Due anni: 24 mesi dopo la pubblicazione di “In Rainbows”, i Radiohead mantengono il più assoluto riserbo sul prossimo album. Una cortina fumogena che potrebbe tardare a diradarsi, se è vero (ed è vero) che solo lo scorso agosto Yorke ha sottolineato come, oggi come oggi, “imbarcarsi in un’avventura dispendiosa e stressante come quella di “In Rainbows”… ci ucciderebbe”.
0 risposte su “He sucks young blood”
A proposito di sangue, tra una Guinness e l’altra Ozzy sara’ in centro a firmare il suo (nuovo?) libro.
In Rainbows… che caso, lo ascoltavo stamattina in macchina e poi trovo questo post. Da grande fan dei Radiohead primo stile l’ho trovato comunque un libro decente. Qualcosa che sicuramente ha dato una sterzata positiva rispetto al periodo amnesiac, rimanendo sempre onesti. Ora ovviamente sono abbastanza curioso di un nuovo disco perchè ormai i trasformisti di Abingdon hanno imparato a stupirmi passo dopo passo. Vedremo che succederà anche se da questo articolo su kataweb poco sapevo e poco ho imparato
In Rainbows è la splendida summa di tutto ciò che è venuto nel post Ok Computer, per come la vedo io. E il miglior episodio dopo e assieme a Kid A.
L’articolo non è nulla di più di un riassunto di quel che è successo nell’ultimo mese nel pianeta Thom Yorke. Nessun’altro intento.
certo pure io… che credibilità ho se scrivo che ho trovato In Rainbows un “libro” decente 🙂 LOL
Sicuramente, come dici tu, è, nel post ok computer, il miglior disco insieme a Kid A. Devo dire che forse rispetto a a Kid A è un album più completo e più compatto ma le sue “perle” sono meno brillanti di quelle presenti in Kid A.
Comunque sia i due dischi come “livello” sono appunto pari ma come genere completamente differenti, non trovi? Kid A è il primo vagito della “rivoluzione” elettronica Radiohead mentre In Rainbows è molto più suonato, secondo me anche molto più pensato.
Probabilmente va bene la parola che tu hai usato “summa” perchè lì dentro c’è più o meno tutto. Certo è che, per un fan di “Anyone can Play Guitar” “I Can” “Black Star” “Sulk” e altri gioielli primo periodo è sempre e comunque distante da ciò che la parola Radiohead risveglia sulla mia pelle e dentro il mio cuore
Mmm, no, non so. In Rainbows ha dello splendore minuscolo ovunque. Una cura abominevole che non diventa mai stucchevole e comunque riesce a regalarsi una valanga di melodia. Kid A e In Rainbows differenti? Sì, sicuro. Oppure la stessa roba prima in versione “raw” e poi mediata, perfezionata, fatta più propria (In Rainbows).
Sulle nostalgie da Pablo Honey/The Bends, in un certo senso siamo d’accordo. Ma è così talmente intrigante la complessità e allo stesso tempo l’impatto di In Rainbows, che mi va benone che rimangano dove sono.
Mi va meno bene il nuovo EP di Yorke, ma non lo prendo come simbolo di un bel nulla che porterà il nome Radiohead.