“Gattini” è il nuovo disco (di rielaborazioni di vecchie canzoni?) degli Elio e le Storie Tese, esce il 29 ottobre ed è un album “sinfonico”. Nel senso che avrà qualcosa a che fare con l’esperienza che, il prossimo 26 ottobre, vedrà coinvolto l’allegro complessino al Teatro degli Arcimboldi di Milano (forse).
Ma c’è già un sacco di bello, dalla copertina di “Gattini”, al titolo stesso. Passando, soprattutto, attraverso lo strepitoso comunicato stampa, che allego qua sotto. Dice tutto lui. Prima c’è solo da lanciare il video del primo singolo estratto: “Storia di un bellimbusto”.
Gli Elio e le Storie Tese (quelli di Italia sì Italia no, per intenderci) lanciano il consueto guanto di sfida agli altri complessi – dalla PFM ai Franz Ferdinand agli Stadio passando dalla Plastic Ono Band – con un microsolco singolo nuovo di zecca che tratta un argomento mai trattato in precedenza da nessuno dei complessi sopracitati: il tema del bellimbusto.
Da sempre in prima linea per senso civico e street credibility, gli EelST non potevano non occuparsi di una delle figure-simbolo dei favolosi anni zero, il bellimbusto appunto [NOTA: quelli dal 2000 al 2009 sono gli anni zero: checché se ne dica, dopo i favolosi anni ’60, i favolosi anni ’70, ’80 e ’90 arrivano i favolosi anni ‘0].
Ecco allora che gli EelST si propongono come alternativa giovanile ai Lost e ai Dari, che con “Sulla mia pelle” e “Cercasi AAAmore” li avevano momentaneamente soppiantati nel cuore e nelle fantasie delle adolescenti.
“Storia Di Un Bellimbusto” è la cronaca fedele della giornata-tipo e della vita-tipo di questo personaggio, un po’ abbronzato e un po’ aperitivo, un po’ espansivo e un po’ malinconico, un po’ cocainomane e un po’ di tutto un po’. Il bellimbusto: impossibile non amarlo dopo averlo conosciuto non solo mentre telefona alla guida di una macchinona, non solo mentre parcheggia sulle strisce pedonali in corrispondenza dello scivolo per disabili, non solo mentre smascella tenero e appicicaticcio perché gli sta scendendo la bamba; ma anche mentre si interroga sul proprio futuro, sulle speranze che la sua nonna riponeva in lui, sul suo rapporto con l’amore e la Porsche: il tutto nel breve volgere di minuti, all’interno dello sfavillante nuovo singolo degli Elio e le Storie Tese (quelli di Italia sì Italia no), sapida avanguardia del nuovo album orchestrale “GATTINI”.
Avvertenze:
1) l’epilogo drammatico della storia del bellimbusto contenuta in “Storia Di Un Bellimbusto” non deve indurre l’ascoltatore nell’errore di considerare la vita un
qualchecosa di spiacevole; la ferma convinzione degli EelST, al contrario, è che il nostro passaggio su questa Terra sia fatto di risate continue, al limite del furore parossistico.
2) Gli ascoltatori più attenti potrebbero osservare che in “Storia Di Un Bellimbusto” si fa riferimento solo all’incarnazione maschile del bellimbusto e non si parla delle donne bellimbuste. Ad essi rispondiamo che quando faranno un disco loro ci potranno mettere dentro un po’ quello che vorranno, e noi non avremo la pretesa di insegnargli* niente. I vostri gattini tutticoccole Elio e le Storie Tese.* nel senso di insegnar loro.
0 risposte su “Elio e le Storie Tese: Gattini”
La canzone in questione non mi fa impazzire*, ma loro sono sempre spaziali.
* anche se l’avevo pensato anche di Parco Sempione al primo ascolto.
No, nemmeno a me fa impazzire: poteva essere un filo più acida. A tratti mi è parsa quasi una roba seria, ovviamente andando per estremi. Più che belloccio il video invece. Consiglio, per intanto, “Parco Sempione cantata da una giapponese”, c’è un video in giro su YouTube (che ora non trovo) semplicemente spettacolare.
Trovato: Paruko Senpione.
Da morire…
Eh, ma l’accordo finale di A Day in The Life.
A me piace perché sono talmente ceLebrali che hanno scelto consapevolmente quanta acidità metterci decidendo di fermarsi al 62,4% di Ph. Hanno mimato il grado di problematicità del giovane uomo bellimbusto, che deve avere gli stessi paranoii di quelli meno bellimbusti, ma je vanno in cerchio prima, e alla fine è tutto un roteare di avverbi. Me piace. Ma a me piaceva anche Litfiba tornate insieme.
E perché non sarebbe dovuta piacerti “Litfiba tornate insieme” ? E’ un pezzo esagerato!