Il Sudoku è bello. Non come il Picross del Mario, ma è bello e ti ruba l’anima per lunghi e intensi minuti. O quello, o la criogenizzazione, per alcuni frenetici momenti di noia. Ecco no, ultimamente (dai?) preferisco i blog. E quindi, oltre a quello qua presente, da oggi prende ufficialmente il via un altro coso. Tutto diverso, che interesserà un millesimo delle due persone che visitano con regolarità questo spazio: si parla solo di Smashing Pumpkins e del nuovo/futuro/imminente nuovo disco. Teoricamente è pure un photo-blog, quindi piuttosto phigo da vedere, ma pressoché vuoto. Eccolo qui: theteargarden.wordpress.com.
Però oh! E’ gratis!
Mese: Ottobre 2009
Seconda puntata per “Flash Forward”, quello che Fox ha già generosamente definito “l’evento televisivo dell’anno”. C’è qualcuno con un cuore grande grande da quelle parti: simili proclami avevano già accompagnato il battage pubblicitario che ha preceduto il debutto di quella roboante minchioneria di “The Listener”, poi del ridicolo “Mental” e infine del noiosetto “Lie to Me”.
Dopo meno di due ore di “Flash Forward” posso già rendere comune la mia visione del futuro: tra una settimana non starò di certo guardando le puntate di ‘sta roba. Ché il filo narrativo principale non sembra nemmeno così male, per quanto già raffazzonato qua e là dopo due soli appuntamenti, ma tutto quel che c’è attorno… sembra scritto dagli sceneggiatori di “Grey’s Anatomy” e girato dal regista degli spot Vodafone e/o Tim. La pressoché totalità degli attori latrano malamente, il 99% dei dialoghi secondari sono di un banale e di un fastidioso e di un macchiettistico (?) che metà ne basta.
E per essere tutta una faccenda di gente che guarda in avanti, già nella seconda puntata ci siamo puppati ennemila flash-back del flash-forward, una perversione mica da ridere. Il cliffhanger della prima puntata funzionava bene, quello della seconda già molto meno, anche perché affidato all’ignobile bambina che, purtroppo, ha visto qualcosa. Il che vuol dire che non morirà a breve. Tristezza.
Outcast: Episodio #1
Visto che quel Gesù in terra di giopep non si è neanche lontanamente sognato di mandare una mail per avvertire chi ha prestato le corde vocali (e poco altro), arrivo con delle ore di ritardo. E per tutti i fans del podcast è roba mica da poco. Quindi: cliccate sui link qua sotto se tenete dell’interesse. In questa prima uscita ufficiale si parla di non mi ricordo più cosa. La gente giapponese che non riesce più a fare videogiochi interessanti, Tokyo Game Show, David Jaffe ne dice un’altra, costo dei videogiochi e molto, moltissimo altro su cui un sacco di gente ha già detto roba molto più interessante. Enjoy Coca-Cola!
Outcast Episodio 1:
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Ma soprattutto clicca qui per scaricare l’mp3 e ciao.
Singolo post mortem? This is it.
Schioccar di dita, voce setolata, auto-contro-canto e coro di un nero suadente, chitarra/basso pizzicati in un giro funky sotto sedativi e una bara tutta agghindata: trova l’intruso! “This is it” non è solo il documentario ad alto rischio di necrofilia voluto dagli avvocati ed ereditieri di Michael Jackson, ma anche l’omonimo pezzo inedito che accompagnera un voluminoso cofanetto da quattro LP.
Circa dieci giorni fa mi sono portato a casa PES per PlayStation 2. E con “PES” intendo, tutto Pro Evolution Soccer. Dal primo al sesto “episodio”, tutti quelli pubblicati per PlayStation 2, appunto. Una spesa irrisoria, circa 7 Euro in totale. E quindi parte l’esperimento: due partite a ogni capitolo. Così, senza pensarci troppo su, giusto per vedere l’effetto che fa, annotare le sensazioni più interessanti al cambio di gioco e buttare via sei post sul blog. Quindi, con ordine, si parte con Pro Evolution Soccer: annata 2001 (in Europa perlomeno, 2000 in Giappone, ma non conta nulla).
