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Videogiochi

Videorock’n roll: troppo glam ignobile

The Beatles in Pepperland: fosse sempre così...
The Beatles in Pepperland: fosse sempre così...

Inebetito di fronte a “Dear Prudence”, mi sono rifatto la solita domanda: “perché The Beatles: Rock Band è così sexy?”. Perché, insomma, ho voglia di comprarlo? Per la musica, per le canzoni? Sì, certo, palese. E allora quali sono i meriti di un gioco musicale come quello do Harmonix o, per quel che cambia, di Neversoft/Activision? Nessuno? La semplice scelta della scaletta e quindi l’abilità nell’isolare i pezzi più famosi/”giocabili” e lasciare ai markettari l’onere di discutere con le etichette discografiche? Insomma: Guitar Hero e Rock Band fanno i soldi grazie alla gente che fa firmare i contratti e tanti saluti? No, naturalmente non solo, ma l’argomento è talmente sugoso che non vorrei bruciarmelo subito, quindi me lo tengo caro per un futuro post. Oggi lo spazio è per: quello che Guitar Hero e Rock Band fanno di sbagliato, ovvero sia, quello che non fanno.

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Variopinto

Guia Soncini e il dente affaffino

Guia Soncini: io, potendo, ci proveressi.
Guia Soncini: io, potendo, ci proveressi.

Regalo i miei sedici clic giornalieri a un blog che ha molto più senso di esistere di questo: il blog della Guia Soncini. Non solo perché “Guia” è un nome splendido quanto improbabile, ma anche e soprattutto perché la Guia mi è una che scrive su “Io Donna” (sì, il settimanale per le femmine, spesso e volentieri molto più interessante di “Style”, il mensile per il vecchio arricchito lurido maschio). E non è che scrive su “Io Donna” a cazzo di cane, tipo Lina Sotis. No, la Guia scrive bene, ma soprattutto scrive acida e violenta. Anche quando intervista la tizietta tutta occhi di quell’abominio che è “E venne il giorno” (Shyamalayayanaya!), prendendola a scarpate dall’inizio alla fine. Il blog della Soncini, si diceva, è bello e interessante e, pare, veracemente virato al rosa onesto. Pollice in sù!

P.S. sono alla ricerca della voglia di scrivere un lungo post su una faccenda legata ai Guitar Hero / Rock Band, ma non mi viene.

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Musica Videogiochi

Heart-Shaped Box

Cioé, la mettono la skin col buco in testa vero?
Cioé, la mettono la skin col buco in testa vero?

Il cuore di un ex adolescente piange: com’è possibile che lui, il Messia, l’inarrivabile, il cucciolone dal grilletto caldo… lui, che per noi si è ucciso e non è nemanco resuscitato tre giorni dopo… lui, che per odio del muzic biznezz si aprì da qui a lì (aveva forse aiutato essere fatto di eroina come una pigna)… com’è possibile che venga sfruttato in maniera tanto bieca, proprio per la sua sola immagine, come una gigantesca maglietta virtuale che verrà venduta in tutto il mondo ancora una volta? Ah, me lasso!
Il cuore di uno che si avvia ai trenta e prova a lasciarsi alle spalle gli anni novanta, invece, si domanda solo: cos’è cambiato negli ultimi anni in materia di diritti per i Nirvana? Da Motorstorm ai giochi musicali, da altri videogiochi di guida alla comparsata in pelle virtuale e poligoni ossei di Cobain in Guitar Hero 5. Prima nulla, poi tutto. Il semplice successo (che va scemando?) dei vari Guitar Hero & Co. non è sufficiente a spiegare il fenomeno, considerata la molteplice presenza di brani del fu-gruppo di Aberdeen/Seattle un po’ ovunque.

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Serie A Live sport

Serie A Live: Spuntati Vs. Ringhiosi

Diego: due gol e mille palloni smistati.
Diego: due gol e mille palloni smistati.

Il ritornante: settimana scorsa era stata la volta di Cannavaro, accompagnato dalle prestazioni insospettabilmente buone di Tiago e Poulsen. Anche all’Olimpico di Roma la Juve trova più dei tre punti che rimpolpano la neonata classifica: a tornare questa volta è Buffon, che con una parata delirante salva il momentaneo pareggio al termine del primo tempo.
Da almeno una stagione buona l’ex miglior portiere del mondo non regalava alla sua squadra un intervento davvero “alieno”, lo fa contro i giallorossi, proprio quando serve. Lo fa contro gli uomini di Spalletti, evidentemente ancora innervosito dal gol-beffa rifilato da uno splendido De Rossi, capace di buggerare l’intera compagine bianconera. Che, detto per inciso, dovrebbe vergognarsi a lungo e con dolore per essersi fatta infilare in quel modo. Ma quella che esce dalla capitale è una squadra comunque buona, non ancora eccellente, di certo contenta.

