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Vendo Bagnoli (e compro i Public Enemy)

Public Enemy: gialli avarizia?
Public Enemy: gialli avarizia?

A.A.A., cercasi disperatamente soldi gratis, meglio se da alberi. No banche, no Lehman Brothers, grazie. Firmato: gli amichevoli Public Enemy di quartiere. La somma necessaria: 250 mila dollari. Destinatari del messaggio? I fan dello storico gruppo new-yorkese. Il mezzo per tramutare le promesse in una nuova catenona dorata: Sellaband.com.
Immaginatevi tanta bella gente, vestita a volte anche con una certa decenza, eppure a gattoni col cappello in mano. Elemosinando. Ma si può anche scegliere l’altra fantasia, quella a base di comunismo e comunione d’intenti: ognuno si iscrive a questo bel sito di CollectiveColletta e offre i suoi 25 dollari. Una volta raggiunta la quota richiesta per credere all’hype, si chiude tutto e i nostri registrano/producono/stampano. Dice Chuck D.: “parte tutto dai fan questa volta, da loro ha origine il nuovo album, loro vengono per primi”.
Attenzione, però: potrebbe non esserci solo un posto in paradiso (o un tugurio all’inferno, a seconda delle opinioni) per i Papà Pantalone che offriranno l’obolo richiesto. Le band iscritte al sito CollectiveColletta (che in realtà è sellaband.com) possono decidere come ripagare gli investitori: magliette, CD, pupazzi in cartongesso, biglietti per i concerti. O addirittura, come sostiene New Musical Express in questo specifico caso, con una parte dei ricavi delle vendite dell’album. Quanto? Come? Perché? Meglio di Bet&Win?

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