Dal 6 marzo alla Gnomon Gallery. Che avrà pure un nome del menga, ma sta comunque a Los Angeles (anzi, a Hollywood: Cauhenga Blvd.) e quindi le viene più facile ospitare i lavori di diciannove artisti di Naughty Dog. Quella Naughty Dog che ha già regalato al mondo perlomeno un peramele (e quando mai il mondo ha avuto bisogno di un peramele, santiddio?) e un tizio con dei problemi all’inamidatura della camicia. Quindi, se passate da quelle parti, fateci pure un salto. Magari dopo aver speso i soliti 200 dollari da Amoeba Music, sigh.
L’immagine qua sopra è solo un esempio delle illustrazioni che verranno esposte e, giusto per non sbagliarsi, è proprio una roba bella bella bella dentro, fuori e tutto intorno (se vi spingete fino al clic c’è in regalo la versione SuperSizeMe). Ha anche un tocchettino di Miyazaki, probabilmente solo grazie alla natura steampunk. Comunque cose belle, talmente belle che mi son chiesto: “ma dove diavolo è finito Jason Rubin col suo Iron and the Maiden?”. Ecco, e visto anche con il consigliore di blog (Audio Radar) si parla sempre di fare cose un filo strutturate, tipo andare a ripescare faccende finite fuori dai riflettori, ché con internet è facile… bene, è stato fatto.
Caso mai qualcuno se lo fosse scordato, Jason Rubin ha fondato Naughty Dog assieme ad Andy Gavin la bellezza di venticinque anni fa, per poi uscirne nel 2004. Erano anche circolate voci su Rubin in Nintendo ai tempi, se non ricordo proprio male. Comunque no, mica ci è andato, anzi… dopo qualche tempo ha annunciato il suo progetto: The Iron and the Maiden. Nessun dettaglio ma solo mezza illustrazione. Ora, dopo un cambio di nome coatto per questioni di copyright, si chiama The Iron Saint ed è un fumetto a cui ha collaborato anche Prezzemolino Joe Madureira (trovate maggiori informazioni al sito ufficiale). Presto forse diventerà un coso interattivo per fatti interattivi, magari non propriamente un videogioco “AAA”. E a tal proposito il Rubin ha discusso recentemente, ovvero a proposito di “soldi, indipendenza, creatività e cattiveria nell’industry del videogioco”: una lettura pubblicata sul nuovissimo blog, che ha aperto da poco i battenti e pare brutto come tutit i blog brutti di Blogspot. Ma l’argomento, per quanto piuttosto abusato, rimane intrigante.
Okei, ma i videogiochi? Eh, nulla, leggete e cercate di arrivarci da soli al fatto che non glieli fanno fare, perlomeno come vuole lui. Ah, c’è anche un’iconcina di una lettera sul suo sito ufficiale. Ne ho approfittato per mandargli una bella mail in cui parlo male di tutti e chiedo la carità. Vediamo che dice.