Il 2009 sarà l’anno matto di PES in casa Wii. L’anno in cui si recuperano i mesi persi, quelli che hanno visto nascere la serie sulla console Nintendo solo nel marzo 2008. Considerato tutto, a Konami dev’essere parsa una mezza idiozia uscirsene in ritardo di mesi con la versione Wii rispetto a quelle Xbox 360 e PlayStation 3. Ma soprattutto: in ritardo di mesi rispetto a quella PS2, che è poi (tecnologicamente) la base di quella Wii. Quindi in questo strepitoso 2009 raddoppiamo: PES 2009 a febbraio (o era marzo?) e PES 2010 a novembre. Così poi abbiam preso il giro e via.
Data East: il furto gentile
Può avere un prezzo un sentimento? No dico, può uno splendido disco costare davvero qualcosa? O i 15 Euro sono una sorta di biglietto d’ingresso simbolico? E i videogiochi? Quanto costa il ricordo di enne partite nei fumosi bar che ora ospitano solo le decadenti macchinette del poker elettronico? Il quesito è più attuale che mai, dato che la tendenza (in realtà ormai bella che consolidata) è di appioppiare le peggio non-conversioni a una qualsiasi piattaforma.
Molto breve: ha senso spendere 8 Euro per un gioco del Megadrive sulla Virtual Console del Wii? Sono 8 Euro per un gioco in tutto e per tutto identico, tralasciando il rinnovato collegamento video che, perlomeno e vivaddio, relega nello stanzino delle scope il cavo antenna dei tempi che furono. Ma ha senso? Perché o sono troppi, o non sono nulla.
I veri giornalisti si inventano le virgolette anche dove non ci sono. In effetti Ed O’Brien, quello dei Radiohead di cui nessuno si ricorda mai, non ha esattamente schiaffeggiato Thom Yorke con una trota grande e grossa. Ma quasi. L’asimmetrico Thom aveva detto che il gruppo si era lievemente sfrangiato gli zebedei di registrare dischi veri e propri? Che lunghi periodi in studio non sarebbero stati sopportabili? Allora qualcosa dev’essere cambiato, perché l’altro chitarrista (l’Ed di cui sopra), ha fatto sapere al New Musical Express (NME, per gli amici/nemici) che… sorpresa sorpresa, il prossimo inverno ci son già degli studi prenotati per dare il via ai lavori sul nuovo album.
In mancanza di un nome, ci si arrangia col metodo moderno: secondo la stampa anglofona, quindi, ora come ora siamo di fronte alle prime notizie ufficiali sull’ellepìotto (LP8) dei Radiohead. Poi vabbé, nell’equazione va anche tenuto conto dell’affidabilità di NME, spesso vicino ai numeri negativi. Ai poster l’ardua sentenza.
Finalmente tutta la verità, o perlomeno quella che le discutibilissime linee editoriali di Game Informer vorranno spacciare per tale al mondo. Lunedì gli abbonati statunitensi riceveranno in casella il nuovo numero, con una splendida copertina alla fragranza di Topo. Topolino naturalmente, quello di Epic Mickey, il progetto di cui l’intera redazione di questo blog si era occupata qualche tempo fa.
E l’occasione ci è lieta per accendere un faro Mazinger-dimensionato sul dubbio-non-dubbio di queste ultime, caldissime, ore di pioggia autunnale: Epic Mickey verrà pubblicato in esclusiva per Wii. Poi, forse, vai a sapere, nulla è detto, potrebbe essere che esce per iPhone, vai a sapere. Oggi, però, è tutta una questione di telecomandi da titillare.