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Se il cuore rimane sulla copertina

Black Gives Way to Blue (Alice in Chains - 2009)
Black Gives Way to Blue (Alice in Chains - 2009)

Un nuovo inizio: è un auspicio quello proclamato deciso, con giusto un filo di scazzo post-mortem, da Jerry Cantrell in “All Secrets Known”, pezzo che apre “Black Gives Way to Blue”. Lo fa mentre la chitarra sale fino a creare un muro granitico, quasi una barriera innalzata contro qualsivoglia critica. Perché di critiche ce ne sono state e ci saranno: riesumare il nome Alice in Chains anche con uno Staley sepolto da mo’? Ma è roba loro e se decidono di farlo, saranno ben fattacci propri. Moralmente parlando, perlomeno.

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Musica

Alice in Chains: ricominciando

Alice in Chains 2009 - "Black Gives Way to Blue"
Alice in Chains 2009 - "Black Gives Way to Blue"

E’ troppo tardi per tutto. Troppo tardi per gli Alice in Chains. Troppo tardi per Layne Staley. Troppo tardi per recuperare il doppio “Degradation Trip” del solista Cantrell e confrontare, ché i CD non so dove siano finiti (custodia vuota, c’è di peggio nella vita?).
Troppo tardi per ascoltare per la prima volta “Black Gives Way to Blue”, il ritorno in gioco del gruppo bluesheavygrunge (aggiungete un paio d’altri, se vi serve). Ma d’altronde così è e quindi fuori le droghe eccitanti e determinazione nel fare almeno un giro completo prima di abbandonarsi al sonno del giusto.

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NES al cromo: produttività -180%

Super Mario Bros: subito ovunque.
Super Mario Bros: subito ovunque.

C’è gente che dice di saper programmare e per dimostrarlo fa le peggio minchionate inutili da geek anni ’80 per spegnere le luci del bagno quando il gatto si lecca le zampe vicino al mouse. Poi, invece, c’è gente che mette a frutto il proprio ingegno per rendere il mondo un posto migliore: è il caso di Ben Firshman. Il BuonBen ha difatti assemblato un simpatico emulatore del NES in javascript. Cioé, insomma: ti colleghi al suo sito, scegli il gioco e smetti di lavorare.
Ci sono dei limiti, anche se davvero robetta: per goderselo al meglio è consigliato Google Chrome e attualmente la lista delle ROM è limitata (ma c’è roba tipo Super Mario Bros, Tetris, MegaMan, Contra, The Legend of Zelda II… sì, quello inutile). Correre, che Nintendo lo farà brillare entro sei minuti (invece di sfruttarne la tecnologia per un po’ di amore extra).

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Il nuovo disco degli Smashing Pumpkins

Teargarden by Kaleidyscope (Smashing Pumpkins, 2009-2010)
Teargarden by Kaleidyscope (The Smashing Pumpkins)

“Teargarden by Kaleidyscope”: casomai “Machina/the Machines of God” vi fosse sembrato troppo sempliciotto come titolo, per il settimo disco degli Smashing Pumpkins è stato scelto qualcosa di ancora più complicato, ma che, almeno, lancia immagini più soffici, acide e promettenti. Quella qua sopra potrebbe essere l’illustrazione principale, ma, d’altronde, parlare di “illustrazione” (al singolare) potrebbe non aver senso…

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fenomeni parastatali Videogiochi

Fenomeni parastatali: Tette Fitness 2010

Del peggio del loro peggio, ora con più bilancia.
Del peggio del loro peggio, ora con più bilancia.

Un appuntamento, quello dei Fenomeni parastatali, che si fa ogni giorno più intrigante. Dico davvero. Prendete, per fare un esempio, il bell’oggettino misterioso di oggi: Jillian Michaels Fitness Ultimate 2010. E’ o non è un punto d’arrivo dell’ondata FitnessQualcosa che ha seguito Wii Fit? Col suo modello poligonale in vero legno massello e le ambientazioni che paiono veri e propri fondali da epoca 2D, oltretutto stilisticamente ripresi dalle cartoline trash degli anni ’80, il “gioco” prodotto da Majesco e sviluppato da NonRicordoIlNome (ma comunque gente che non ha fatto roba interessante) è davvero un piccolo campioncino di qualunquismo-Wii.
Il comunicato stampa ci tiene a sottolineare che trattasi di seguito di un robo che ha venduto 600.000 copie: Google è troppo lontano per star qui a sbattermi nel tentativo di scoprire se sia o meno vero. Naturalmente tutto lo studio di design ruota attorno alle tette marmoree (come tutto il resto, purtroppo) della nostra Jillian. Altro che l’isola di Gilligan: l’isola di Jillian.

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Musica Variopinto

This machine can only swallow parole

Call me de che?
Call me de che?

“Accelerate”, il disco dei R.E.M. dell’anno scorso. Si stava riflettendo sulle similitudini concettuali con il nuovo “Backspacer” dei Pearl Jam…  o qualcosa di simile comunque. Poi ho messo su “Automatic for the People” al suo posto, con le cuffie sganze.
Oltre ad aver colto roba che precedentemente (nonostante una qualche vagonata di centinaia di ascolti) non avevo mai colto, tipo il preciso colpo alle corde del basso in “Drive” o una risatina smorfiata da Stipe in “Sidewinder Sleeps Tonight”… ecco, oltretutto, è tornata alla mente la questione proprio del ritornello dell’ultima canzone citata.

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Videogiochi

Master System: troppo avantissimo

Costina ridotta, foto esplicativa, nome caratteristico: i giochi su Sega Card.
Spessore ridotto, foto esplicativa: Teddy Boy su Sega Card.

La storiella è vecchia e risaputa: il Master System si è infilato come una pesante palla di cannone nel mare dei videogiochi giapponesi e ha sorvolato il Nord America senza rubare nemmeno un abbraccio di circostanza. Ma in Europa (e Sud America, ok)… be’, in Europa le cose sono andate diversamente. In particolar modo quando dell’Europa si prende in considerazione solo il paesino dalla stramba forma a stivale.

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Videogiochi

PES 2010: copertina italiana

Donadoni o Del Piero?
Donadoni o Del Piero?

Aggiornamento velocissimo per i fanz del PES del 2010 del grande calcio del però meglio FIFA 10: la copertina italiana di Pro Evolution Soccer, ora con un Del Piero brizzolatissimo. In uscita il 22 ottobre 2009. Clicca qui per la versione PlayStation 3.

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Something’s in the Air

Godot e Duckel: il bianco e nero sfina.
Godot e Duckel: il bianco e nero sfina.

Vanno per i quaranta, i due degli Air: Amour, Imagination, Rêve. Nicolas Godin e Monsieur Duckel hanno finito di lavorare al quinto album della loro carriera da poco diventata ultradecennale e non è questo il tempo di tirare i remi in barca. In attesa che qualcuno di più attrezzato metta a disposizione dell’UniversoMondo “Love 2”, ci si può sbizzarrire cercando di intuire dove andranno a parare.
Per amor del fastidio, non dovrebbe rivelarsi un’impresa poi titanica: gli ultimi due album dei parigini (e dintorni) non si sono spostati poi un granché rispetto al punto di partenza, che è poi stato un recupero più accogliente, pre-riscaldato, pop e morbido à la “Moon Safari”

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