Secondo singolo e il disco è lontano ancora quaranta giorni: i redivivi (lui sempre redimorto) Alice in Chains gettano in pasto a chi vuole trattarli male “Check My Brain”. Contenstualmente l’occasione è loro lieta per presentare la copertina dell’album (“Black Gives Way to Blue” – 28/29 settembre) e la tracklist. Di cui ci si occupa in fondo al post. Ma “Check My Brain”, invece? Da controllare, e il problema sta tutto qua, non c’è molto. Oltre al battito al polso di Mr. Duvall, che anche per questa seconda uscita viene relegato in secondo piano, giusto per non voler fare gli acidi e dire che viene totalmente trattorato via da Jerry Cantrell.
Che non fosse un ritorno a forma di pastiglioni per la nostalgia e che l’idea fosse quella di preservare quanto più possibile la “nuova” voce dagli attacchi ovvi e comprensibili di chiunque, l’avevamo già detto a tempo debito. Ma qui, arrivati al secondo figlioletto, la situazione prende una piega più preoccupante. Sorprende la necessità di distribuire una seconda canzone pre-disco, come anticipato. In un’industria musicale che ha quasi del tutto annullato il senso del singolo come promotore di un disco completo, può anche avere un senso (o non averne affatto, ed è identico). Ma dopo quindici anni di silenzio provare subito a infarcire con una doppia mandata di chitarroni le orecchie del potenziale pubblico è una scelta perlomeno azzardata. Soprattutto: farlo anche in questo caso dimenticandosi del cantante vero e proprio, è più di una giusta voglia di non strafare subito (come invece si poteva concedere a “A Looking in View”), ma quasi il terrore di lasciar uscire di casa il figlioletto idiota. O, anche peggio, la seconda prova che il disco potrebbe in effetti essere il nuovo album solista di Cantrell.
A dirlo è anche la canzone che, come già il primo singolo, si inerpica volentieri su un muro granitico concesso dalla chitarra di Cantrell, e basta. C’è la chitarra e il giro di basso, assieme forman una composizione marmorea che non smette mai di pulsare identica a se stessa per i quattro minuti di canzone. Nulla che non vada bene, se non che c’è poco della duttilità e delle atmosfere deprimo-deliro-interessanti che hanno reso unico il suono degli Alice in Chains ai tempi della bella Seattle. Ma, forse, il resto dell’album dirà cose differenti.
E ora, come da tradizione, i voti ai titoli delle canzoni (perché la copertina non mi va proprio di commentarla).
- All Secrets Known – 7/10
- Check My Brain – 6.5/10
- Last Of My Kind – 6.5/10
- Your Decision – 6/10
- A Looking In View – 8/10
- When The Sun Rose Again – 5/10
- Acid Bubble – 6/10
- Lesson Learned – 5/10
- Take Her Out – 4.5/10
- Private Hell – 6/10
- Black Gives Way To Blue – 5/10
6 risposte su “Check My Brain (Alice in Chains)”
farei presente che è il 2009 e questi erano bolliti nel 96
Sì ma bisogna crederci. Vedrai col ritorno in grande stile degli Stone Temple Pilots.
leggi un pò qua parte finale:
http://www.rifondazionelazio.it/pdf_version.php?id=1681
Mmm, direi di commentare sul post adatto. Mi sposto di là.
quale post? su gv?
GamesVillage? Che c’entra?
Intendevo questo: supponevo fossi arrivato a quell’argomento passando da questo “http://zzavettoni.wordpress.com/2009/08/06/frances_farmer/#comment-269“.