Ci sono domande destinate a rimanere senza risposta: perché non è mai esistito un vero Sonic per Saturn? Che senso aveva il 32X? Perché diavolo Sega non ha mai convertito il secondo, vero, Golden Axe per alcuna console? Come se l’hardware del Saturn non fosse pensato apposta per giochi simili… O ancora: com’è possibile che quel lurido tugurio si portasse a casa la palma di migliore sala giochi di Milano? E perché a un certo punto si è riempito di cinesi? Ma, poi, è vero che ci spacciavano più che in tutta Bogotà? Il tugurio erano le quattro pareti mobili della New Rocky, il luogo era Porta Venezia, a un tiro di schioppo (o meglio: due fermate della MM1) da Loreto e comodo comodo per una vascata il sabato o la domenica. Ti facevi tutto Corso Buenos Aires, rimirando negozi di videogiochi e di dischi, poi finivi lì.
Autore: Zave
Su grande richiesta del solo Cartellonista e nel tentativo di fingere di provare a leggere nelle immagini più di quanto ci sia… arriva il “Vivisezionando” di Super Mario Galaxy 2. Ovvero: delle immagini distribuite l’altro ieri di Galaxy 2. Vivisezionando è un’etichetta importante, storica, che oggi non verrà rispettata, di questo potete già stare certi. Epperò qualcosa provo a scriverlo, ma soprattutto mi aspetto correzioni/espansioni da parte dei lettori e dei giocatori più attenti. Ché io di Super Mario Galaxy ho già dimenticato un sacco di roba. Poi, oltretutto, mi serviva una scusa per pubblicare l’illustrazione di copertina, che vedete qua sopra in parte e che trovate assieme a tutto il resto nel post vero e proprio.
Having quitted his very own Naughty Dog a few years ago (2004), Jason Rubin has quietly disappeared from the videogames industry radars. But what has the creator of Crash Bandicoot and Jak & Daxter (and Way of the Warrior) been on lately? Comics. And a weird internet mash up tool that now is part of the MySpace family. Well… what about videogames? Find out reading this short and peace-inspiring interview with the man itself. Enjoy. 🙂
Aggiornamento! Sostituite le immagini con versioni più cicciose!
Come già Metroid: Other M prima di lui (vedi post precedente), il bel tizio col baffo che è tutto un programma ha deciso di rendere meno ridicola e povera la vita di chi si è portato a casa un Wii. Non uno, non due, bensì… no ok, due giochi potenzialmente grandi, grossi e bellissimi da srotolarsi sulla panza col telecomando Wii tra le mani. Entro quattro mesi oltretutto, dopo eoni di sofferenza. Quindi ora tutti zitti e sotto con i pochi nuovi dettagli (scritti), le immagini (in galleria) e il trailer. Poi se questo fosse un blog per davvero serio, farebbe anche l’analisi logica di ogni screenshot, magari domani in giornata. O magari no.
Aggiornato! Immagini in risoluzione finta ma più utile!
Il 27 giugno si, ma negli Stati Uniti. E’ pur sempre una data e quelle che vedete qua sotto (oppure dopo il clic) sono pur sempre delle immagini, per quanto di dimensioni ridotte. Basta con le lamentele però: Metroid: Other M arriva entro l’estate, domani si saprà se il tutto vale anche per l’Europa. Poi, caso mai vi steste chiedendo come diavolo funziona il gioco, be’… continuate a chiedervelo, nonostante i dettagli che copio/incollo qua sotto direttamente dal sito ufficiale.
Ma non lo sanno che servono dei punti di riferimento nella vita? Perché diavolo annunciare in internet-mond-o-visione che Duke Nukem Forever è ufficialmente morto? Perché privare il pubblico di un porto calduccio e accogliente nella tempesta della normalità? Più che altro: perché ammazzare una battuta e un cliché sempre tanto generoso? Secondo la stessa filosofia: che diavolo di senso ha pubblicare “Chinese Democracy” (Guns’n Roses – 2008)? Mi sono accorto proprio cinque minuti fa che ci sono stati tanti begli anni spesi a far battute sul disco di Axl Ciccio. “Ehi, quando mi ridai i 10 Euro che ti ho prestato?” – “Tranquillo, appena esce Chinese Democracy”. E quello non ti va a uscire per davvero?
Quindi, dato che oggi è una giornata clamorosamente infame e che lo scazzo ha oltrepassato ogni barriera e raggiunto livelli raramente toccati, lo sto riascoltando. “Chinese Democracy”, intendo. Anche perché quando il polivalente universo della Grande Rete lo ha messo a disposizione, si era quasi da subito colto che qualcosa non andava: non era ridicolo, non del tutto perlomeno. Il che è uno smacco, perché in fin dei conti delle buone porzioni di “Use Your Illusions I/II” erano ridicole, quindi come aspettarsi qualcosa di meno baraccoso da ‘sto coso rimandato per quindici anni?
