Sì, ma quale Papa Giovanni? Quello nato Angelo Giuseppe Roncalli, noto poi col nome da Supereroe di Papa Giovanni XXIII? O forse quella del ristorante a Bondi Beach (Australia), che ingenuamente propone una quattro stagioni con soli funghi e prosciutto cotto alla bellezza di 15 Euro? No, impossibile. Quest’ultima ha tutti gli accenti al posto giusto, è un bel “Papà Giovanni O’ Mmassimo”. Discutete pure di quel “Mmassimo”, ma non del Papa/Papà. Anche a Helsinki fanno le cose per bene: Papà Giovanni è un ristorante scicchettoso in cui una caprese si porta via 5,50 Euro. Anche meno che in alcune mense infami italiane. Meno interessante l’enoteca-ristorante in zona Piazza Navona a Roma (sempre “Papà Giovanni”), troppo facile se giochi in casa.
Secondo i perennemente debosciati (in cucina) inglesi, invece, è proprio Papa John. Per la precisione Papa John’s Pizza, la nuova catena di pizzerie con consegna a domicilio che si è vinta addirittura dei premi nel 2009. Ma d’altronde, se riesci a farti sponsorizzare addirittura da un Papa passato alla storia come il Dott. Roncalli, qualcosa di buono evidentemente lo offri.
Sarà forse la Pizza “Alfresco” con la sua esplosione di “goat’s cheese, caramelised red and yellow pepper confit, cherry tomatoes, onions with a balsamic drizzle” a soli 20 Euro? O forse la nuovissima “Don Pepperoni” (vedi immagine in apertura di post), in cui ovviamente viene riciclato il tristissimo fraintendimento del salame, anche questa placidamente posizionata nella fascia 20 Euro? La risposta è naturalmente quest’ultima: è la Papa John’s Pizza a vincere gli onori dei riflettori pre-pranzo del blog, perché GamesPress mi ha appena fatto sapere che la lussuosissima catena ha stretto un accordo con gli sviluppatori del team X2 Games (???) per mettere a punto un bel giochino destinato all’iPhone/iPod Touch. In cui si compreranno cose, prepareranno pizze, fatti simili, vai a sapere.
Per chi fosse interessato: Cooking Mama e Diner Dash probabilmente han già fatto tutto molto meglio.
Mese: Gennaio 2010
Non so se avete letto in giro, ma l’annuncio di Electronic Arts atteso per questa settimana, alla fine è già arrivato. O meglio, all’inizio, ma è uguaglio. Come da previsione di ennemila blog/siti/fatti, trattasi propriamente di NBA Jam, naturalmente in modalità perfezionata, aggiornata, ammodernata, ammogliata. Naturalmente solo per Wii? Come perché? Perché ci vuole poco, puoi farlo senza sbatterti troppo, far finta di aver portato a casa un annuncio importante, mettere sul piatto 5 Euro arrotolati e poi magari lamentarti anche se “i giochi delle third parties su Wii non vendono”.
Zavemobile 1.0: 1998 – foreva
Certe cose ti segnano: quando è arrivata stavo giocando a Monkey Island 3. La scena nell’oasi col serpente che se sbagli ti si ingolla tutto, se la memoria non mi inganna. Lei però era di sotto, a livello dell’asfalto: nera, silenziosa e sinuosa. Fari accesi nel tardo pomeriggio invernale di dodici anni fa esatti. Era gennaio anche allora e lei aveva vinto la selezione, nemmeno troppo dura. La Famiglia aveva deciso che, tra il tamarro di Cologno (Fiat Bravo) e quello brianzolo (Volkswagen Golf), era meglio la classe nipponica di un’Honda Civic 1.4 25th Anniversary.
La targhetta che testimoniava l’edizione anniversario se n’è andata ben presto, eredità dello scarso livello di amore dimostrato dal primo utilizzatore finale della AR 625 NN, che solo dopo otto anni diventerà la ZaveMobile. Storie brutte: di paura, miseria, buio e coltelli che riflettono la luna. Arrivata per dare il giusto congedo alla Renault 5, era destinata a entrambi i pargoli della casata. Ma il destino avverso rigettò la patente fino al 2005. E notizie di cronaca medica fissarono al giugno 2006 il passaggio ufficiale allo status di ZaveMobile.
Porno quando sei intorno
Zack and Miri make a porno (regia di K. Smith, 2008)
I primi venti minuti (scarsi) di “Zack and Miri make a porno” sono quanto di più vicino al ritmo e allo stile del primo “Clerks” Kevin Smith abbia girato da… “Clerks” per l’appunto. Espressioni da scazzo epocale, motivetto hard rock sputacchioso e lo-fi in sottofondo, poche parole e carrellate sui dettagli per raccontare chi siano Zack (Seth Rogen) e Miri (Elizabeth Banks): amici e coinquilini.
E dato che a Silent Bob il giochino viene sempre particolarmente bene, il barbuto e flanellato Seth veste i panni di un commesso, piazzato vicino alla spalla semi-comica di Craig Robinson (Delaney nel film), il collega con cui spartirsi battute sulla vita da schifo che si vive dietro al bancone. I tempi cambiano e se per Dante e Randall il punto focale della giornata era la partita a hockey sul tetto del drugstore, qua ci sono più affitti da pagare e soprattutto ci sono cellulari che registrano filmati e un Internet avido di amatoriale.
Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.
