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La camminata della pace: intervista a Kojima

Hideo Kojima giocherella con un cordone ombelicale.
Hideo Kojima giocherella con un cordone ombelicale.

Intro: Konami ha messo a disposizione del mondo un’intervista fatta da uno schiavetto a caso a Sua Macchinosità Kojima-san. L’ho tradotta altrettanto caso, commentando roba che comunque era chiaramente nel sottotesto (?).

Tizio Caio: scommetto proprio che un sacco di gente si aspettava l’annuncio di Metal Gear Solid 5 all’E3. Invece un par di balle. Quando hai cominciato a lavorare a questo nuovo ed entusiasmante progetto?
Hideo Kojima: in realtà ci penso da un bel po’, fin da quando ero al lavoro su MPO(1). Ai tempi supponevo addirittura di lasciare tutto nelle mani della prossima generazione di “creatori” qui in Kojima Productions. Poi mi son reso conto che la società ha il mio nome, che gli altri sono delle mezze pippe e che tanto avevo già sparato ‘sta cosa del “è l’ultimo, giuro!” sedici volte e non mi avete mai preso per il culo, quindi me ne sono sbattuto altamente e, pur avendolo fatto fare ad altri, ora dico in giro che è roba mia. Alla fine mi danno anche il bonus produzione.
Comunque il gioco è un gioco comparabile per portata e qualità a un ipotetico MGS5. Io ho fatto da supervisore, designer, producer, director, editor, responsabile del catering, sprimacciamento cuscini e ultimazione dida del manuale. Gran figo.

TC: hai sempre sostenuto che il tema portante della saga di MGS è l’avversione per la guerra e verso la corsa all’armamento nucleare. Rimarrà vero anche in occasione di Peace Walker?
HK: assolutamente sì. [Segue spippardone degno di un tema di prima superiore sul mondo crudele che usa i missili e invece bisognerebbe volersi bene, parlare, scambiarsi i sachetti delle Haribo. Evito. ndt]

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Videogiochi

L’orrore nel 5, lo zombie nella faccia

Resident Evil 5 (PC): ora con più George Michael.
Resident Evil 5 (PC): ora con più George Michael.

Giornata di videogiochi. Se quella di prima era una scusa per buttare in mezzo l’Antonio Del Piero, questi sono fatti puri, nudi e crudi e 3D al 100%. A sei mesi di distanza dalla pubblicazione su console, Resident Evil 5 arriverà anche su PC: 19 settembre 2009. Le differenze col passato sembrano essere marcate, più che altro perché se la conversione di RE4 ai tempi fu una spremuta di indecenza, questa volta dovrebbe finire tutto in gloria. Anche e soprattutto perché ci saranno due o tre novità da “strillo” nei relativi comunicati stampa.

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sport Videogiochi

PES 2010: la scelta vincente

Alessandro Del Piero: testimonial di PES 2010.
Alessandro Del Piero: testimonial di PES 2010.

Si inizia con Ince e Ravanelli (eh!). Si prosegue con Therry, Owen, Buffon, Cristiano Ronaldo, Henry, addirittura Collina. Dall’altra parte Totti, Inzaghi, Maldini, Vieri, De Rossi, Ronaldinho. Ma mancava lui, il Alessandro, il Del Piero, il record e anche l’uomo, l’acqua ma soprattutto la linguaccia, l’errore agli Europei del 2000, ma più che altro il sottoalsette in Germania.
Alessandro Del Piero (per gli amici Alessandro Del Piero) si dividerà con Messi la copertina (italiana) di PES 2010. Un altro motivo per scegliere questo e non quello. Dopo il click il comunicato stampa ufficiale.

Edit: pensavo che fosse questa la notizia del giorno. Un giorno uggioso, se non fosse che è soleggiato come un solarium. Invece no… la notizia è che (stop the press!) il Toso ha avuto una roba da dire e ci ha pure preso. In effetti Del Pedro mi è stato testimonial di FIFA annata 2003/2004. Eravamo anche andati, come NRU, a intervistarlo o stringergli la mano o non ricordo che. Quindi giù i fazzoletti che si piange, anche quest’anno il Toso ne ha azzeccata una.

