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Musica Videogiochi

You’ve got your problems, I’ve got my…

Weezer - The 8-bit Album
Weezer - The 8-bit Album

“Do you remember that dream you had, where the sound chips from the beloved games consoles of your youth all got together and formed a Weezer tribute band? Yeah? No? OK. That dream is about to come true whether you had it or not.” (The Pterodactyl Team)

This one goes out to the one che fa roba di questo tipo, ovvero Fabietto. Anche un po’ Flavietto (Flx), ma dubito che segua questo già straordinario blog, quindi nulla. Insomma, in una due-giorni di ascolto ripetuto e piuttosto goduto dei Weezer (ché ogni tanto succede di impuntarsi nuovamente su di un’intera discografia per qualche giorno, come già detto), succede anche di ritrovarsi improvvisamente di fronte a uno di quegli esperimenti da splendidi sfigati che è la… micro music? Micro Computer Music? Se Fabio sa la nomenclatura esatta (e la sa), che parli ora o taccia almeno fino alla fine di una delle tracce che trovate gratuitamente qua. Una sorta di raccolta, un “del meglio del nostro meglio” dei Weezer, assemblata e riletta in chiave retro-videogiocosa da un po’ di gente (in apertura di post: “In the Garage”, da “Weezer” – 1994). Non è che sia tutto luccicante d’oro, ma insomma, c’è del bello qua e là. Oggi si parte per le vacanze, quindi probabilmente sarà tutto un “post veloci” tipo le Spigolature de La Settimana Enigmistica. D’altronde è gratis anche il blog, e poi sento dentro molto forte che Travolta può darmi ulteriori soddisfazioni.

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Musica

Come salirsi l’imparamento

Julian “Paul” Plenti è doppio protagonista nel primo video tratto da una canzone (“Games for Days”) di “Julian Plenti is… Skyscraper”. Bello il video, bella la canzone, economico il disco, che trovate in download su Amazon.com a meno di 3 Euro. Qui il link, enjoy the music. Qui la recensione del disco pubblicata pochi giorni fa. Qui l’amore.

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Frances Farmer non dorme mai

Il tizio usa farsi chiamare come un celebre personaggio di Travolta.
Il tizio usa farsi chiamare come un personaggio di Travolta.

Disclaimer: un post fastidioso, noioso, per un argomento fastidioso, noioso.

Oggi sono andato a dare del cialtrone a uno su un sito internet. Un sito internet che parla di videogiochi. Dato che proprio del tutto disinformato sull’argomento non sono, all’ennesima uscita del tizio, ho scritto sul relativo forum quel che ne pensavo. In un thread in cui si propagandava il rispetto per tutti e l’assoluta mancanza di ogni forma di censura, è finita che il thread stesso è stato chiuso (solo per poi venir aggiornato con almeno un messaggio di uno dello staff del sito, messaggio a cui era naturalmente impossibile rispondere). Dopo un paio d’ore iniziano a fioccare messaggi privati nella casella del mio utente su quel sito/forum. Ci sono un paio di “smettila di dire cagate” e via di questo passo. Ma il non plus ultra si raggiunge con la lunga lettera (sgrammaticata, ma ormai mi sono rassegnato in questo senso) di uno dei tizi che lì dentro fanno cose e vedono gente. Uno che mi aveva dato del “lei” in tutto il thread e continuava a farlo. Uno che, quando gli ho risposto per filo e per segno, ha pensato bene di scomparire fino alla chiusura del thread. Ecco, il pazzo scriteriato (e sprovvisto di un CV che mi faccia supporre che abbia una qualche conoscenza relativa al campo in cui opera – ma spero che colmerà presto la lacuna rendendomi edotto in merito), si lancia in ennemila accuse. Oh, ce ne fosse una che non suonasse come una monumentale cazzata.

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Lavoro Musica Videogiochi

Quella muta di cani impazziti

Weezer e Muppets, dei grandi bei buffoni. Loro.
Weezer e Muppets, dei grandi bei buffoni. Loro.

In Italia, ma forse nell’intero pianeta, non serve saper fare le cose per farle. Basta farle. E la semplice condizione di averle fatte giustifica una valanga di gente nel momento in cui si autodefinisce abile, arruolata e capace. E’ con vivo disappunto e un misto di “madonna santa che schifo” che registro l’ennesima brutta faccenda. Ma, d’altronde, la storia insegna e magari, a dio piacendo, tornerà a raccontare qualcosa di davvero gagliardo a breve. Nel senso che, magari, a breve, cadrà un bel masso in testa a questi poveracci.
Il post è inutile, ok. Ma d’altronde o così, o Pomì. Dove con “Pomì” si intende uno spataffio di ennemila caratteri di rantolio infastidito e inacidito. Che comunque spero ardentemente di portare a compimento prima o poi. Intanto, e per fortuna, oggi la giornata è completamente salva grazie all’installazione in ufficio di un hard disk-one esterno con un centinaio di giga di musica e il lancio dell’intera discografia dei Weezer tutta bella di fila. Che oltretutto è la colonna sonora migliore per tanta, ridicolissima, miseria.
Miseria che, peraltro, può essere di un qualche interesse (scatologico, certo) a chiunque abbia bazzicato i luoghi per qualche periodo, breve o lungo che sia. Quindi via, divertitevi.