Naughty Dog: Jason steampunk
Dal 6 marzo alla Gnomon Gallery. Che avrà pure un nome del menga, ma sta comunque a Los Angeles (anzi, a Hollywood: Cauhenga Blvd.) e quindi le viene più facile ospitare i lavori di diciannove artisti di Naughty Dog. Quella Naughty Dog che ha già regalato al mondo perlomeno un peramele (e quando mai il mondo ha avuto bisogno di un peramele, santiddio?) e un tizio con dei problemi all’inamidatura della camicia. Quindi, se passate da quelle parti, fateci pure un salto. Magari dopo aver speso i soliti 200 dollari da Amoeba Music, sigh.
L’immagine qua sopra è solo un esempio delle illustrazioni che verranno esposte e, giusto per non sbagliarsi, è proprio una roba bella bella bella dentro, fuori e tutto intorno (se vi spingete fino al clic c’è in regalo la versione SuperSizeMe). Ha anche un tocchettino di Miyazaki, probabilmente solo grazie alla natura steampunk. Comunque cose belle, talmente belle che mi son chiesto: “ma dove diavolo è finito Jason Rubin col suo Iron and the Maiden?”. Ecco, e visto anche con il consigliore di blog (Audio Radar) si parla sempre di fare cose un filo strutturate, tipo andare a ripescare faccende finite fuori dai riflettori, ché con internet è facile… bene, è stato fatto.
Giovane Vs. Giovane
Qui ci va una premessa d’obbligo: qualche tempo fa mi si apre una finestrella su MSN, o forse su Google Talk. Uno di quelli lì insomma. Tale Enrico Procopio inizia a “parlarmi” come se ci conoscessimo, ma io Enrico Propocio non lo ricordo proprio. Cioé, il nome un po’ sì, e non lo sto nemanco sconfondonendo con Enrico la Talpa del Lupo Alberto. Che ora che mi viene in mente Lupo Alberto mi sento già morto dentro. Ma la pubblicità di Lupo Alberto col preservativo se la ricorda qualcuno? Oltre alla gallina dico. Comunque, Enrico Procopio continua a parlare, io intanto faccio finta e studio: scopro che è uno che ha lasciato dei commenti su questo blog. Scopro anche che ha diciassette anni, il che vuol dire che ha contravvenuto alla regola per cui non si può nascere dopo il 1984, l’avevo già segnalata e resa effettiva qualche anno fa, ma che ci volete fare… Comunque, questo tizio legge il blog, leggeva Nintendo la Rivista Ufficiale (non Game Power e le altre, ché è un regazzino tutto sommato) e vuole far passare il messaggio che mi stima un casino (citazione dal tizio là della TV). Non lo dice, ma lo lascia intendere, che tutto sommato è pure peggio (se possibile). Ha anche fatto un post sul suo blog in cui minaccia inchieste a caso, cioé, fate voi.
Poi scopro, parlandoci, che a diciassette anni si interessa di politica. Lì capisco che abbiamo perso tutti: quando un ragazzo giovane (con una “g”) si interessa di politica c’è solo da fermarsi, guardarsi negli occhi e cercare di capire assieme dove e come abbiamo sbagliato. Comunque, nonostante questo, decide di prendermi sul serio quando gli dico di intervistare un altro giovane ai suoi ritrovi di comunisti. Lo fa. Cioé, finge di farlo, in realtà parla con se stesso e partorisce quanto segue. Buona lettura, eventualmente.
Zzzoot: fulminini in azienda
“Zzzoot – Fulminati in Azienda” è un momento importante, perché è il primo risultato serio portato a casa da questo blog. Dico, tralasciando i soldi che gli sponsor cercano disperatamente di infilarmi in tasca. Bene, dopo averne parlato facendo riferimento alle trasmissioni che Radio24 dedica al libro, qualcuno si è amorevolmente preoccupato di farmi avere una copia del libro da cui tutto ha avuto origine. Io, da bravo reporter che lavora a gratise, mi sono agilmente salito i venti capitoletti più epilogo e quindi ora ci scrivo sopra tre righe tre.
“Zzzoot – Fulminati in Azienda” è un racconto dai toni ironici, ma anche una skin. Una pelle creata ad hoc o un’armatura (invero piuttosto leggera) in cui il consesso di autori ha infilato le proprie conoscenze in fatto di management, gestione d’azienda, consulenza e fatti simili associati. Il perché si sia scelto di mascherare il tutto dietro la forma del racconto volutamente inverosimile (solo nelle misure, non nell’essenza dei fatti) mi rimane francamente misterioso. Perché è proprio in tutto ciò che c’è di accessorio che “Zzzoot” non funziona poi un granché. Gli autori sanno di ciò di cui scrivono, ma nella sua forma più formale (whoops) e ufficiale, per così dire: quando decidono di colorarla a festa per dare vita a un piccolo mondo alternativo, perdono decisamente in efficacia e ispirazione.