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Videogiochi

Area.21: Alien 3 (Acclaim – Megadrive)

Disclaimer: è con stupefatto piacere che le pagine di Zave’s ospitano, in via del tutto sperimentale, alcune retro-censioni degli abili tra i più abili ad accumulare retro-censioni in Italia. Succede grazie ai numerosi (due) ometti dell’Area.21. Che quindi si è vagamente invitati a visitare.

Sviluppato da Probe, prodotto da Acclaim, girato dal Megadrive.
Sviluppato da Probe, prodotto da Acclaim (Megadrive).

Ellen Ripley, una Sigourney Weaver rapata a zero per l’occasione, fra le varie sfighe che la perseguitano si ritrova stavolta segregata su un pianeta-prigione insieme a un battaglione di altri ospiti, selezionati in maniera analoga, e a un bel numero di alieni carnivori poco simpatici, come da film. Sfortunatamente per gli abitanti del penitenziario gran parte di loro è stata per di più rapita, nascosta e fecondata con embrioni che stanno per generare baby alieni, mediante parto cesareo anomalo. La loro unica speranza è appunto la Ripley che, armata di mitra, lanciafiamme e lanciagranate, si sta aprendo la via attraverso un labirinto orizzontale e verticale di condotti di areazione, scale e passerelle (leggi piattaforme, insomma, con tutti gli svantaggi che un joypad digitale poteva comportare quando si trattava di sparare in diagonale o fuori asse) alla ricerca dei tanti morituri, appesi come salami.

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Musica

Michael Jackson è stato ucciso

I dati Nielsen parlano chiaro: morte non accidentale. Oh-oh!
I dati Nielsen parlano chiaro: morte non accidentale. Oh-oh!

Discussione a casaccio da ufficio dopo l’arrivo dei nuovi dati Nielsen. Vale più da morto che da vivo, per i creditori almeno. E così si chiude in bellezza la due giorni, ennesima, dedicata al povero Jackino, che ieri sera ha monopolizzato Italia 1, costringendomi ad assistere al concerto del Dangerous Tour e quindi alle mie prime due ore (meno) sulla rete giovine di Mediaset da secoli a questa parte. Si consiglia il clic sull’immagine e gli occhi strabuzzati.

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Musica

Era l’unonovenovesei

Down on the Upside (Soundgarden, 1996)
Down on the Upside (Soundgarden, 1996)

Il 1996 è stato l’anno in cui è cominciato quello che poi, per larga parte, non è mai successo. Orfana e scioccata dopo quel buco in testa dell’8 aprile, la scena musicale che ha eletto quale sua capitale Seattle deve darsi una scrollata e decidere che fare della propria adolescenza e, se c’è tempo, anche della fase adulta. Bisogna cambiare, per non diventare delle macchietta da MTV, nel frattempo dimostrando a se stessi che non si è schiavi di un solo modo di grattare la chitarra. 
Se i Nirvana lo avevano già fatto, con il più lancinante e illuminante degli epitaffi (“In Utero”), gli altri si ritrovano proprio nel 1996 di fronte al crocevia, e i grandi nomi imboccano vie differenti rispetto a quelle battute fino a quel momento. I Pearl Jam svoltano definitivamente, dopo aver messo una freccia grossa così con la mitologia di “Vitalogy”: il risultato è quel “No Code” di cui credo di aver parlato un gozziliardo di volte sui vari blog, quindi anche basta. Ma non sono soli.

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Product Placement: Apple iMac 24″

iMac: costa un po' di più, ma c'è tutta la qualità che ti serve. Sceglilo oggi!
iMac: costa un po', ma c'è tutta la qualità che ti serve. Sceglilo oggi!

Per il suo breve ritorno nel mondo del freelancismo e il suo attuale e pestifero dedicarsi al blog, Zave utilizza un iMac Apple con schermo da 24″, processore Intel a 3.06 GHz, 2 GB di RAM e 1 TB nell’hard disk. Potente, veloce, silenzioso, snello e belloccio alla vista, iMac di Apple è la soluzione unica e comunque migliore per chi vuole sentirsi bene con se stesso e fare il bullo alla moda con gli amici.