P.S. Davvero, il post è ignobile. Si spera in qualcosa di meglio e con dell’interesse per più di cinque persone domani.

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Variopinto Videogiochi

Samus Aran eat Samus Aran

Samus Aran: lei, il suo amore per le gatte
Samus Aran: lei, il suo amore per le gatte

Dave Eggers mi piace. Non per i suoi riccioli ricciosi. Non per le potenziali belle macchine con cui si trascina mollemente nella Bay Area e nemmeno per tutta la questione meta-librica che è seguita alla pubblicazione della quasi-biografia. Gli voglio bene, invece, proprio per la quasi-biografia (“Opera struggente di un formidabile genio”). Abilità nella scrittura caratteristica di chi davvero ne sa a bizzeffe, l’Eggers si è preso i miei soldi anche per “Conoscerete la nostra velocità” e le raccolte di racconti. La vergogna, il lurido segreto che mi porto dietro, è che “What is the What” (il terzo romanzo) non l’ho mai finito. Ma succederà.
Per intanto sono iscritto alla newsletter di McSweeney’s, il circoletto dellle giovin promesse dell’Eggers. Che ogni tanto regala qualcosa di interessante (mica vero, non ho mai letto nulla di quelle mail). Oggi, per dirne una, c’è un tizio che sostiene convinto l’omosessualità di Samus Aran e lo comprova producendo un depliant politico vergato (mai termine fu meno adatto) dalla stessa cacciatrice di taglie intergalattiche. Qui il link per l’intera avventura fatta di parole. Qui sotto un pezzettino.

Metroid’s Samus Arans Speaks About Gay Marriage – Marco Kaye

My upbringing was nontraditional, to say the least. Orphaned at childbirth, after a dragon named Ridley slaughtered my parents, I was brought up on the planet Zebes by an alien race known as the Chozo. Half-bird and half-human, my Chozo surrogates taught me that gender, relationships and sexuality do not follow rigid rules. “Women are warriors,” my Chozo parents would squawk as they trained me for battle, “Now go practice your ice beam on the Metroids in the basement.” The Galactic Federation hired me as a bounty hunter to eradicate the Mother Brain. I kept my femininity a secret, hidden under the bulk of my Power Suit. While it felt liberating to reveal my true self to the universe after completing my first mission twenty years ago, there is something else I have been hiding: I am a lesbian.

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Videogiochi

L’era dei pubblivori

Depeche Mode in Left 4 Dead 2
Depeche Mode in Left 4 Dead 2

Avevo  promesso a me stesso che, al terzo sollecito, avrei placidamente saldato il canone Rai. No, in realtà avevo detto “al secondo sollecito”, ma poi mi sono fatto prendere la mano. Sull’assurdità di una simile struttura televisiva e di relativa tassazione avranno speso parole pesanti, importanti e soprattutto informate una quantità di persone più alto locate. Con buone ragione. Io sottolineo solo che non ho scelto di usufruire del servizio Rai, che non concepisco una presenza di interruzioni pubblicitarie solo marginalmente inferiore a quella delle cosiddette televisioni commerciali (a fronte però di circa 100 Euro di abbonamento) e quindi non vedo perché mai si debba mettere in piedi la pantomima del canone, soprattutto se spacciato come abbonamento, per l’appunto. E’ una tassa. Comunque sia, non è questo l’argomento, questo è lo spunto.

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Variopinto

Che muese sei natuo?

Screengrab or...
Screengrab or...

Io a febbruaio! Aduoro fuebbraio, è un meuse bellissimuo, c’è ancorua il frueddo, ma si sentue già anuche un poco il calduo. Mi piacue il villaggiuo dei giuochi!*

* Ora, fuor dallo scherzo, non vorrei che si pensasse che solo per questo ritengo GamesVillage roba brutta. No. Magari fosse solo per questo. Che giorno di gioia e tripudio sarebbe, signora mia.

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Su gentile richiesta: Pearl Jam

Pearl Jam: Holiday Fan Club Single 2008
Pearl Jam: Holiday Fan Club Single 2008

Per il Gruspola e solo per il Gruspola. Ma anche per chiunque altro voglia approfittarne, inclusi tutti i detentori dei diritti che possono voler farmi causa. Quelle qua sopra sono le due canzoni del singolo natalizio dei Pearl Jam del 2008. Il lato A (“Santa Cruz” – la prima in alto) ha una certa qualche attinenza con lo spirito yeh yeh yeh di “The Fixer” e quindi ha senso ascoltarla proprio ora. La B-side, “Golden State”, accreditata a un bel Signor Nessuno (“J. Doe” sul fronte del 45 giri), è l’eventuale residuato di una delle settemila collaborazioni di Vedder con qualcuno/qualcosa. Forse. Fine promo.

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Musica

In battaglia col cotton fioc

Battle for the Sun (Placebo, 2009)
Battle for the Sun (Placebo, 2009)

Una guerra non è guerra senza i morti. E la battaglia dei Placebo è del tutto priva di sangue, nessun lago di plasma. C’è tanta testa, ma poco istinto brutale, quella stessa tendenza alla violenta depressione, alla cavalcata lancinante che ha reso “Without You I’m Nothing” una gran cosa e ha glorificato qualche altra singola canzone nella carriera dei tre inglesi.

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