Ma avete idea di quanto debbano stare antipatici gli anellidi agli inglesi del Team 17? Loro erano gente seria. Loro facevano giochi che il giocatore duro e puro apprezzava. Mettevano assieme papiri di codice digeriti con ineffabile amore dal pubblico europeo, in un’epoca talmente trapassata remota che iniziano pure a venire i dubbi sull’esistenza in prima istanza (eh?). Poi han fatto quella cosa coi vermi che si sparano e che, mamma mia!, faceva pure sorridere. “Eh-eh-eh, oh-oh-oh, ha la fascia in testa tipo Ryu!”, che matti, quegli inglesi ubriaconi. Poi però, acciderboli, sono tipo morti. Morti male. Coma (in parte auto)indotto, attività cerebrale ancora parzialmente presente, il che quindi rendeva impossibile staccare i macchinari. Una sorta di accanimento terapeutico: un po’ (molto) perché il mercato era cambiato e nemmeno loro avevano più lì soldi per stargli dietro. Un po’ (molto) perché alla fine Worms continuava a vendere decentemente ovunque e quindi… chi glielofaffare? Infine, la luce. L’arrivo di quel piccolo Eden sempre potenziale che è il fatto digital-delivery: Xbox Live Arcade, PlayStation Network, WiiWare. Team 17 ci crede, ci vuole credere! E butta fuori un Worms pure lì. “Minchia morite!”, giusto? Quasi, perché poi ci ripensano e mettono insieme Alien Breed Evolution. “Bella Earl!” direte voi. Insomma, quasi…
Come le grandi band che si sono ampiamente rotte di andare in tour per fare solo il singolone che ai tempi gli era valso fama, soldi e donne crudeli, anche quelli del Team 17 hanno pensato bene di dimostrare che possono e vogliono ancora far altro. Il problema è solo che Alien Breed Evolution è proprio di una banalità oltre il limite della decenza. Non è brutto, né rotto, solo insipido e senza scossoni.
Arricchito dall’Unreal Engine 3, il fiore che può appuntarsi all’occhiello il ritorno della saga è proprio quello costituito dal comparto tecnologico: ricco di dettagli, giochi di ombre e continue esplosioni che illudono il giocatore su quanto sta succedendo. Pare che ci sia l’inferno, invece no, non sta succedendo nulla in realtà. Però scenograficamente funziona, come ha insegnato Electronic Arts nei primi anni ’00, quando ha iniziato a utilizzare i trucchetti da “esplosione-di-Hollywood-che-fa-scena”.
Nel gioco, purtroppo, si continua a sparacchiare senza troppa arte. Un po’ marine spaziale che voleva tanto essere quello di Doom 3, un po’ factotum-operaio-idraulico della stazione orbitante/nave spaziale andata in rovina. Vai di qua, schiaccia quello. Torna di là, apri porta. Spara al mostro, rispara al mostro, c’è un altro mostro, un altro ancora, ehi… dietro di te! Altri tre mostri. Procedi, apri porta, la porta è bloccata. Vai di lì, schiaccia quel pulsantone illuminato, torna indietro, porta sbloccata… mostro! Fino alla fine della quinta missione, dopo una manciata di ore (nemmeno poche) e in attesa (non io) del secondo capitolo di Evolution.
Il tutto scandito da un mezzo boss senza carattere e di fronte al quale l’unica soluzione è la fuga, nonché dall’avvicendarsi di un po’ di armi nemmeno bruttarelle quando iniziano a esplodere i colpi (tranne il lanciafiamme, due leghe sotto a quello di M.E.R.C.S.), ma che non assicurano chissà quale divertimento. Mostri tutti fondamentalmente uguali, senza tattica, senza idee. Eppure si può anche procedere e arrivare alla fine, perché il ritmo non riesce a essere del tutto soporifero: si sparacchia, ci si gira in giro che da vedere è proprio caruccio e si procede. Il tutto a patto di aver impostato il livello di difficoltà al di sotto di quello standard, altrimenti sono solo inutili e mal gestite rotture di zebedei da difficoltà frustrante e mai divertente o stimolante.
In Co-op le cose vanno peggio: a disposizione non ci sono le cinque missioni principali, ma tre che prevedono molta meno esplorazione, più noia e alcune chicche come l’impossibilità di ruotare la telecamera o di separarsi sullo schermo. E parliamo di Co-op attraverso Xbox Live naturalmente, il che rende la scelta vagamente idiota.