Per festeggiare l’uscita internettiana di “Heligoland”, mi sono ridato a tutta la discografia dei Massive Attack. E poco sorprendentemente vince sempre lui, “Mezzanine”. E’ sufficiente prendere un pezzo a caso dell’album di undici e rotti (sigh) anni fa per vincere una canzone del giorno. “Risingson” è violenta e suadente, soporifera e letale, ricca di loop che tornano e con quella batteria e quel basso che proprio non ti sbagli. Il vocione e la gente toy-like. Quanta bellezza spremuta in cinque minuti, prima che i bristoliani mi si perdessero un po’ nelle raspe di “100th Window”. Dream on.
Risingson
Di: Massive Attack
Durata: 4′:59”
Dal disco: Mezzanine
Anno: 1998
Guarda e ascolta: clicca qui
Cose su questo blog: in arrivo
Musica per un motore migliore
In attesa di nuove buone dal concessionario, fervono i lavori sulla preparazione di una playlist che possa commentare al meglio il battesimo su strada&in-coda della ZaveMobile 2.0. Ci sono due problemi: non sono un fan delle playlist e comunque il primo disco da infilare nello slot-in dell’autoradio è quello ovvio/noioso/banale/cheppalleoh-smettila! già deciso da tempo (“MCIS”). Però, ripeto, non sono un fanz delle playlist, quanto del disco integrale. Per assemblare la selezione attualmente in essere mi sono affidato al metodo più terra-terra che conoscessi: visualizzare tutte le canzoni che contenessero “Car” o “Drive” nella libreria di iTunes. Il risultato è quello qua sotto. Nota bene: ci sono giusto un paio di aggiunte comunque tematiche (“MFC” dei Pearl Jam, “Go with the Flow” dei Queens of the Stone Age, “Taxi Ride” di Tori Amos e “Ain’t Talkin’ ‘Bout Dub” degli Apollo 440 perché una tamarra serviva). Però mi servirebbero tanti bei consigli e suggerimenti, cercate di lesinare sugli insulti, invece.
Il campionato delle patate
Non si parla di donne formose e un filo vacche, no, ma del Grande Calcio della Serie A. Perché uno aspetta delle settimane per tornare a vedere qualche partita e poi si deve beccare lo spettacolo indegno di Chievo – Inter. O meglio, dello stadio veronese che ospita l’incontro, quel che si suol definire “un campo di patate”, e le italian wags continuano a non c’entrare nulla. Proposta naif: ma multare con la sottrazione di qualche punto direttamente le squadre il cui campo si rivela essere uno schifo totale simile per, tipo, tre partite di fila? Impossibile perché alla fin fine l’impianto è comunale e quindi non è tecnicamente responsabilità del club? Capisco. Peccato, sarebbe stato piuttosto figo. E obbligare chiunque a comprarsi il suo stadio entro, chessò, cinque anni? Dieci? Sette? Tombola?
Complimenti vivissimi comunque al Chievo, che protesta per un rigore che Pellissier ha provato a inventarsi con mestiere e si puppa il gol in contropiede. E’ giustizia sportiva abilmente applicata.
Ero così impegnato a distrarre il gatto dai cordini della felpa nuova che non me ne sono proprio accorto. Eppure è una faccenda che merita tutti gli onori, gli applausi, i ringraziamenti e i bicchieri con sopra scritto il nome di questo mondo. O perlomeno di quelli che hanno visitato con regolarità quello che il Corriere della Sera non ha esitato a definire “un altro blog di seicentomila che vengono aperti ogni giorno”. Proprio così, Zave’s raggiunge con malcelato orgoglio le centomila visite in sei mesi circa, che fa una media di tipo (fate le divisioni voi, famo prima). L’occasione mi è lieta per annunciare un paio di modifiche strutturali/di staff che movimenteranno la vita del blog in questo neonato 2010: sono già pronte due campagne pubblicitarie che porteranno alcuni pop-up e dei take-over, ma nulla di insopportabile. Però bei soldi. Secondo: l’accordo con un grosso editore pare essere raggiunto e quindi, entro i prossimi giorni, vedrete comparire un vero e proprio staff, capace di trasformare questo blog in un magazine online vero e proprio, che spazierà dalla botanica al retro gaming, dalla metalmeccanica alla puericultura, passando per la politica (interna ed internazionale). L’idea è di fare concorrenza proprio a Repubblica.it, Corriere.it e via andando. La sensazione è, anche, che si possa vincere facile. Ora vado che c’ho mia zia al citofono e poi chi la sente?
Una canzone al giorno leva il medico di torno. Se è quella sbagliata, nel posto sbagliato, all’orario sbagliato, ti leva di torno pure il contratto a tempo determinato o d’affitto. Un bel chissenefrega è comunque sempre auspicabile.
Non puoi sconfiggere i migliori Pearl Jam, quelli della prematura maturità incazzata e amaramente acidula. Quelli di “Vitalogy”, del post-“Vitalogy”, di “Mirror Ball” con Neil Young e quindi “Merkin Ball” con loro stessi. Da quell’EP due pezzi inediti, due tra le cose migliori firmate dal gruppo: “Long Road” e la qui presente “I Got Shit”, rinominata per esigenze di carineria “I Got Id” durante le presentazioni ufficiali. Ha tutto quel che serve per ricordare al mondo come mai bisognerebbe farsi tutti omosessuati per un istante e amare col corpo l’intera band. La violenza dell’attacco, il vetriolo sputato, la romantica ballata-decadente del ritornello, la chitarra ululante nel finale, il basso tonante e tanti anni ’90.
I Got Shit/Id
Di: Pearl Jam
Durata: 4′:53”
Dal disco: Merkin Ball
Anno: 1995
Guarda e ascolta: c’erano due link poco fa, non li avete visti?
Cose su questo blog: tutt’e cose Pearl Jam