Un Bari stellare. Sarà Ventura che ha la bacchetta magica? O sarà tutto merito dell’ex dalla folta capigliatura sintetica, AntonoConte (si scrive tuttattaccato)? Quel che è certo è che il Milan non capisce e non sa come capire. Non sa nemmeno bene che fare, ma ci prova lo stesso, in un impeto di doveri contrattuali che pare si riflettano ben poco in uno spirito altrettanto guerriero o, ancora meglio, in uno schema di gioco utile all’abbisogna.
I rossoneri sono (!) l’amico appena mollato dalla ragazza con cui stava per sposarsi: erano sempre assieme, la coppia perfetta, averne come loro. E ora, la zoccola, è altrove. Lo porti fuori la sera, vedi che prova a far finta di vivere, ma dentro è morto e sepolto. Si guarda in giro con fare sconclusionato e disperso, non sa che fare. Hanno solo una bruschetta nell’occhio, dopotutto. Una bella costruzione fatta coi magnetini a cui togli il pezzo centrale e rimane tutta smollacciosa a oscillare indegnamente. Senza Kakà il Milan non sa da che parte sbattere la testa.
Nel frattempo i due Masiello (Andrea e Salvatore) del Bari continuano a tagliare il campo, cambiando il gioco senza mai stancarsi. Sotto ai cross ci sono i nasi all’in su dei milanesi. Se la Gazzetta avesse raggiunto quel livello di disprezzabilità che agogna da anni, domani titolerebbe: “Milan: sono Gazzi amari”. Gazzi è a centrocampo, ovviamente lavora per l’AC Milan, ma per il Bari. Irrompe spesso e volentieri tra le linee e supporta bene gli attaccanti. Possesso palla di carattere e d’alta caratura, per un Bari che per 20 minuti fa quello che vuole.
Achievement sbloccato per Huntelaar: 45 minuti passati a farsi trovare sempre fuori dal gioco del Milan. “Ma non è colpa sua! Non lo servono!”, vero anche questo: Seedorf non è ispirato (pare abbia il cagotto, dico davvero) e Ronaldinho oggi è RonaldiNo. Non aiuta che lo schierino prima come trequartista, poi come seconda punta, poi come una via di mezzo, poi in panchina che sei una sega, poi no titolare che forse sei il migliore. Lui ripaga con gigioneggi lenti e prevedibilissimi, come tutto l’attacco milanista che continua imperterrito a infrangersi violentemente e con una certa depressione contro il fortino pugliese. perché i biancorossi quando attaccano, attaccano, e quando difendono… si chiudono veloci.
E ora il secondo tempo.
E nel secondo tempo non successe nulla di differente sotto la luna meneghina: il Bari continua a giocare bene e a bearsi del suo giocare bene. A tal punto che si dimentica di far gol, anche “grazie” a un paio d’interventi di Storari ok. Il Milan ha un Pato in più, che fa due robette e poi se la prende col mondo ma soprattutto coi compagni. Ci sono comunque due discrete occasioni per i padroni di casa, che comunque sembrano dover sudare come dei mufloni per riuscire a tirar fuori una goccia di sangue dalla rapa. Finisce con Kutuzov che continua a fare il velo. Per chiunque. Ovunque. Sempre.