Loro fanno videogiochi, ci tengono a sottolinearlo quando sparano il logo a tutto schermo. Loro li fanno in Nuova Zelanda, nella capitale Wellington, un agglomerato nuovo nuovo che conta trecentomila anime coi piedi a mollo tra l’Oceano Pacifico e il Mar di Tasmania. Dico, mica Cervia e l’Adriatico. “Mar di Tasmania”, guarda lì che figurone. Già te li immagini, migliaia di diavoletti che ruotano creando una distesa pelosa e navigabile. Maccomunque: Sidhe Interactive, sidi-ceva, che sono quelli di Wellington e via andando.
Sidhe Interactive è grande, enorme, monumentale per gli standard del luogo: con 90 impiegati straccia alla grande quei poveracci di Second Intention, Metia Interactive e Straylight Studios, tutti facenti parte della New Zealand Game Developers Association. Chi? Nulla, fregatevene. Insomma, anche Sidhe non è che conti poi un granché, usando un eufemismo. Attiva dal 1997, a oggi può contare fondamentalmente su tre giochi che possono lontanamente interessare all’omino del forum (che per nostra utilità va a soppiantare l’omino della strada): Gripshift, Speed Racer e il nuovo Shatter. Poca roba, ma di qualità discreta perlomeno.
Quelli in Sidhe, per l’occasione, hanno saputo fare di necessità virtù: nessuna idea nuova per tornare sul PlayStation Network? Allora basta prenderne una vecchia e agghindarla per bene. Nel comunicato stampa di Shatter i wellingtoniani non si nascondono dietro a un dito:
A retro-inspired brick-breaking game, merging familiar action with a modern-crafted production approach
E questo è il gioco, difatti: Arkanoid, “ma ora con più divertimento, tanti colori e una colonna sonora da sturbo”. Perché non è vero, come dice IGN, che “ci sono voluti 23 anni per battere Arkanoid”, considerato che dopo le prime tre partite era già una mezza palla anche nel 1986, ma nondimeno Shatter è bello, costa poco e piace alla gente che si diverte con poco.
Il poco è una barra da muovere (opportunamente mascherata da astronave fantaqualcosa), una pallina (o più, a scelta del giocatore) da colpire e blocchini da distruggere. Come il gioco Taito di cui sopra. La differenza qua sta in quel minimo di profondità regalato dai frammenti: un blocco che si rompe equivale a dei frammenti liberati nello spazio, frammenti risucchiati (tramite l’apposito pulsante che tramuta la barra-astronave in un BeviTuttoMatic) riempiono un indicatore e fanno alzare il moltiplicatore. Quando l’indicatore è pieno come un uovo, si può sfruttare la temibile, leggendaria, achtung achtung!, Tempesta di Schegge. Una pioggia devastante di colpi con cui distruggere tutto. Il gioco finisce davvero tutto qua, o quasi: così come può succhiare, la barra-astronave può anche soffiare, modificando lievemente (ma non inutilmente) il movimento della sfera. Sì, ok, e anche i boss, che spesso sono pure interessanti: ce n’è uno per ognuno dei dieci mondi, costituiti da otto livelli a testa.
Un concetto di gioco ormai essenziale, quindi, ma arricchito quel tanto che basta per non risultare preistorico, velocizzato il giusto per evitare gli attacchi narcolettici e pompato come una discoteca di lusso nel comparto audio-visivo. Visivo: belli i colori, belli gli effetti, bello lo stile in generale, ogni tanto l’esplosione cromatica ti porta via una diottria e quella non la rivedi (ah!) più, ma d’altronde i videogiochi sono per i giovani. Audio: la colonna sonora originale è strepitosa. Una questione elettronica con un sacco di gusto europeo (non Gigi D’Ag, ma piuttosto uno zinzino di vena francese o scandinava). Davvero eclatante, esaltante, ribaltante, si prenota il premio ZAVE (ZAve’s Videogiochi Eccellenza) 2009 IVGA come colonna sonora di pregio massimo.
Piuttosto abile nel creare un clima di gioco e un sistema di punteggio utile a creare dipendenza da Leaderboard e lanciato nella troposfera dal prezzo superpiù (5.99 €), Shatter è una delle migliori sorprese di quest’anno tra i giochi “download only”. Almeno finora. Anche se magari dopo qualche settimana ti sei dimenticato che esiste. Anche se, come la Wellington (il nome arriva dalla Wellington inglese nel Somerset e il soprannome è “Windy City”, come una certa metropoli sul lago Michigan) dei suoi papà, non dice davvero nulla di nuovo e si limita un po’ a riciclare con classe.
Shatter (PlayStation 3 – PSN)
Sviluppatore: Sidhe Interactive
Editore: Sidhe Interactive
Zavalutazione: ♥♥♥♥♥
7 risposte su “Shatter (PSN)”
E’ un po’ somigliante a Geometry Wars, non trovi? Il che è ottimo.
Stilisticamente? Sicuro. Ed è un gran bene. Ma la colonna sonora gli è nettamente sopra. Come profondità, invece, Geometry mi pare ancora nettamente avanti. Ma per 6 Euro è una gran bella spesa.
ma di wipeoutHD che ne pensi?? Sono un ultramegaok fan e ho visto che è appena uscita un’espansione…siccome paga tutto il mio amico (io porto solo a casa sua le birrette e la mia superba coordinazione mano-occhio ), devo convincerlo a spendere. Parere?
WipEout HD “liscio” è splendido, poco nuovo, poco completo come modalità, ma splendido e in linea coi sedici Euro (se ricordo bene) che chiede(va?). Col Fury Pack, che teoricamente volevo comprare assieme a Shatter ma poi mi son fatto degli scrupoli, dovrebbe solo diventare più figo. Conto di giocarmelo in questi giorni.
Wipeout HD spacca. Col pacchetto Fury, straspacca. E basta. Oh. E che cavolo. Uffa.
Shatter spacca. Non ho altro da aggiungere. 🙂
Te sei un fanatico, non c’entri. 😀