Se non mi hanno lasciato a terra, a breve si consumerà la prima sessione multiplayer a Bioshock 2 coi miei amichetti che sanno giocare a queste cose. Io non sono bravo negli sparatutto in soggettiva, ho finito Halo 3 e Halo: ODST proprio perché ci si giocava in modalità IRC-ma-con-le-figurine-che-si-muovono. Però a Bioshock 2 ci sto giocando, ho cominciato un paio di giorni fa.
Me lo hanno spedito gratis, perché tutto sommato sono ancora un italiano con le mani in pasta. Però avevo promesso di parlarne sul blog. Ma male, come avevo anticipato. Quindi partiamo dalla prima roba brutta che mi viene in mente e che mi ha accompagnato in questo lunedì in cui mi faccio domande sulle sorti del quarto Malaussène di Pennac.
Ecco, per iniziare: bello come sempre tutto l’immaginario eh, figurarsi, ma di quello magari ne parlo in un altro post così ne faccio tanti e sembra un blog super interessantissimo. Ma il Big Daddy invece? Intendo proprio il Big Daddy me, quello che pensavo di dover smuovere con lo stick di sinistra, che invece muovo agilmente senza grossi problemi. Insomma, sono o non sono un barilone di metallo arrugginito? Quindi com’è che ho suppergiù la stessa agilità di cui ricordavo dotato il protagonista (assai meno di latta bardato) del primo capitolo? No, la sensazione non è affatto resa con successo o intelligenza: ti ricordi di essere un palombaro vecchissimo stile e dinosauroso solo quando atterri da qualche salto, per il rumore dei piedoni d’acciaio rivestiti, più che per la reale sensazione di pesantezza.
Mese: Febbraio 2010
Fuck State of Love and Trust Yeah
Manca addirittura il “nananana eh!”, cioé, c’è, ma arriva tardi e va via presto: se non è una bestemmia questa! Però vale la pena ascoltarsela, la versione “work in progress” di State of Love and Trust (Pearl Jam, bestie!) inclusa nell’edizione DeLusso di “Ten”. Che io ho un po’ il problema che prendo le versioni DeLusso e poi la roba extra non me la guardo/ascolto mai e quindi ci sono arrivato solo questa mattina.
Ora, togliete la batteria di Abruzzese piuttosto scolastica e padellosa, togliete anche il fatto che McCready fosse già perso nel suo mondo di splendidi assoli, aggiungeteci un ragazzino giovane ed evidentemente disfatto di qualche sostanza tuttora ampiamente illegale (così suona la vocina amorevolissima di Eddie). E aggiungeteci pure qualcuno che, al termine dei quattro minuti e quarantanove, urla leggiadro: “Wow! Fuck yeah!”. E che vuoi dirgli, in effetti, se non “Fuck yeah”? Buon ascolto e figli capelloni.
Sono già pronto a raccontarlo ai miei figli, ah! Che domenica! Segna addirittura Amauri, uno dei suoi goal. E dopo la rete ritrova convinzione e torna a essere per un tempo intero un giocatore di calcio (poi viene sostituito). Sembra meno pesante pure Diego, che regala un assist di classe a Del Piero. Del Piero che parte male e poi è un continuo crescendo. Sissoko a sprazzi, Caceres idem, Zebina mele (male+bene). Buffon: per la legge dei grandi numeri è una benedizione la papera, non dovrebbe farla ai Mondiali così. Attenzione però: il primo commento va lasciato libero al Dr. Manate per una sapida battuta sul rigore che non c’era. Vai Manate, è tutto tuo.
Avete presente l’Intervallo? Le immagini con le pecore in sardegna e via andando? Ecco, questa è “Giappone anni ’80”. Arriva da Tiny Cartridge, segnalazione dello Shrapnel, ed in realtà si chiama “Famicom Age”, autore: Mochizuki Gohei. Ed è bellebellabella in modo assurdo (ovviamente per vincerla dovete cliccarci sopra).
Nel fantastico mondo di Soros
Mettiamo caso che ci sia stata la crisi globale, il rincaro del prezzo del pane al litro, che il posto di lavoro sia fisso solo se fate i volontari alla mensa dei poveri e che in generale l’adeguamento annuo degli stipendi sia più divertente di tutto quanto dicano quelli del Bagaglino… Ecco, poniamo che sia tutto vero: come si esce da una tale situazione di indigenza? Facendo realizzare le riviste da due cialtroni che sfruttano i ragazzini? Certo, anche. Ma soprattutto affidandosi alle proposte illuminanti, ma anche giano bifrontiche di Soros! Attenzione, le proposte Soros non sono delle fregature, ma solo dei momenti importanti, addirittura culminanti della vostra vita. Che potreste perdere, maledicendovi più volte. Volete leggere le proposte Soros? Allora raggiungete abili la pagina di questo blog dedicata o, molto meglio, il profilo Facebook a cui affezionarsi. Per capire al meglio, però, cosa cavolo sia una proposta Soros, abbiamo intervistato il loro “creatore”: Ualone. A voi.