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Musica Variopinto

Gianni Baget non compra In Rainbows

"Facciamo cinque sterline?" - "No dai, almeno sei, oh!"
"Facciamo cinque sterline?" - "No dai, almeno sei, oh!"

E’ morto Gianni Baget Bozzo. Cioé, Padre Gianni Baget Bozzo. Tipo due mesi fa e passa, e nessuno mi ha avvertito. Non ricordo nemmeno urla e strepitii alla TV, il che può forse essere legato al fatto che non seguo alcun telegiornale tranne l’unico davvero valido (Sky, canale 200). Però non mi sono accorto di nulla nemmeno sul Corriere. Che botta. Cioé, ho anche visto che sul relativo articolo ancora presente su Corriere.it ci sono commenti che illustrano l’uomo come uno dei più grandi pensatori-giornalisti vissuti di recente. Il che è indubbiamente interessante. Poi ho pensato che forse era meglio mettere le cuffie e quindi son qua con quel “Down on the Upside” che a tutti piace odiare, ma che alla fine ce la fa anche. Assolutamente non come i vari “Badmotorfinger” e amici, ma ce la fa.
Il fatto che sia morto, comunque, impedirà con buone probabilità a Giannino di passare alla cassa elettronica del negozio virtualissimo e virtuoso dei Radiohead, che da poco ospita anche il download di alcune canzoni/dischi. Tra cui spicca la seconda metà del mai troppo amato “In Rainbows”. Ora, si possono perdere ore a chiedersi perché mai nei negozi sia arrivata l’edizione da un solo disco, dato che l’opera è concettualmente e slurpamente al completo solo se si chiude all’ultimo secondo di “4 Minute Warning”. Ma vabbè. Un’ingiustizia cosmica a cui gli stessi di Oxford provano a porre rimedio mettendo finalmente a disposizione di un certo pubblico (non quello da negozio quindi) le canzoni. Tralasciamo il fatto che, al 99,99%, quello stesso pubblico se l’era già procurato per vie traverse o con il Super Box Deluxe Edition Yeah Yo!, come aveva fatto il sottoscritto. Però… però si acquista in blocco a sei sterline. Che sono poche tutto sommato, meno dei 9 e rotti Euro di iTunes. Però il formato è solo .mp3 e mi pare di capire (senza procedere all’acquisto imprevisto) che non ci siano opzioni relative alla qualità degli stessi, presumibilmente fissata a un 160vbr come fu ai tempi “In Rainbows”. Ma… ma! Cadano gli dei! Qui si paga! Ai tempi s’era tanto discusso di questo “paga quanto vuoi, anche nulla”, tutto quel chiacchiericcio, lo scossone al mondo dell’industria discografica… Ecco, sarebbe bello parlarne, ma poi mi viene fuori una faccenda troppo lunga, quindi rimando a un futuro post. Però insomma, se volete finalmente spupazzarvi la seconda parte del più bel disco degli anni 2000 dei Radiohead, ora potevate farlo. E “Kid A”?

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Variopinto

Oggi ho imparato che.

Candidato alla segreteria del PD? Fuori tempo massimo, grazie.
Candidato alla segreteria del PD? Fuori tempo massimo.

Il servizio Ore Sette del Corriere della Sera è ormai il punto di partenza della giornata, con la cronaca ormai cronologicamente sfasata delle 24 ore prima a rendere meno barbosi i viaggi in treno e metro con tutti che si leggono la free press. Ogni imparata di oggi arriva dal Corriere in edicola.

  1. Riferendosi all’auto-candidatura di Beppe Grillo, Bersani dice: “Il partito non è un autobus sul quale salire e fare un giretto”. Fassino: “il PD non è un taxi dove si paga la corsa e si scende”. Melandri: “Il PD non è un tram su cui si può salire all’occorrenza”.  Insomma, ho imparato che col PD non si va da nessuna parte.
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