Capita così di rado di trovarsi di fronte a una bella copertina per un disco. Non solo a una bella copertina, ma pure a una bella copertina acida, tutta intossicata e fatta come una pigna. Quando capita è meglio salvarla sul blog: quella qua sopra è l’illustrazione che accompagnerà nei negozi “Run Rabbit Run”, una sorta di remix e rielaborazioni delle canzoni di “Enjoy your Rabbit”, composto, musicato e intepretato da Sufjan Stevens nel 2001. Mai sentito. Cioé, mai sentito il disco, lui sì. Anche perché lo sconfondo volentieri con il nome beduino (forza, fuori gli insulti sull’ignoranza e la mancanza di rispetto religioso-razziale) di Cat Stevens.
Degna di altri grattini la storiella messa in piedi dalla responsabile della copertina stessa e riportata dall’ogni-tanto-valido Stereogum:
Sufjan suggested I do artwork for this new album that he’d started work on Run, Rabbit, Run – drawings that, like the re-arranged music, would flower from the outlines and ideas suggested by the originals.
Now, Sufjan is a very formal person, so we set a date for the official kick-off meeting. At the appointed hour, I heard a light rapping on my door. I went to answer it, wondering why so quiet? Why no doorbell? Sufjan stood there, and he said to me in his quietest voice, ‘There’s a rabbit in your yard,’ like it’s some set up, like this is some joke.
But there it is, this beautiful black and white bunny, twitching and lost and afraid and unsure exactly what was going on and how he ended up under this big bush on a lawn in this big city. We scrambled to catch him, and once we did, and we put it in a box out in our backyard.
Now Sufjan had brought this ornate list of what needs to be done in the drawings and we tried our best to get through it: ‘Of course, a tiger and a tortoise and a butterfly.’ ‘Yes, sure the snake could use a scorpion and some pomegranate.’ ‘Definitely water dragons would enjoy grapes.’
It was hard to do this with a straight face, and all we could think of is this rabbit in the back of the house, and all of a sudden for no particular reason we found ourselves calling Shara to tell her.
‘Did you guys know I’d been keeping rabbits lately,’ she said. ‘Thank you for finding my new rabbit.’
5 risposte su “L’anno del coniglio”
ce lo vedo solo io un riferimento a Breathe dei Pink Floyd?
Mmm. Non sto cogliendo.
P.S. ehi ma questa è quella di Monkey Island!
nulla, era un viaggio mentale sul fatto che in The Dark Side of the Moon nel testo di Breathe dice “Run, rabbit run”.
Mi drogo troppo pur’io?
Ahhh, io cercavo collegamenti visuali…
“Enjoy your Rabbit” è un disco prettamente strumentale ed elettronico, il secondo che ha inciso, per cui quando ho letto che dovrebbe uscire un remix mi chiedevo quale altro delirio potesse uscire dalla testolina del buon Sufjan. Ho scoperto che ‘Run rabbit run” (anche a me sono venuti in mente i Pink Floyd…) sarà la versione di “Enjoy…” con un quartetto d’archi…Mi sono sentito meglio…e rimango nell’attesa dei 48 album che ha promesso: uno per ogni stato americano.
Grazie per la segnalazione.
Giank