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Serie A Live sport

Serie A Live: Spietati Vs. Equilibristi

Gattuso coccola a parole la panchina del Milan.
Gattuso coccola a parole la panchina del Milan.

“Insospettabile crollo”, scrive sul sito ufficiale l’addetto del Milan. Senza regalare nulla alla ragion di partito, per così dire, l’impiegato rossonero mette nero su bianco quello che è passato per la testa dei tifosi rossoneri alla fine del primo tempo. Un primo tempo in cui la squadra di Leonardo è partita bene, organizzata a centrocampo e capace di pressare alto. Fino a che ha tenuto, tutto è andato secondo lo schema del nuovo allenatore.
L’Inter, reduce dal fortunato pareggio casalingo col Bari, ha sofferto per venticinque minuti come una settimana fa: squadra che gioca discretamente palla a terra, ma non trova sbocchi degni di nota. L’innesto di un uomo dietro le punte (naturalmente il neo-nerazzurro Sneijder) trasforma la formazione, rendendola nel modulo identica agli avversari. E l’omino d’Olanda si fa vedere subito, con una bella stoccata da fuori. Ma manca ancora qualcosa. Manca che il Milan, che ancora non è squadra, ci creda un po’ troppo, lasciando quello spiraglio utile alla manovra degli uomini di Mourinho. Come al solito la porta viene aperta da Jankulovski, che non si preoccupa certo dello spiraglio: si chiama Thiago Motta, triangola, entra dalla parte del ceco e spara benissimo in rete.

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Variopinto

Wuzzles: volevamo solo amore

Al centro: Apilone. Sulla destra: Rinobert - Wuzzles.
Al centro: Apilone. Sulla destra: Rinobert - Wuzzles.

Venticinque anni dopo, finalmente Wikipedia fa luce: si chiama Apilone. Metà ape e metà leone: Apilone. Era il capetto dei Wuzzles, una simpatica banda di travestiti, animali geneticamente mutati, incubi all’ellessedì di qualcuno che ricopriva un ruolo troppo importante in Disney. E dopo venticinque anni, un’altra stoccata all’autostima: come al solito avevo scelto la parte sbagliata, anche nell’appassionarmi (alla veneranda età di cinque o sei anni) a una serie animata piuttosto che a un’altra.
I Wuzzles nascono sulla CBS nel 1985, per l’appunto. Assieme agli animaletti trans, vedono la luce anche i Gummi, gentaglia dall’identità meno dubbia, ma anche decisamente meno curiosi e interessanti.

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Oasis: semo li’ mortacci

Noel Gallagher: avrà più tempo per bere il thé ora.
Noel Gallagher: avrà più tempo per bere il thé ora.

Ogni tanto, quest’estate, la buttavo lì alla designer: “andiamo a vedere gli Oasis il 30?”. Così, perché ai tempi d’oro non mi andava di fare il bagno di ragazzine urlanti e poi, tra un disco meno riuscito e l’altro, non ho mai presenziato a un concerto dei fratelli rompiballe di Manchester. Dico: “andiamo a vederli, che tanto ogni giorno è buono perché si sfascino”. Il giorno buono è stato ieri: Noel Gallagher ha lasciato la band e quindi, a dio piacendo, gli Oasis sono ufficialmente carne morta. Non vale dire: “sono schiattati dopo ‘What’s the Story'”, dato che qualcosa di buono c’era ancora, soprattutto nelle ultime due uscite con Sardy alla produzione. Quel che conta, comunque, è che Noel ha detto (e riporto il messaggio per intero):

E’ con una punta di tristezza ma anche un gran sollievo che vi comunico che ho lasciato gli Oasis questa sera. La gente scriverà e dirà tutto quello che gli andrà di dire a riguardo, ma semplicemente non posso lavorare con Liam anche un solo giorno di più. Mi scuso con chiunque abbia comprato i biglietti dei concerti di Parigi, Konstanz e Milano

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Musica

Joshua Tree e suo figlio

Joshua Michael Homme (Josuha Tree - 17 maggio 1973)
Joshua Michael Homme (Josuha Tree - 17 maggio 1973)

Trentasei anni sono sufficienti per sposarsi, mettere al mondo un figlio e sperare che lo spauracchio della Grande Crisi non venga a rovinarti l’orticello. Carlo Von Sexron allontana l’idea tenendosi ampiamente occupato: per lui lo spettro della disoccupazione rimane sempre tale. Lavora tanto, il nostro Baby Duck (ogni tanto, sua moglie e qualche amico, preferiscono chiamarlo così), che viene da chiedersi dove trovi il tempo per passeggiare ai bordi dell’amato deserto californiano, prima ancora che dedicarsi alla piccola Camille Harley, tre anni e mezzo.

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Musica

C’è qualcosa in cristalleria

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