Alien Breed: Evolution Ep. 1 (Xbox Live Arcade)
Sviluppatore: Team 17
Editore: Team 17Zavalutazione: ♥♥♥♥♥
14 risposte su “Alien Breed: “volevamo solo i nostri sogni indietro””
Provato qualche giorno fa. Duepalle. Yawn.
Vabbé Shrappy, te non conti. Daresti (anzi, hai dato) voti stratosferici a qualsiasi roba fosse esclusiva PSN. 😀
Ma finiscila, che ‘sta cagata tra un po’ esce pure sul PSN. L’esclusiva è solo a tempo. =)
Ma guarda che quello che hai appena scritto non confuta minimamente quel che ho detto io prima.
Mica vero, non mi piacciono solo le esclusive.
E comunque, cazzarola, mi sono preso un’Elite a Natale per giocare a quelle quattro minchiatine che ci sono in esclusiva su 360, evidentemente mi piacciono pure quelle. Fermo restando che sono un fanboy Sony. =)
Io rivorrei Project-X.
Shrapnel: okei, è solo per ricordare quanto sei vergognosamente e inspiegabilmente fazioso. Mi pare corretto!
Andrea: io no.
Una robina leggera e facile facile.
La cosa dell’inquadratura condivisa in co-op è insopportabile, però comincio a chiedermi se ci sia un problema tecnico a fare altrimenti, visto che la situazione è la stessa nei due Marvel Ultimate Alliance (e lì la cosa è quasi delirante, visto che si gioca fino in quattro). Più in generale, mi sembra insensato che per la co-op abbiano fatto dei livelli appositi, visto che poi ti fan fare le stesse cose che fai nello story mode, solo con più alieni a schermo.
Per il resto, secondo me dici un sacco di fregnacce, anche se magari per quando l’avrò terminato mi ricrederò. 😀
Il gioco è nato vecchio, è vecchio dentro, è un remake di quelli che non è ben chiaro a che servano, perché fa poco più che aggiornare la grafica senza infilarci poi troppe idee, e siamo d’accordo. Anzi, aggiungo pure che la gestione dell’inquadratura è abbastanza scomoda.
Ma se lo vuoi giocare, lo devi giocare a Elite, altro che “a patto di aver impostato il livello di difficoltà al di sotto di quello standard”. Per forza che poi lo trovi soporifero e privo di tattica.
E occhio, io sono uno che si fa Dead Space a Normal e Ultimate Ghosts ‘n Goblins a Easy, non è che sia malato di sfida. Però secondo me ‘sto gioco quel che ha da offrire lo offre nel migliore dei modi a livello di difficoltà alto (esattamente come Arkham Asylum, fra l’altro). Poi magari non ti interessa, quel che ha da offrire, o comunque non hai voglia di sudare un po’, ma io a Elite non sto trovando nulla di frustrante, solo una roba che ti costringe a soppesare, a tenere d’occhio le munizioni, a rovistare in ogni angolo per raccattar provviste, a star sempre attento a usare l’arma giusta con l’alieno giusto, a sfruttare la struttura di corridoi e stanze per imbottigliare i nemici e farli fuori assicurandoti di avere le spalle coperte. Insomma, tutto tranne che barboso e privo di tattica. 😛
Mi fido del fatto che a livello Elite ci sia della tattica. Non ci proverò mai perché mi sono già rotto ampiamente e sono tornato a provare la Champions League con PES. 😀
Più che altro rimane ampiamente demoralizzante la cosa della visuale allora. Anche perché Marvel devo giocarlo…
Hahahaha, madonna, piuttosto che fare la Champions League con PES mi gioco Ultimate Ghosts ‘n Goblins a hard.
Perché Marvel “devi” giocarlo? Che senso ha giocare quella roba se non hai letto fumetti Marvel per vent’anni almeno? 😀
Perché mi sembra un’ottima fuffa da giocare con gli amici collegati online a insultarsi. Tieni conto che in questo modo ho fatto per interi Halo 3 e ODST. Hai presente con chi stai parlando no? Quindi se riesco a fare Halo, Marvel dovrebbe essere una passeggiata.
Secondo me sottovaluti quanto possa essere una rottura di coglioni Marvel. Te lo svelo: molto più di Halo.
Ti farò sapere. In realtà avevo giocato anche… uhm… credo metà o poco meno del primo. E in effetti sì, lo era, una rottura di coglioni.