Il prossimo 20 febbraio 2010 Ian Brown spegnerà la bellezza di quarantasette (47) candeline. Sempre che gli regga la pompa, perché la dissennata vita da rocker avrà pure lasciato qualche scoria. “Ma che vita da rocker?!”, replicherà giustamente qualcuno accennando ai soli sei anni scarsissimi di vita certificata/ufficiale/discografica degli Stone Roses.
Mettetela come volete, ma per intanto il 21 settembre l’ex idolo della folla mancuniana pre-Oasis ha dato alle stampe (o meglio, agli scaffali) “My Way”: sesto disco solista. Spesso riesce con una certa decenza a proporre album degni di nota. A volte supera proprio il segno e porta a casa il bottino completo. Il variegato mondo dei Torrenti non mi ha ancora permesso di farmi un’idea personale su “My Way”, o perlomeno una che vada al di là della “Stellify” che streamma selvaggia dal sito ufficiale di Ian (o qua sopra).
Proprio “Stellify” e il relativo video possono essere presi a testimonianza delle imminentei 47 candeline: Mr. Brown sta diventando Iggy Pop, solo (forse) un filo più nano. Poca roba. Perde chili, i lineamenti si induriscono e guadagna spigoli-Skeletoniani sul volto. La voce non sembra risentirne, grazie al cielo. Anche se la “Stellify” di cui continuamo a utilizzare le informazioni senza ritegno, non spinge l’ugola inglese verso chissà quali vette.
Ma per intanto è Iggy Skeleton Brown in Pop. Con immutata stima, ovviamente.
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