X10: Fable III
Il potere del tocco secondo Peter Molyneux, che arriva decisamente tardi, sorpassato nei secoli dalla gente che fa la mano morta sui tram e perlomeno da Nintendo col DS e da Apple con i suoi iQualcosa. Però sarà proprio toccando gli altri personaggi col proprio che, secondo l’ex di Bullfrog, si porteranno a casa risultati troppo strampalati. In Fable III ovviamente. E magari sfruttando lo stick analogico di destra che piace tanto al papà-pappa-padrone di Lionhead. Per intanto occorre fare una sola cosa, anzi due: prima guardarsi le immagini qua sotto, che magari piacciono; poi eventualmente sorbirsi il primo “Video Diary” al sito ufficiale.
X10: Crackdown 2
Voleva solo essere Super Mario col fucile. Quindi, tutto sommato, avrebbe voluto un po’ anche fare il Shadow the Hedgehog nell’omonimo gioco, quello per cui la convenzione di Ginevra andrebbe modificata e ritoccata. Invece è ancora lui, loro, essi: i protagonisti di Crackdown 2, l’unico gioco di esplorazione architettonica verticale (Mirror’s Edge è più orizzontale tutto sommato, come Faith nei vostri fumetti sui quaiderni, dannati depravati!). All’X10 Microsoft e Ruffian Games hanno distribuito nuove immagini del secondo capitolo di quella che quindi diventa una serie, specificando anche che: si potrà giocare in cooperativa in quattro (evviva la vita!), ci sarà la possibilità di utilizzare un elicottero e, con altre risorse, pure di planare docilmente nei cieli. Pur per periodi limitati. Senza dimenticare i nuovi “renegade orbs”, orbi che fluttuano in giro, anzi che si fanno i giri. ‘Sti matti!
E ora indovinate che c’è qui a seguire?
Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile. Clicca qui per scoprire le altre canzoni del giorno.
Prendete una canzone dei Killers a caso. No ma potete davvero farlo, tanto son pressoché tutte una… com’è che si dice? Ah sì: una figata spaziale. Ecco, ma se per sbaglio capitate sulla prima, quella con cui si sono formalmente presentati al mondo, ovvero “Jenny was a friend of mine” (pezzo d’apertura del primo album, “Hot Fuss”), magari cascate pure meglio. Perché col senno di poi, soprattutto con quello, è facile capire che tutta quella roba non fosse un’insalata paracula di stili e cliché. Ma amore vero, oltre che amorosissima abilità e indiscutibile faccia da schiaffi. C’è un giro di basso che non lascia spazio a discussioni, la voce ancora non utilizzata con tutto il fascino retrò-scemo di “Day & Age”, ma di cui si intuiscono le potenzialità, il giro di chitarra facilotto e super radio-amico. Soprattutto ci sono delle tastiere atrocemente bellissime. Che lo sai che non dovrebbero piacerti così tanto, invece alla fine sì. E poi lo capisci coi dischi successivi perché ti piacciono: perché non sono tamarre, ma solo un filo kitsch. Ma di quello bello. E con questo chiudo, dicendo che da giorni penso a una bella “Fenomenologia dei Killers“, solo che mi servirebbe una settimana di vacanza per battere sulla tastiera tutta la roba che ho in testa (e non riesco a dirla).
Jenny Was a Friend of Mine
Di: The Killers
Durata: 4′:05”
Dal disco: Hot Fuss
Anno: 2004
Guarda e ascolta: cliccando qui
Cose su questo blog: grandi progetti per il futuro
X10: Halo Reach (aggiornato!)
“Halo” era bella quando era tra virgolette, ovvero quand’era la canzone dei Depeche Mode (“Violator”, 1991). Ma facciamo finta che invece siate interessati all’Halo, al Master Chief, addirittura alla trama e a quelle robe lì, quelle che hanno aiutato a forgiare il miglior sparatutto in prima persona per console di sempre. Almeno così dicono quelli a cui piace il genere, che però magari potevano anche star lì a parlare di 007: GoldenEye di Rare ma… ma chissenefrega. Torniamo a Reach, la cui beta si aprirà il 3 maggio prossimo venturo. Ecco, quindi in attesa degli screenshot ora vi potete dedicare alla copertina e quindi al fact-sheet. In rigoroso ordine inverso di apparizione.