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Il governo del malocre secondo Rose, Axl

Axl Rose

Ma non lo sanno che servono dei punti di riferimento nella vita? Perché diavolo annunciare in internet-mond-o-visione che Duke Nukem Forever è ufficialmente morto? Perché privare il pubblico di un porto calduccio e accogliente nella tempesta della normalità? Più che altro: perché ammazzare una battuta e un cliché sempre tanto generoso? Secondo la stessa filosofia: che diavolo di senso ha pubblicare “Chinese Democracy” (Guns’n Roses – 2008)? Mi sono accorto proprio cinque minuti fa che ci sono stati tanti begli anni spesi a far battute sul disco di Axl Ciccio. “Ehi, quando mi ridai i 10 Euro che ti ho prestato?” – “Tranquillo, appena esce Chinese Democracy”. E quello non ti va a uscire per davvero?
Quindi, dato che oggi è una giornata clamorosamente infame e che lo scazzo ha oltrepassato ogni barriera e raggiunto livelli raramente toccati, lo sto riascoltando. “Chinese Democracy”, intendo. Anche perché quando il polivalente universo della Grande Rete lo ha messo a disposizione, si era quasi da subito colto che qualcosa non andava: non era ridicolo, non del tutto perlomeno. Il che è uno smacco, perché in fin dei conti delle buone porzioni di “Use Your Illusions I/II” erano ridicole, quindi come aspettarsi qualcosa di meno baraccoso da ‘sto coso rimandato per quindici anni?


Chinese Democracy

Le premesse sono pure delle migliori: provate voi a sopportare il riff che apre “Chinese Democracy” (la canzone), a farlo senza ringraziare il cielo per tanta grazia. Uno spaccato di plasticosità e cazzerie del corso per cui quei quindici anni erano stati spesi in attesa senza troppi rimorsi. Poi comincia a cantare il tizio col nome da detersivo e… e be’, oddio, non è che faccia così pietà. Una roba a mezza strada tra “Mr. Brownstone” e le cose “con la voce bassa” dell’accoppiata di album dopo. Certo, c’è sempre il riff di Bryan Adams che fa la faccia brutta: torna, si inerpica assieme ad altri otto pezzi agilmente appiccicati, tolti, riappiccicati, ritolti e ri-ri-appiccicati in chissà quanti anni di studio di registrazione. Questa va bene, poteva essere molto più ridicola, ma è perlomeno vergognosa in alcuni punti (anche se, diamine, il tiro mica è male… se mai ti sono piaciuti i Guns’n Roses, ovvio).
Shackler’s Revenge” invece? Questo si che è un colpo bassissimo, un’altra sòla in piena regola. L’intro powered by i Prodigy di Mia Sorella ha tutto per far supporre che il dramma si posa compiere pienamente e… e be’, di roba brutta ce n’è, ma non è un bel pastrocchione di dimensioni epiche. I cambi di ritmo sono carini, anche qui lo studio di registrazione ha più dato che tolto. Però come non ringraziare per i passaggi Linkin Park-osi, i soliti cinque assoli beceri ma beceri ma beceri che solo il ToSo può sentirseli? Ma… ma arrivati alla fine (è lunga, ce ne vuole) del secondo pezzo si inizia a intuire che il bagno di sangue non ci sarà. Un po’ fa male dentro.
Axl RoseAnzi, con il primo minuto di “Better” si ha già la quasi certezza della formula adottata dal signorino Rose: parti da schifo, fregali in mezzo, torna al dramma, salvati qua e là. Insomma: confondi. Eppure non sembra, per ripetersi, un problema di sovra-produzione, almeno non del tutto. Di certo c’è che bisogna prendere questa roba delle chitarre suonate in quel modo e nuclearizzarla. Ci sono dei punti di non ritorno e quello che ha decretato l’asfissia per vergogna di ‘sti assoli del menga è stato passato da vent’anni circa. Qui addirittura l’amico autore dal capello rosso e la faccia gonfia si prende il lusso di spingere il falsetto da pacco strizzolato fino a frequenze da bimba. Urticante!
Procedo, ormai è diventato un post “traccia-dopo-traccia”, che leggeremo solo io e il Tosini di cui sopra, almeno si spera. Forse lo leggerà anche Elton John, quello che ha composto l’intro di pianoforte a “Street of Dreams“. No, meglio: il cadavere monco di Elton John, figurarsi. Forse, però, è arrivato il momento tanto atteso: Axl attacca questa ballatona lontanamente-Who-esca (oh, calmi, è per dire) con un vocione da nonno ubriaco semplicemente da estasi. Questo sì! Questo è tutto il mare magnum di schifo ribollente che cercavo! Dammi fiducia! Dammi certezze! Gimme (pale) shelter! Sì, infilaci anche il cantatino sofferto a semi-cappella, aggiungici altro, pesta duro con l’assolo di marzapane rancido numero venticinque, avvolgimi prodigiosamente nel tuo universo da quindici milioni di dollari! Diavolo, questa si che è una porcata coi controfiocchetti letamati. Evviva, pant.
Con l’ingresso pizzicato di “If the World” la mente inizia a viaggiare e il cuore a scaldarsi: forse sta succedendo per davvero. Forse il “Chinese Democracy” che aspettavo esiste e ha preso vigore solo ora. Come pensare altrimenti di fronte alla robetta simil funky-disco-piaciona che cerca di tenere botta al naso di Mr. Rose? Ci si crogiola in questo bel letto di amore fintanto che non si viene infilzati dalla freccia crudele della ragione: ehi, ma tutto sommato è un disco fatto da uno che voleva fare queste cose quando c’era “Footloose” in TV. Questa è una buona canzone di quella decade là, punto. Con buona pace di chi “la cosa migliore degli anni ’80 è che sono finiti”. Ovvio che sia abbastanza chiaramente una porcheria, ma non una porcatissima, come sempre. Arrivati a metà album è quasi certa la delusione.

