frequentazione talmente trasversale da non poter essere catalogato né come “locale malfamato”, né tanomeno poteva ambire a ritrovo parrocchiale. Un’inutilità completa, insomma. Resa meno tale solo perché c’erano dentro un paio di giochi che altrove non si trovavano, non so se per scelta del gestore (no) o per scelta di quello che gli noleggiava i cabinati (questa è più probabile). O forse per il semplice motivo che ci andavo/andavamo a spendere delle monete e quindi credeva di aver azzeccato le schede giuste. Che, per la precisione, rispondevano al nome di: Truxton e Raiden.

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