Sessantadue spicchietti del diavolo per ogni refresh dello schermino a cristalli liquidi: i numeri di un’autoradio sono infidi, misteriosi, mistici. Soprattutto quando non hai sottomano né il libretto d’istruzioni, né un collegamento a Internet per studiare la questione. Quindi magari gli spicchetti deliranti sono il doppio, il triplo, la metà o chissà quanti a seconda del modello. L’ignoranza ti raggiunge ovunque, se Internet invece non ce la fa. E l’obbligo al sapere di tutto un po’, quella vita all’insegna delle Spigolature da Settimana Enigmistica già accennata, diventa d’improvviso impraticabile.
Perché la democrazia totale, che quindi abbassa il livello qualitativo e rende tutto più melmoso, indistinto, facilitando l’uccisione per impalamento della meritocrazia… dicevo, la democrazia di Internet prevede che non si scriva su argomenti di cui non si conosce. Meglio ancora! L’intelligenza prevede che non si cianci di ciò di cui non si sa, la Grande Rete mette solo a disposizione i mezzi per “saperne giusto quel pochino necessario per credere di saperne molto di più”. Ma, come da tradizione, qui si divaga con nonchalance: gli spicchietti dell’autoradio, si diceva. Quelli sì che dovrebbero essere utilizzati con un minimo di critero: prima di tutto, aumentiamoli. Alziamo la risoluzione in maniera coatta e senza proroghe, con un bell’accordo inter e ultra-interessi delle singole marche. Tutti su con la risoluzione che almeno si riescono a visualizzare più di otto lettere e magari anche delle informazioni a caso. Secondo: la radio in Italia è pressoché inutile se presa quale mezzo per scoprire della musica (se lo fate, i casi sono due: 1) ritenete intrigante quel nome cantautore che vi pare si faccia chiamare “il Basco”, 2) i vostri gusti [che sono discutibilissimi] farebbero passare la voglia di vivere a un Muppet sotto effetto coca). Ma… ma nel caso ci fosse qualcosa di decente e, guarda caso, esistesse anche dell’interesse per il nome dell’autore e del pezzo stesso, che fare quando il DJ ha già parlato? Ha già storpiato il titolo e ora… ora è tutto finito, non lo saprete mai. A meno che quei minchia di spicchietti non vengano finalmente onorati di un utilizzo degno: visualizzare (da un bel tag fatto con del decoro) le informazioni di cui sopra. Succede, ma succede per esempio seguendo le emittenti locali, come Radio Nostlgia (la “a” la hanno omessa loro per i soliti limiti delle informazioni by RDS), attiva in zona ligure e intenta a scaraventare troppo spesso David Bowie tra le cosce sudate e irsute di Loredana Bertè. E a proposito della Berté (poi chiudiamo): “La luna bussò” alla fine è una canzoncina dai tipici tratti somatici reggae o funky-reggae, no? Chiudiamo.