Axl Rose

Passiamo oltre a “There was a Time“? Dai che sono oltre sessanta minuti di musica, proprio come in quell’epoca là in cui avrà cominciato a scriverlo, quella dell’affermazione del bel CD su vinile e cassetta. Vabbé, è mediocre anche questa, la ballata numero due, quella con dentro “time”, “california”, “angel”, “superbella” (no, una di queste è di Niki, occhio!). Per chiarezza, se fosse uscita al posto di “November Rain” nel 1992, avrebbe portato a casa lo stesso risultato. Yawn. Male mediocre, da cui il titolo del post oltretutto.
Evabbé ma è il momento limone della vecchiaia sghemba: pure “Catcher in the Rye” (letteralmente: “Il giovane Holden”) è una cosa per stringersi forte e scegliere un nome al proprio figlio. Inconsci che tra cinque mesi lei ammetterà di essersi fatta tutte la seconda fila di quelli che c’erano al concerto. E a ragione, se l’hai portata al concerto dei Guns’n Roses all’alba del 2009/2010. La canzone, peraltro, è un’accozzaglia di pop, rockettino che viene via a poco, senza la voglia di spingersi particolarmente oltre e quindi anche incapace di raggiungere reali vette di putrideria assortita. Come al solito, ci sono anche delle idee carine. E’ una roba che proprio mi manda ai pezzi.
Sono arrivato alla settima. Basta. Basta perché non è una chiavica totale, ma ovviamente non è nemmno che a uno gli va di sentirselo tutto. Tutte e quattordici le canzoni. Il che è il segnale più indicativo della mestizia totale in cui naviga “Chinese Democracy”: un po’ lo ascolti anche, poi però pensi che c’è così tanto di meglio da fare nella vita. Chessò, contare le listelle del parquet con la lingua, tipo.

Chinese Democracy

(Guns’n Roses)

Chinese DemocracyGeffen – 71 minuti circa
Queste dovete ascoltarle: [mettete su “Appetite for Destruction”]
Zavalutazione: ♥♥♥♥♥

viale john lennon 16, 23875 osnago italy

8 risposte su “Il governo del malocre secondo Rose, Axl”

La parte più bella di Chinese Democracy è quando lo tiri via/cancelli dal lettore. Tu sei arrivato alla traccia sette, e dovrai renderne conto solo a Dio e bon.
Detto questo, Mattia sei una testa di cazzo (cit. Dott. Auletta): le uniche parti prescindibili dei due UoI sono contenute nel secondo disco. Un esempio? My World. UoI 1 è tanta roba, pur non arrivando ai fasti di AfD. Piuttosto, ma quanto fa figo scrivere con le sigle? TVUKDB. AMMZT.

Ahahahahah. No, c’è qualcosa che si salva (allora metti anche “Coma” dai, ma io ho smesso di sentirle in terza media, io), ma generalmente è lerciume. Rispetto ad Appetite dico.
-TSNMRD-

Chinese Democracy non esiste, quello che hai ascoltato tu è solo un fake!

Ed i GnR, una volta perso Izzy Stardlin, non hanno più scritto una singola canzone decente. Q_Q

Oh! Ma lo sai che nel video di November Rain (?) c’era un cartello con scritto “Where’s Izzy?”? Che storia! Che bello, mi sembra di essere tornato alle medie, andiamo avanti dai. Secondo me sono stati degli incoerenti a licenziare il batterista (come si chiamava… Steven Adler?).

Si infatti! Steven Adler che assieme a Slash era l’unico con un minimo di tecnica! Solo perchè continuava a perarsi in faccia agli altri che cercavano di uscirne!
Non si fa!
E al suo posto hanno messo un freddo sessionista come Matt Sorum!

Ah che belli i tempi del trash talk sui Guns n’ Poses… :lacrimuccia:

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